09-01-2012, 03.54.10 | #1 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Tylesia e il perduto Fiore dell'Intelletto
Prologo
Anno del Signore 1347, Afragallia Nord Orientale. Alte e spesse nuvole, come possedute da intense ed irrefrenabili inquietudini, si contorcevano ed avvolgevano le une sulle altre, squarciate da apocalittici bagliori e scosse da boati lontani. Ovunque, come imprigionato dalle alte e invalicabili montagne, simili a sconsacrate cattedrali di pietra, correva il funereo e lamentevole sibilo del vento, che sembrava urlare in ogni dove angosce, tormenti e maledizioni fuoriuscite direttamente dall’Oltretomba. Come se da quel tormentato Cielo stessero per discendere Angeli vendicatori, pronti ad infliggere il Giudizio Divino sulla Terra e sui suoi abitanti. Il cavallo avanzava in quello scenario ormai in balia del freddo e delle tenebre, ora che anche le ultime luci del giorno si accingevano a svanire nel crepuscolo morente. Il monastero sorgeva, muto e austero, su una sorta di spuntone roccioso avvolto da sterpi e rovi. Giunto alle sue porte, il cavaliere vi trovò due monaci ad attenderlo. Consegnò il suo cavallo a uno dei due e seguì l’altro all’interno del chiostro. “E’ oggi il giorno?” Domandò il cavaliere, mentre si strofinava le mani rese quasi insensibili dal freddo. “Si, accade il primo Venerdì di ogni mese.” Annuì il monaco. “Come si manifestano le crisi?” “Non le chiamerei crisi, milord…” rispose il chierico “… è come se sognasse. Ma Nostro Signore vi perdonerà, non essendo voi un religioso e dunque estraneo alla consapevolezza della Grazia Divina.” “Sono tre lunghi anni che attendo un segno da Dio…” fissandolo il cavaliere “… e gli anni sono fatti di mesi… i mesi di settimane… e le settimane di giorni… e a ogni giorno succede una notte… e le notti racchiudono sogni… e i miei ormai sono più simili a incubi… e svegliandomi la realtà è ben peggiore…” Risalirono una consumata scalinata di pietra e si ritrovarono in un lungo e semibuio corridoio. Raggiunsero allora una celletta e vi entrarono. Qui, poche candele, a fatica, tentavano di squarciare la silenziosa penombra. Su un lettino, accanto al quale stavano due monaci, era steso un bambino. Aveva gli occhi chiusi ed un’espressione di indecifrabile serenità. Diceva qualcosa e uno dei due monaci riportava le parole del piccolo su una pergamena. La voce del bambino sembrava mutare di tono e intensità di continuo. Il monaco e il cavaliere si avvicinarono a quel giaciglio. “Cosa sta dicendo?” Domandò il cavaliere. “Parla di ciò che vede.” Rispose il monaco. “E cosa vede?” “E’ un mistero.” Accennando un sorriso il chierico. “Non credo vi sia nulla di simile a questo mondo.” “E’ possibile rivolgergli parola?” “Non abbiamo mai tentato…” fissandolo il religioso “… non sappiamo come potrebbe reagire…” “Potrebbe destarsi di colpo e restare folle.” Intervenne uno dei due monaci al capezzale del bambino. “Non possiamo spezzare la sua estasi.” “Se è al cospetto di Dio” replicò il cavaliere “allora l’Onnipotente lo proteggerà.” Fissò il bambino. “Qual è il suo nome?” “Ilderico.” Rispose il monaco che lo aveva condotto in quella cella. “Ilderico, puoi sentirmi?” Fece il cavaliere rivolgendosi al bambino. “Sono Redentos de’ Punici, capitano della guardia del Re… puoi dirmi dove si trova mia moglie? Ella ha nome Calunda…” Per diversi istanti il piccolo Ilderico sembrò come non udire le parole del cavaliere, poi, d’un tratto, fece un impercettibile cenno con la mano, come a voler farsi seguire. “E’…” sussurrò “… è nel verziere… ma non possiamo avvicinarci…” “Il verziere?” Ripeté turbato Redentos. “Quale verziere? E perché non possiamo avvicinarci?” “Loro…” con un fil di voce Ilderico “… loro non vogliono… non fanno avvicinare nessuno… altrimenti andranno in collera…” “Loro?” Fece Redentos. “Di chi parli? Non aver paura, ci sono io con te!” “Non vogliono che qualcuno si avvicini…” cominciando a tremare Ilderico “… neanche il mio Angelo vuole proseguire… non è più bianco… ma rosso… è in collera…” “Dimmi dove si trova questo giardino, Ilderico!” Agitato il cavaliere. “Ti