11-05-2015, 01.50.30 | #1 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il Falco dei Mari e la ricerca del perduto Re dei Fiori
“A te, Signore Padre mio.
Tu che conosci il mio cuore che la racconta, rendi questa storia forte della Tua Fede, ricca della Tua Grazia e degna della Tua Gloria.” PROLOGO Il terzo conflitto mondiale scoppiato tra due grandi blocchi continentali, quello comunista orientale e quello capitalistico occidentale, ha portato distruzione in ogni angolo del pianeta, scaraventando l'umanità in un'era violenta e primordiale, in cui molte delle conoscenze tecnologiche sono andate irrimediabilmente perdute. Un'età in cui i costumi e gli usi hanno subito un profondo imbarbarimento, facendo così sorgere nuovi e visionari secoli bui e chiamata da tutti Feudalesimo di Fuoco. Un'età in cui l'ordine ed il diritto hanno smarrito il loro ruolo e scopo, divenendo meri strumenti dei nuovi centri del potere. Centri del potere che sono ora rappresentati da città stato, indipendenti e potenti, che si dividono il dominio di questo mondo feroce e selvaggio, dai tratti futuristici e allo stesso tempo medievaleggianti. E fra le libere città una su tutte ha issato le mura del suo potere al punto da spaventare quasi tutte le altre. Una città retta da un regime democratico e liberale, in cui l'uomo è la sua libertà sono posti al centro di tutto, a discapito di qualsiasi altro valore ed ideale. Una città il cui unico scopo è garantire ai suoi abitanti una vita emancipata da ogni forma di costrizione, da ogni regola e norma che possa ostacolare questa avida voglia di libertà. Una città il cui nome è Maruania e pur di rendere felici i suoi abitanti non ha esitato a vietare un bisogno naturale e vitale dell'uomo: l'Amore Vero... Il Falco dei Mari e la ricerca del perduto Re Dei Fiori Capitolo I: La città senza Amore “C'è una sala fresca, poltrone, bottiglie, sigari, l'occorrente per scrivere, una copia del regolamento del porto, e un'accoglienza così calorosa da scogliere e far defluire dal cuore di un marinaio la salsedine di tre mesi di navigazione.” (Joseph Conrad, Lord Jim) La stazione di sosta era immersa in una quieta boscaglia, animata da pini, palme, olmi, pioppi ed attraversata da una scomposta stradina, poco più larga di un sentiero e segnata da due e profondi solchi lasciati dal passaggio secolare di carretti e carrozze. Un'insegna di metallo che cigolava dal tetto del piccolo edificio indicava le due destinazioni che da quel punto si potevano raggiungere: Maruania e Nuova Camelot. Alcuni individui, perlopiù pellegrini, vagabondi, pendolari e profughi, attendevano l'arrivo dei battelli che li avrebbero portati verso una nuova vita. Il piccolo droide di controllo fluttuava nella saletta d'attesa, raccogliendo i nominativi in base alla destinazione scelta, pubblicizzando allo stesso tempo ora l'una, ora l'altra di quelle mete. “Giunti a Maruania” disse il piccolo droide con la sua voce metallica “è consigliabile visitare il Palazzo della Memoria Storica con mostre e gallerie d'arte, la Piazza dell'Araldo con la Lapide delle Leggi ed il Mausoleo del Talamo con affascinanti e disponibili accompagnatici per conoscere le attrazioni cittadine. Mentre Nuova Camelot offre straordinari itinerari d'altri tempi lungo il panoramico camminamento delle mura, la Piazza Reale con il Palazzo del Re e la cattedrale. Cartine e mappe sono disponibili per tutti gli interessati, grazie.” “Ehi...” avvicinandosi uno di quegli uomini al droide “... ma sono vere le cose che si sentono in giro? Sui moti di ribellione a Maruania e sui pirati che infestano i suoi cieli? Io ho moglie e bambini, non voglio certo andare in un luogo dove si diffondono ogni giorno bollettini di guerra!” “Non avete motivo di preoccuparvi, signore.” Rispose il droide. “Molte di queste notizie sono frutto di propaganda ad opera di città rivali. Possiamo garantire senza timore di essere smentiti che Maruania è un luogo splendido e nulla intacca il soggiorno che può offrire a chiunque giunga a visitarla.” In quel momento si udì un suono, simile ad un sibilo, che in breve si diffuse nell'aria. Poco dopo dalla stazione si vide arrivare prima un battello volante e poi un altro qualche istante dopo. In breve i due mezzi planarono nello spiazzo adibito agli atterraggi, in attesa di caricare a bordo i vari passeggeri. +++
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11-05-2015, 02.27.51 | #2 |
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Attendevo l'arrivo dei battelli nella sala. C'era gente di ogni tipo: famiglie, i cui bambini giocavano e correvano per ammazzare il tempo, coppie di anziani in cerca di un luogo tranquillo in cui ritirarsi, giovani coppie di novelli sposi e poi c'ero io.
