30-09-2010, 20.01.31 | #1 |
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Dall'epica al romanzo: Il Roman d'Eneas
Fra il 1150 e 1170, un anonimo poeta francese riadattava con nuova metrica uno dei capolavori assoluti della poesia latina e di tutti i tempi: l’Eneide di Virgilio.
Nasce così Il Roman d’Eneas. Questo anonimo letterato sembra che come unico scopo avesse quello di riscrivere su quell’antica metrica un’opera attuale. Potremmo quindi a ragione definirlo un adattatore e non un traduttore. Infatti egli è intervenuto in maniera molto libera sulla struttura del testo latino. E per rendersene conto basta gettare un rapido sguardo sulle due opere, quella originale e quella nuova. E così, mentre Virgilio cominciato il suo poema nel momento in cui la flotta troiana naufraga sulla costa africana, per poi far narrare da Enea a Didone tutte le vicende precedenti, nel Roman d’Eneas si ristabilisce l’ordine naturale, cominciando il tutto con la caduta di Troia, la fuga di Enea e tutte le altre avventurose vicende. Le due opere, naturalmente, appaiono molto differenti nella struttura. Molte parti del poema originale vengono dall’anonimo autore medievale tralasciate, mentre molto spazio viene dato all’amore tra Enea e Lavinia, inserito ovviamente verso la fine dell’opera. Tutto questo perché l’interesse del poeta francese e del suo pubblico si concentra su determinati temi, trascurandone invece altri molto importanti per Virgilio. L’Eneide è un’opera estremamente complessa, nella quale appare una visione totale sul passato e sul destino della civiltà romana. Per Virgilio ed il suo pubblico la storia di Enea era insieme antica e contemporanea, mitica e politica e proprio tutto questo la rende, per il mondo romano, fondamentale. Virgilio aveva reso le vicende di Enea in continuazione con il presente di Roma, attraverso ciò che stava compiendo Augusto. Insomma, il mito e la politica, il passato ed il presente si fondono generando una coscienza unitaria, politica e sociale della civiltà romana. E questi sono i chiari caratteri dell’epica, segno tangibile della società che la genera. Ma il poeta anonimo medievale non poteva trattare questi temi nel suo adattamento del capolavoro virgiliano. Sarebbe stato infatti assurdo prospettare i valori e gli ideali trattati da Virgilio e che ormai non esistevano più da tempo, dato che il mondo romano era tramontato. Il Roman d’Eneas è certo un’opera di un letterato, colto e conoscitore della cultura classica, ma la cui opera è indirizzata anche ad un pubblico di illetterati. E proprio perché è un’opera nuova, viva e attuale, deve adattarsi ad una nuova dimensione, quella del presente e quindi comprensibile ed accettabile per i contemporanei. E così, l’Eneide, il grande capolavoro virgiliano, si prestava come una straordinaria materia da cui attingere per il nostro anonimo poeta. Una nuova materia aperta a nuovi impulsi che non potevano non essere che romanzeschi. Stava nascendo un nuovo modo di raccontare, con nuovi valori ed ideali e diversi aspetti su cui basare il tutto. Per il nostro anonimo poeta era essenziale costruire un nuovo rapporto tra il mondo narrativo e quello contemporaneo. I luoghi, gli scenari e le ambientazioni dell’Eneide non hanno nessun rapporto col mondo della Francia del XII secolo, il tempo cioè del poeta anonimo e del suo pubblico. Questo nuovo mondo narrativo si impone come sede del magico, del favoloso, senza però nessuna pretesa di rappresentazione storica esatta. Così, personaggi, costumi e scenari sono attualizzati senza alcuna remora. Enea qui è rappresentato come un signore feudale, Cartagine come una città medievale. Così, la continua attualizzazione del Roman d’Eneas nasce proprio da quell’unione del tratto contemporaneo con la misura mitica, l’inserimento del quotidiano in una realtà più luminosa e perfetta. E questa rappresenta una visione tipicamente romanzesca. Nasce così qualcosa di nuovo. E tutto questo porta così il nostro anonimo autore a rivedere ampi tratti dell’opera di Virgilio. Come la riduzione della prima parte del poema, lo sviluppo della seconda e l’inserimento della vicenda amorosa di Enea e Lavinia. Tutti questi mutamenti corrispondono quindi ad un’unica grande trasformazione dell’intera vicenda, che porterà la storia di Enea a diventare la conquista di una donna e del suo feudo e la guerra tra troiani ed italici in una rivalità tra baroni feudali. La critica non è stata molto clemente con il Roman d’Eneas, che tolti i valori ed il contesto originale dall’opera da cui era tratta, l’Eneide di Virgilio, palesa un equilibrio strutturale precario e spesso appare vuota di contenuti significativi. Ma, al di là di tutto, non si può non sottolineare che il Roman d’Eneas ha rappresentato un primo tentativo di organizzare un nuovo mondo narrativo, che baserà il suo successo nell’intima e riuscita unione tra una visione contemporanea del realtà ed una materia ricca di favole, leggende, miti e magia. E proprio questo mondo narrativo troverà la sua reale e più alta dimensione nei capolavori di Chretien de Troyes, Goffredo di Strasburgo e Wolfram von Eschenbach.
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01-10-2010, 11.56.44 | #2 |
Dama
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Lodevole Sir
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02-10-2010, 14.16.38 | #3 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Complimenti Guisgard.
I tuoi topic sono sempre veramente belli e ben fatti.
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02-10-2010, 14.35.43 | #4 |
Cittadino di Camelot
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Molto interessante messere... avete stuzzicato la mia curiosità... dovrò assolutamente leggere di questo nuovo e strano Enea... ...
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02-10-2010, 16.25.49 | #5 |
Cittadino di Camelot
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Neanche io ero a conoscenza di questo romanzo che prende spunto dall'opera virgiliana...e visto che adoro imparare cose nuove devo ringraziarvi mio caro sir...mi documenterò!
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lady rainbow |
04-10-2010, 03.10.14 | #6 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Vi ringrazio!
Sono lieto che quest'argomento abbia suscitato il vostro interesse. Purtroppo il Roman d'Eneas non è molto conosciuto e questo è un gran peccato. Esso infatti è un passaggio importante nel grande percorso che porta alla nascita del romanzo e molte opere poi successive hanno comunque elaborato struttura e caratteristche proprie del Roman d'Eneas
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