prego, in nome del Cielo… dimmelo!” “E’…” sospirò il piccolo veggente “… è… a Tylesia…” In quel momento un boato fece tremare il Cielo e tutto ciò che si trovava sotto di esso. Ilderico allora riprese i sensi e, come ogni volta, al suo risveglio non rammentò più nulla delle sue mistiche visioni. Tylesia e il perduto Fiore dell'Intelletto I Quadro: Il Carrozzone delle Meraviglie di Goz Anno del Signore 1349. Camelot quella mattina era particolarmente vivace. Le porte erano state aperte per la fiera d’inizio anno e non solo mercanti e artigiani erano giunti nel reame. La gente per le strade sembrava tutta presa da un bizzarro avvenimento. Attraverso uno dei corsi d’acqua che scorrevano in città, era arrivata una curiosa e caratteristica imbarcazione. Tutti ne parlavano e da ogni parte del reame, grandi e piccini, accorrevano per vederla. Ad un tratto un ragazzo di corporatura esile ed un altro dall’aspetto bonario e rassicurante raggiunsero la piazza davanti alla cattedrale. “Popolo di Camelot!” Cominciò a dire il secondo. “Oggi vi viene fatto un grande regalo! Molti reami e contrade vorrebbero trovarsi al posto della vostra ridente città! Infatti, proprio in questo giorno di Gennaio, a Camelot è sbarcato il famoso Carrozzone delle Meraviglie di Goz! L’unico mezzo capace di condurvi dove solo i vostri più grandi desideri hanno accesso! Solo il favoloso Goz può abbattere l’orizzonte sconfinato che racchiude i mari, scalare i pilastri che sorreggono il Cielo o raggiungere il punto in cui il giorno e la notte arrivano a toccarsi!” Intanto, mentre il ragazzo parlava, la piazza si era affollata all’inverosimile e tutti ascoltavano come rapiti. “Ebbene, signori e signore di Camelot…” continuò il ragazzo “… il meraviglioso Carrozzone delle Meraviglie di Goz intraprenderà un viaggio verso una meta lontana e sconosciuta…” fissò quell’uditorio che sembrava totalmente alla sua mercè “… navigheremo sul fiume Calars, il fiume dalle acque perennemente calde, fino a risalire il suo corso sconosciuto… alla ricerca delle sue leggendarie sorgenti!” Sospiri e gemiti allora salirono dalla piazza. “Proprio così!” Aggiunse l’abile venditore di sogni. “Da sempre mercanti, avventurieri e missionari hanno cercato di raggiungere quelle favolose sorgenti, dove cantori, poeti e mistici visionari immaginano la presenza di mitici e splendidi reami! Cosa c’è davvero dove nascono le calde acque del Calars? E perché esse sono incessantemente attraversate da un caldo alito? Beh, amici ed amiche, Goz vi condurrà proprie in quelle terre da sogno, per scoprire cosa davvero dimora in quei luoghi ancora ignoti alla conoscenza degli uomini!” “Quando partirà il Carrozzone delle Meraviglie?” Domandò qualcuno dalla piazza. “E quanto denaro occorre per questo viaggio?” Chiese un’altra voce. “Il biglietto” prendendo la parola l’altro ragazzo “costa un Taddeo! Una cifra che forse, a qualcuno di voi, sembrerà troppo grande, ma che in realtà è ben misera cosa se paragonata alle meraviglie che Goz vi donerà! Avanti, cittadini di Camelot! Quest’occasione non si ripresenterà più! Goz non torna mai due volte nello stesso luogo! Vi attendiamo tutti presso il Canale di Levante, dove è ormeggiato l’inimmaginabile Carrozzone delle Meraviglie di Goz!” +++
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09-01-2012, 10.47.40 | #2 |
Cittadino di Camelot
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Come ogni giorno mi alzai di buon mattino per sbrigare le faccende impartitemi dalla mia matrigna, una donna cattiva e maleducata..come nei peggiori racconti finora letti. Che dura la miseria ma dovevo fare tutto in fretta. Sapevo che a casa, nascosti nella mia camera mi aspettavano i miei libri e dovevo sbrigarmi. Il mio maestro, un nobile conoscente molte arti, mi aspettava per impartirmi segretamente le sue lezioni senza chiedermi nulla in cambio. Gli ero grata, sapeva quanto fosse ardente la mia sete di conoscenza e speravo mi aiutasse ad uscire da quella casa e poter diventare qualcuno di importante, anche se a noi donne era solo destinato sposarci ed avere una prole.