Guardai i cartelli con le due destinazioni. "Maruania" e "Nuova Camelot". Ero diretta a Nuova Camelot: volevo vedere quanto ci fosse di quella vecchia in questa odierna e contemporanea, studiarla, assaporarla, conoscerne ogni centimetro. Ad un certo punto, la sala comincio` a riempirsi: l'aria era diventata irrespirabile, cosi` legai i miei lunghi capelli castani e uscii fuori. L'aria fresca e frizzante mi investi` il volto e tornai finalmente a respirare. Chiusi gli occhi, immergendomi in quella rigogliosa natura ma, poco dopo, i battelli che ci avrebbero scortati verso le destinazioni desiderate arrivarono.
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11-05-2015, 11.42.36 | #3 |
Cittadino di Camelot
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In origine, nessuno, incluso me si sarebbe aspettato di giungere a pochi passi dal compier l'impresa: il Fiore dei Fiori. Erano passati due anni da quell'incontro presso la grotta della Bestia e dalla scomparsa della mia amica e compagna di ventura Lilith; quando, alla vigilia della battaglia presso il Laghetto di Greywood, mentre guidavo un gruppo di nobili cavalieri della Croce, apparve in sogno una nuova tappa che sembrava non aver colore. Si trattava di una città.
Lessi quel sogno, feci mente locale di quel che potevo ricordarmi di quella visione e bardato della mia nuova vestigia da Cavaliere ripartii alla ricerca di quel che sarebbe dovuta esser l'impresa del compimento di un nuovo passo per raggiungere la verità della chiave che mi portavo al collo: il Longino. A un giorno di cammino dalla cittadina partecipai ad alcune piccole imprese del luogo per poter portare un pò di tranquillità a questa povera gente...i banditi...oramai, avevano preso il sopravvento in quasi tutte le campagne del luogo... i cavalieri facevano del loro meglio, ma bisognava estirpare il parassita dall'origine... bisognava colpirli al cuore. Partii in solitario per l'impresa...ricordo...ancora con amore e tristezza le parole del mio maestro di spade Redentos: "Colpisci e agisci in nome di quel che è il bene supremo, anche una scelta malevola può esser la chiave per ritrovare quel bene a cui noi tutti aspiriamo..". Una nuova impresa venne compiuta da quel giovane cavaliere...ma a quale prezzo...mentre andavo traversando la strada principale ed accoglievo con sorrisi le gentilezze del popolo e di coloro che avevano sentito il mio nome; migliaia di pellegrini provenienti da tutto il mondo conosciuto affluirono allora verso la città ed un porto, sebbene qualche natura pessimista non mancasse di ricordare che alcuni di questi forestieri potevano esser portatori di sventura. Volevano ad ogni costo ricordare che tutti gli stranieri son feccia. Tagliai la strada verso il lato in sella al mio carissimo amico Belfagor, fedel destriero e inseparabile fratello, entrambe portavamo i segni e le cicatrici di mille venture affrontate, tristezze vissute e gioie condivise ma la nostra luce interiore e le nostre anime, flagellavano le beghe del male che caratterizzava quei luoghi. La città era in agonia. I suoi abitanti eran tutti tristi, martoriati e cupi in viso. Gli stessi bambini sembravano portare le stimmate di quel malore, anche se tutto intorno era vestito da tanto benessere e meravigliosa, ma sentenziosa magia. Era....come se questa città....fosse stata privata di qualcosa, ma cosa?
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11-05-2015, 16.37.08 | #4 |
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Il falò ardeva nel pieno della notte e i compagni vi ballavano attorno cantando canzoni gitane per scacciare la malinconia.
Io ero accovacciata pensierosa e Shaile mi venne vicino come una cara sorella prendendomi la mano.."Shaile, è difficile capire i miei turbamenti, ho appena perso mia madre in quella città che abbiamo lasciato, ho visto io..è stata una guardia a ferirla. Mi auguro quel chierico le doni degna sepoltura ed ella mi ha confessato, in punto di morte, che proveniamo da una ricca famiglia nobile di Sygma, lei fuggì poichè data in sposa a un cugino perfido e si unì a voi gitani, e subito dopo scoprì di essere in mia attesa". Le mostrai la collana datami da mia madre Sibilla, era uno smeraldo in oro e aveva impresso l' effige del casato ovvero uno stemma con una Croce e un ramo di ulivo e sopra una corona. Andro ci raggiunse e mi tese la mano con gli occhi umidi..lui e mia madre si erano davvero amati e pensai al suo discorso appena fuggiti dalla città: "..."Sei libera Altea, puoi tornare dalla tua famiglia di origine, tua madre ti ha detto il nome". Lo guardai pensierosa e piena di rabbia.."No, lei è fuggita da laggiù e nessuno ha pensato a lei, nessuno l' ha cercata. Tornerei indietro nella città dove mia mamma è morta per andarla a trovare...e per lui, lo sai". Andro mi guardò come un padre severo "Oh, non dirmi sei innamorata..e dove vai..a Maruania non si può amare e poi noi non possiamo fermarci lo sai, e non ti farei tornare indietro da sola col rischio..lui ti abbia già dimenticata". "Già" scossi il capo "ma lui è un ribelle, dice vuole combattere per la verità e la giustizia, guarda il mondo come è ridotto". "Altea..se il destino vorrà..vi reincontrerete..ricordalo". Se ne tornò nella nostra "casa viaggiante" e io lo seguii a malincuore". Salimmo tutti sul grande carrozzone per andare nel punto di imbarco, vi erano tutti: Shaile con la quale ballavo e cantavo nelle piazze, Andro, Jaime la maga e guaritrice, Shamon mio caro amico e ottimo guerriero e poi Jade che era scappato da una prigione per qualche piccolo furto. Ci addormentammo e al mattino eravamo già tra quella boscaglia che doveva essere il punto di imbarco. Mi tolsi gli abiti da gitana poichè era meglio passare innosservati e sospirando estrassi dal baule dei vestiti e indossai il cinturone che lui mi aveva donato per proteggermi..in un fodero vi stava la sua pistola di legno pregiato con una rosa d' argento intarsiata. Uscii, vi era gente e Shamon era perplesso e mi avvicinai a lui.."Che strano luogo..la gente non sa che fare..andare a Maruania o Nuova Camelot? Ma quei battelli porteranno pure il nostro carrozzone? Noi siamo cittadini del mondo, non possiamo scegliere di stare in un posto e fermaci lì..ma abbiamo scelto Nuova Camelot vero? Sono perplessa..Andro pensa Maruania sia un pericolo, ma non possiamo andare in entrambi i posti? Chi ce lo vieta?" dissi risentita mentre i barconi arrivavano e io e Shamon li guardavamo incerti sul futuro.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
12-05-2015, 01.33.52 | #5 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La gente, avvertendo l'arrivo dei due battelli volanti, cominciò ad essere subito presa da un rigoglioso e agitato moto di viva insofferenza, come se l'ansia avesse preso il sopravvento su qualsiasi altra sensazione.