Notai un certo fermento nella piazza di Camelot, un ragazzino mi diede uno strattone preso da entusiasmo ascoltando le voci di alcuni forestieri. "Ehi, stai attento, cosi mi fai cadere tutto ciò che ho nella cesta" gli dissi in modo scorbutico. Ma egli mi fece cenno di seguirlo, e iniziai ad ascoltare i discorsi dei forestieri. "Un Carrozzone delle Meraviglie? le acque magiche e calde del Calars? Non ci credo, vorranno certamente spillare quei pochi soldi che la gente possiede" pensai, e voltandomi mi incamminai verso casa, avrei chiesto maggiori informazioni su questa storia al mio maestro, un duca della cittadina.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
09-01-2012, 12.24.57 | #3 |
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quella mattina mi alzai presto per andare al mercato a fare compere usci di casa e mi incamminai verso il mercato vidi la gente tutta di corsa che correva a destra e a sinistra allora mi avvicina a un uomoe chiesi: mi scusi buon uomo che succede oggi? domandai tutto sorridente mentre aspettavo una risposta mi guardai intorno per capire che cosa stava accadendo
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fabrizio |
09-01-2012, 17.09.17 | #4 |
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Mi trovavo dietro al bancone della Carrozza di filtri e pozioni, ero l'allievo di un famoso Mago, le cui magie erano conosciute in ogni dove, quando ad un certo punto sentii gran fermento sulla piazza.. Stavo servendo una donna che chiedeva un filtro d'amore e sentii che parlavano di questo grande viaggio alla ricerca delle Sorgenti del Calars.. Chissà era forse un modo per rubare soldi alla gente o era davvero un'esperienza unica? Un Taddeo.. Era la paga di tre mesi di lavoro.. Avrei chiesto al Maestro con disinvoltura che cosa fosseo queste sorgenti.. Non mi lascerebbe mai andare.. Così con questo nuovo pensiero che mi frullava in testa andai a servire una nuovo cliente:
<<Mi dica Milady..>> Dissi sorridendo..
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09-01-2012, 18.50.30 | #5 |
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La fiera di Camelot quell'anno sembrava promettere particolarmente bene. Begli oggetti e curiose novità erano esposte ovunque ed i saltimbanchi rallegravano la piazza principale. Gaynor passeggiava tra la folla, salutando qua e la i propri concittadini, in cerca del banco del mercante di stoffe. Ad un ricevimento di corte di pochi giorni prima, una dama indossava un abito di cui si era subito innamorata ed aveva deciso di farsene confezionare uno uguale. Avrebbe potuto affidare la scelta della stoffa alla sua sarta, ma le era parsa una buona idea scendere di persona in piazza a respirare un po' di quell'aria di festa che sembrava aver contagiato tutti. Trovato finalmente il banco delle stoffe, cominciò a palpare i vari tessuti, fino a che il suo sguardo si posò su di un bellissimo broccato verde che le sembrava perfetto per l'abito che aveva in mente. Stava per rivolgersi al mercante, quando le grida di due imbonitori catturarono la sua attenzione. Si mise ad ascoltare con attenzione le loro parole e così seppe del Carrozzone delle Meraviglie, che sarebbe salpato di lì a poco verso le sorgenti del Calars. Gaynor pensò che si trattasse della solita truffa da fiera, ma il suo carattere curioso la spinse a pensare di volersi imbarcare sul Carrozzone. Quantomeno poteva risultare una nuova esperienza, e Dio solo sapeva quanta noia affliggeva la corte, dedita sempre e solo agli stessi ricevimenti, alle stesse battute di caccia, alle stesse passeggiate tra i giardini... Un Taddeo... questo sarà più o meno il costo di questa preziosa stoffa... E sia, rinuncerò al vestito, dopotutto un'avventura imprevista val bene un abito nuovo...
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09-01-2012, 19.16.19 | #6 |
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Vivevo nel bosco, vicino a Camelot .....era giorno di fiera e mi servivano alcune cose.....c'erano molti venditori e gli affari si facevano bene, dopo la quiete della magia del bosco vedere un po' di gente mi faceva bene....da quando non vivevo piu' vicino al lago.......ero sola con le creature invisibili...la natura era mia amica, e io ero parte di lei.......mentre passavo tra le bancarelle.....rimasi ad ascoltare un imbonitore....bel carrozzone.....mi venne da ridere Il Carrozzone delle Meraviglie di Goz.....le Sorgenti del Calars.......un Taddeo per questo viaggio meraviglioso............perche' no........ero veramente curiosa e i soldi non erano un problema.......mi avvicinai quindi al ragazzo.......e gli dissi..."......Qui c'e' un Taddeo....ragazzo.....voglio un biglietto....spero per voi che sia un viaggio interessante......"...porsi cosi' un taddeo ed attesi il mio biglietto
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09-01-2012, 19.36.42 | #7 |
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Camelot era in fermento.
In tutti gli abitanti sembrava dimorare un’irrefrenabile curiosità verso ciò che i due giovani avevano detto nella piazza del Duomo. Goz, il suo Carrozzone galleggiante e le misteriose sorgenti del fiume Calars. Tutto questo aveva suscitato l’interesse di Altea. E mentre era in balia di questi pensieri, si ritrovò, quasi senza accorgersene, davanti alla casa del suo maestro. La vecchia madre di lui, una pia donna dalle convinzioni molto rigide, la fece entrare in casa, dove Altea attese l’arrivo del suo maestro. Nello studio dell’uomo vi erano libri di ogni sorta, vasi antichi e statuine dalle fettezze classicheggianti. Ad un tratto la porta si aprì. “Ben trovata, milady!” Disse sorridente l’uomo.
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09-01-2012, 19.46.44 | #8 |
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Cavaliere25, incuriosito dalla vivacità che animava la città, si avvicinò ad un uomo per chiederne i motivi.
“Non so cosa stia accadendo, ragazzo.” Disse l’uomo. “Io sono un umile monaco e non mi intendo di questi facili umori popolari… in verità io e questo mio confratello” indicando un altro monaco che lo seguiva “siamo solo di passaggio… siamo diretti verso Nord, per fondare una chiesa nelle terre abitate dai pagani… il mio nome è Fra Jovinus…” in mano il monaco recava un piccolo scrigno di ferro.
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09-01-2012, 19.52.41 | #9 |
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Daniel era preso dal clamore generale, quando si trovò davanti una bellissima donna.
“Un apprendista mago dunque…” mormorò fissandolo con uno sguardo enigmatico “… in verità mi sembri più un fenomeno da baraccone… sentiamo, cosa fai? Leggi la mano? Amore, denaro e fortuna? O prevedi anche altro agli allocchi che vengono da te?”
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09-01-2012, 20.02.39 | #10 |
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Gaynor, attratta dalle parole dei due, si avviò verso il Canale di Levante, dove, come detto dai due in piazza, era ormeggiato il Carrozzone del misterioso Goz.
Giunta sul piccolo molo, usato per caricare e scaricare i battelli che portavano provviste a Camelot, Gaynor vide il favoloso Carrozzone. Era simile ad una grande casa galleggiante, come un’arca, e sul piccolo ponte che permetteva di salire a bordo vi erano proprio i due ragazzi che avevano parlato davanti al Duomo. “Avanti bella signora!” Disse uno di loro. “Siete indecisa? E tra cosa? Tra la realtà e i vostri sogni? E chi vi dice che entrambe le cose non possano convivere? Goz è capace di questo e altro!” Esclamò il ragazzo. “Avanti, per un misero Taddeo, milady!”
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