La campanella della stazione iniziò a suonare con fervore e tutti, quasi come se fossero automi, si alzarono e si avviarono a passo svelto verso l'uscita, per poi raggiungere lo spiazzo, con al centro un largo e profondo stagno artificiale per accogliere l'arrivo dei due velivoli da trasporto. Poco dopo, prima l'uno, poi l'altro, atterrarono su quello specchio d'acqua, in attesa ciascuno dei propri passeggeri. Così, in disordinate fila di due, tre persone, i vari passeggeri si diressero ognuno verso il proprio battello. L'efficiente droide di controllo si assicurava, esaminando i biglietti di ciascun viaggiatore, che la destinazione di ciascuno fosse corretta. “Vi auguro un buon soggiorno a bordo, damigella” disse dopo aver controllato il biglietto di Gwen “ed un comodo arrivo a Nuova Camelot.” Con un meccanico e formale accenno di inchino. In breve, allora, Gwen salì a bordo del battello e prese posto in mezzo ad altri passeggeri che come lei avevano scelto Nuova Camelot come meta. “Presto, stramaledizione!” Urlò uno dei marinai di bordo. “Non abbiamo tutto il giorno! Vogliamo arrivare a Nuova Camelot quanto prima ed evitare sorprese ed imprevisti!” “A cosa si riferisce quel marinaio?” Chiese uno dei passeggeri al droide. “Imprevisti? Sorprese? Ma sono sicuri questi viaggi? Io ho moglie e figli con me!” “Non temete, signore.” Il droide con la sua voce metallica e cortese. “Il mozzo di bordo ha solo trovato un espediente per rendere i passeggeri calmi ed evitare possibili ritardi. I cieli territoriali delle due città, unici spazi in cui i nostri battelli possono volare, sono costantemente sorvegliati ed attraversati da forze militari adibite alla loro sicurezza.” “Lo spero bene...” mormorò il passeggero “... con quel costano i biglietti...” Nel frattempo, tra i passeggeri in attesa, vi erano anche Altea ed i suoi compagni. “Allora?” Shamon al resto della compagnia. “Dobbiamo deciderci ed in fretta. O resteremo senza biglietti.” Fissando poi Altea. “A me piacerebbe vedere Nuova Camelot...” disse Shaile “... dicono sia un luogo molto romantico...” “Io invece” fece Jade “ritengo che ci convenga scegliere Maruania. E' più grande e dunque offre più possibilità di guadagnare denaro.” “Maruania non è un posto per noi...” sbottò Andro. “Sempre il solito menagramo!” Esclamò Jade. “Maruania è la città più grande e libera di tutto il territorio!” “Decidiamoci dunque!” Li spronò Shamon. “I battelli partiranno a momenti!”
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12-05-2015, 01.51.02 | #6 |
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I battelli atterrarono dolcemente sull'acqua, come agili insetti in uno stagno e i passeggeri di ciascun veicolo iniziarono a salire, incitati dagli insofferenti marinai.
Esibii il mio biglietto e feci per salire. Accanto a me, un uomo, il padre dei bambini che avevo visto giocare poco prima, discuteva riguardo la sicurezza del viaggio. In effetti, non ci si poteva fidare molto, visto il periodo che si stava attraversando, ma decise comunque di dare credibilita` al droide. Poco piu` lontano, un gruppo di persone non riusciva ancora a decidersi sulla destinazione da raggiungere. Chi consigliava Nuova Camelot, chi Maruania, fatto sta che stavano a poco a poco attirandosi sempre piu` le ire del personale di bordo. Non avrei mai scelto Maruania. Cos'erano la ricchezza e la liberta`, se si doveva rinunciare all'Amore Vero? Pur ripensando a Jon e a quanto la separazione da lui mi avesse fatta soffrire, non riuscivo ad immahinare una vita senza Amore, nonostante molti ritenessero migliore quella strada dopo una sofferenza. Era troppo facile per me. "Non vedo cosa potrebbe essere una vita senza Amore...... quello Vero" dissi a me stessa, ma avevo pensato a voce troppo alta, tanto che qualcuno vicino a me senti` cio` che avevo detto, qualcuno appartenente a quel singolare gruppo...
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12-05-2015, 01.52.25 | #7 |
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Parsifal, in sella al fedele Belfagor, dopo giorni di cammino raggiunse finalmente una città.
Osservandola da lontano al giovane cavaliere parve subito molto imponente, per via delle sue alte mura, le grandi torri che si alzavano bel oltre il camminamento di ronda e le guglie ed i palazzi che si ergevano fin verso il colle su cui era addossato l'intero abitato urbano. Ma una volta avvicinatosi, sempre in mezzo alle disordinate e belanti fila di viaggiatori, pellegrini ed esuli, Parsifal si rese conto che la grandiosità di quella città era poco più di un miraggio. Le mura infatti erano ormai in rovina, come fatiscente appariva quell'intero complesso urbano. Dalle proporzioni, certo, un tempo doveva essere stata grandiosa, ma ora era poco più che un cumulo di rovine. Eppure quella città decadente sembrava essere l'unico rifugio per quelle persone. E giunti presso la porta d'ingresso, tutti loro, Parsifal compreso, furono travolti dalla cupa rassegnazione che animava quel luogo. “Benvenuti ad Animos.” Disse un uomo dal centro della piazza che sorgeva subito dopo la porta d'ingresso. “Città libera e felice, nuova alleata di Maruania. Qui dunque sarete al sicuro, poiché la protezione di Maruania non ci mancherà mai. E per questo, in onore dei nostri alleati e compagni, in questa piazza ci sarà uno spettacolo speciale. L'esecuzione di due rei confessi, autori di un grave crimine contro le nostre leggi e quelle di Maruania.”
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12-05-2015, 02.20.42 | #8 |
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Camminavo a passo svelto, senza guardarmi intorno, mentre mille pensieri si affollavano nella mia mente, erano molto meglio di tutto ciò che mi circondava.
Anche quel giorno avevo cambiato strada, come sempre, allungando un po’ il percorso, confondendo le idee casomai qualcuno mi stesse seguendo. Erano paranoie in realtà, ma la prudenza non era mai troppa. E anche quel giorno scelsi un nuovo modo per raggiungere il Covo, erano molti i passaggi che conducevano alla rete sotterranea che portava poi al nostro rifugio. Era buffo, pensare che fosse sottoterra, dato che solcavamo anche i cieli, ma Maruania aveva ormai dimenticato quelle gallerie, residui di tempi antichi, prima che due cancri si contendessero la distruzione di tutto ciò che gli Antichi avevano costruito. I miei occhi impiegavano sempre meno tempo per adattarsi all’oscurità di quel passaggio, e i miei passi sapevano già dove condurmi. Un lungo e umido cunicolo, poi un altro, e un altro ancora, un paio di porte sigillate, e poi, il miracolo: uno spazio largo e luminoso, gremito di gente, gente diversa, gente che non si arrende. Appena entrata nel Covo, salutai calorosamente i ragazzi che mi venivano incontro. “Novità?” sorrisi, sedendomi in mezzo a loro. Il loro sorriso era l’antidoto maggiore per lavarmi di dosso il tanfo della città. Certo, avremmo potuto lasciare la città, come molti, del resto, e forse saremo costretti a farlo un giorno o l’altro. Come Jan, che dovrebbe ormai essere al sicuro a Nuova Camelot. Abbiamo degli amici lì, si prenderanno cura di lui. Già, ma lui non aveva scelta era stato scoperto. Noi no. Non ancora, almeno. La nostra lotta è qui, in questa maledetta città. Una città talmente folle da privare l'uomo dell'Amore Vero. Da metterlo fuorilegge. Come se fosse possibile. Ma se l'Amore Vero è un fuorilegge, allora siamo in buonissima compagnia. Forse un giorno anche io sarò costretta a lasciare Maruania, forse un giorno anche io vedrò Nuova Camelot, chi ci è stato ed è tornato da noi, come Lara, racconta cose meravigliose su di lei, forse quel giorno verrà, certo. Ma non oggi. Ogni tanto penso a come sarebbe bello scappare, lasciarci dietro tutto questo, vivere in un mondo libero. Già, libero dalla maledetta libertà di Maruania che ci rende schiavi. Perché questo siamo: Schiavi della Libertà. Ma non noi. Chi siamo noi, dite? Bella domanda. Vi diranno tante cose su di noi. Qualcuno vi dirà che siamo criminali, terroristi, retrogradi, oscuri, insomma: il male assoluto. Che ucciderci è cosa buona e giusta. Che seminiamo odio. Altri invece vi diranno che siamo un miracolo. Che siamo degli eroi. Oppure dei ribelli. Magari dei pirati. Qualcuno ci definirà pazzi, e incoscienti. Ma noi siamo molto più di questo. Siamo il cancro che distruggerà Maruania. Siamo sognatori inguaribili. Siamo Cavalieri. Siamo Lupi Ed io? Non sono un capo, né un soldato, né tantomeno una spia. Forse sono un ribelle, forse un pirata o persino un Cavaliere. Forse solo una ragazza. Forse tutte queste cose insieme. Per i miei fratelli sono Clio, ma per Maruania il Lupo Nero. |
12-05-2015, 04.03.25 | #9 |
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Il fischio annunciava ai passeggeri che di lì a poco il battello sarebbe decollato, diretto a Nuova Camelot.
“Dite così” disse all'improvviso una voce accanto a Gwen “perchè evidentemente siete innamorata, ragazza mia.” Era un uomo anziano, dal volto bonario ed i modi gentili. “E dopotutto nessuno può darvi torto.” “Con chi parli, Erlow?” Chiese la donna, anch'ella anziana, seduta accanto a lui. “Ho, nulla, cara.” Sorridendo l'anziano. “Questa giovane” indicando Gwen “credo abbia intrapreso questo viaggio con molte speranze nel cuore, com'è giusto che sia.” “Ho, si, giusto.” Annuì la donna. “E così giovane e carina.” Mostrando un sorriso a Gwen. “Posso chiedervi cosa vi spinge a raggiungere Nuova Camelot?” Chiese l'anziano alla ragazza.
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12-05-2015, 04.41.06 | #10 |
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Clio si infiltrò in quell'intricato labirinto di cunicoli, stretti passaggi e profonde gallerie che attraversavano le ignote profondità di Maruania.
Quel percorso angusto, remoto, umido ed opprimente accolse la ragazza, fino ad immergerla nel più abissale ventre della Terra, come a volerla ingoiare per sempre. Pochi istanti dopo, quasi la giovane e bella ribelle avesse attraversato un magico portale, si ritrovò in un ampio spazio, affollato da molte persone. E nel vederla arrivare molti di loro furono colti da un sussulto di speranza. Alcuni uomini armati le si avvicinarono, per poi salutarla con rispetto. “Le novità ci sono” disse uno di quegli uomini a Clio “e non ci faranno certo fare i salti di gioia.” “Già...” annuì un altro di quelli “... pare che Maruania abbia ormai ben celato la sua sete di dominio sotto l'obbligo morale, imposto alle città alleate, di entrare nella Lega Maruaniese, con l'imposizione di adottare il suo totale corpo legislativo.” “Questo vuol dire” fece un altro ancora di quegli uomini “che le liste di proscrizione e le esecuzioni sommarie si moltiplicheranno di città in città.”
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