22-01-2013, 03.29.03 | #1 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Ringraziamenti (Gdr: Lo Sparviero Nero e il Tesoro Maledetto...)
Quando ero piccolo, ricordo, mio padre aveva, negli uffici della sua azienda, una vecchia macchina da scrivere, di quelle ad inchiostro e dove ogni tasto faceva rumore quando si batteva.
A me affascinava da morire quella macchina da scrivere. Mi sembrava la porta di un mondo per me magico, quello dello scrittore. E ricordo la prima volta in cui mi decisi ad usarla. Ero piccolo e attesi che gli uffici fossero chiusi. Poi, sistemato il foglio (o forse me lo feci sistemare dal ragioniere di mio padre), cominciai a scrivere. E la prima storia parlava proprio dei pirati. Dentro vi erano un tesoro da trovare e dei fantasmi. Scrissi di getto una pagina, senza usare virgole e punti. Corsi poi a farla leggere a mio padre e lui, scherzando sulla totale assenza di punteggiatura, ricordo che lesse il tutto veloce veloce, fingendo di non prendere mai fiato E anche stavolta siamo giunti alla fine del gdr, ritrovandoci con i consueti e doverosi ringraziamenti. E forse è buffo che stasera, appena concluso il gdr, mi sia tornato in mente quel mio ingenuo tentativo di scrivere una prima storia. Già, i pirati mi hanno sempre affascinato. E forse per questo stasera sono doppiamente grato a tutti voi che avete permesso questa avventura. Perchè mi avete accompagnato in quel mondo di sogni, tra tesori maledetti, cacce ai pirati, fantasmi, mari sconosciuti e dame da salvare. Grazie a tutti. Grazie per aver dato il vostro volto a questi personaggi e per aver animato questa storia che finalmente ha lasciato il foglio bianco di quella vecchia macchina da scrivere per diventare, almeno un po', reale +++
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22-01-2013, 18.02.45 | #2 |
Cittadino di Camelot
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Grazie a te Guisgard che ci fai vivere ogni volta belle avventure
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fabrizio |
22-01-2013, 18.17.34 | #3 |
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Permettete un applauso particolare a lady Clio e lady Cheyenne che hanno partecipato per la prima volta a un Gdr a Camelot e mi hanno veramente appassionato con i loro racconti e le loro storie....
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
22-01-2013, 19.51.59 | #4 |
Cittadino di Camelot
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Bravi e splendidi tutti......ogni storia e'un gran lavoro.......e come dice Lady Altea ...per Lady Clio e Lady Cheyenne ........un applauso piu' forte.....siete state brave............
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24-01-2013, 00.08.24 | #5 |
Disattivato
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Devo dire che quando ho deciso di iniziare il Gdr, non sapevo bene cosa aspettarmi. Certo, immaginavo che sarebbe stato divertente, che avrebbe aiutato il mio stile e la mia creatività. Fine.
Non avrei mai immaginato tutto questo. So che non devo stare a descrivere a tutti voi, che avete viaggiato con me, quanto sia incredibile questa esperienza, ma l'entusiasmo è ancora troppo vivo. Quindi, vi dirò soltanto grazie. Grazie di avermi permesso di vivere questa esperienza meravigliosa. Grazie di avermi tenuto compagnia in questi mesi con le vostre storie, al mattino mentre andavo in università, o alla sera, stanca, quando tornavo a casa. Il cuore mi batteva forte mentre aprivo la pagina e iniziavo a leggere. Mi chiedevo cosa vi sarebbe successo. Era come avere in mano un libro con le pagine bianche che si scrivevano da sole. Un pezzetto alla volta. Perdonatemi, so che state sorridendo, voi questo lo sapete, perdonate l'entusiasmo dell'ultimo arrivato, ma sono felice di condividere con voi queste emozioni. Perchè io ho sempre amato scrivere, fuori dal finestrino di un tram o di un aula scolastica si è sempre materializzato un mondo magico e avventuroso solo per me, ma questo era diverso. Conosco le mie storie. Le conosco dall'inizio alla fine. Qui, invece, conoscevo soltanto la mia Clio, il suo passato, il suo carattere, i suoi sogni. Tutto il resto era ignoto a lei quanto a me. Più che scrivere la sua storia, dunque, mi è parso di viverla. Permettetemi, inoltre, di fare un ringraziamento particolare a ser Guisgard che ha saputo dar vita con le sole parole a un mondo così vivido e vero, ricco di dettagli e sfumature. Un mondo di paesaggi mozzafiato, personaggi ricchi di personalità e situazioni imprevedibili. Grazie, Milord, grazie infinite per questa avventura. Vi chiedo scusa per gli errori che ho commesso lungo il cammino e vi ringrazio per aver sempre risolto i miei dubbi con prontezza e gentilezza. Grazie, inoltre, per tutto il tempo che ci avete dedicato. (e perdonate se ho scritto fin dopo la conclusione... ma quelle parole.. non potevano mancare..) Lady Elisabeth, Lady Altea vi ringrazio degli applausi.. siete troppo buone.. effettivamente era la mia primissima esperienza in un Grd (non si era capito, eh? ) e quando si inizia qualcosa di nuovo si ha sempre paura di sbagliare, o di non capire bene come funzioni.. beh, le vostre parole mi rincuorano, ve ne sono grata.. I miei applausi e i miei ringraziamenti vanno, tuttavia, a tutti voi... |
24-01-2013, 10.25.31 | #6 |
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...ed io, vecchio Bardo dalle vesti consunte e dai calzari polverosi, non posso che unirmi ai vostri plausi, poichè da semplice osservatore e spetatore della vostra meravigliosa creazione, avete donato una nuova pagina alla modernità di Camelot, affinchè un domani, qualcuno, vagando per queste stanze virtuali, possa affermare che, come cantava anni fa il mio Peter Pan di Nisida, "Ogni favola è un gioco..."
Taliesin, il bardo (tratta dall'album: "E' arrivato un Bastimento" (1983) - Ogni Favola è un Gioco di Edoardo Bennato) "Ogni favola è un gioco che si fa con il tempo ed è vera soltanto a metà la puoi vivere tutta in un solo momento è una favola e non è realtà Ogni favola è un gioco che finisce se senti tutti vissero felici e contenti forse esiste da sempre non importa l'età perché è vera soltanto a metà!... Ogni favola è un gioco è una storia inventata ed è vera soltanto a metà e fa il giro del mondo e chissà dov'è nata è una favola, e non è realtà Ogni favola è un gioco se ti fermi a giocare dopo un poco lasciala andare non la puoi ritrovare in nessuna città perché è vera soltanto a metà!... Universi sconosciuti, anni luce da esplorare astronavi della mente, verso altre verità! Ogni favola è un gioco che si fa con il tempo ed è vera soltanto a metà la puoi vivere tutta in un solo momento è una favola e non è realtà! Ogni favola è un gioco se ti fermi a giocare dopo un poco lasciala andare non la puoi ritrovare in nessuna città perché è vera soltanto a metà!"
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"Io mi dico è stato meglio lasciarci, che non esserci mai incontrati." (Giugno '73 - Faber) |
24-01-2013, 17.04.33 | #7 |
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Lady Talia inspira appena più profondamente, osservando la strada che la separa dalla porta del teatro. Pochi gradini, una porta di legno decorata, un’insegna che pende al di sopra...
‘Camelot’s Theatre’... Sorride. Poi si decide: sale i gradini e spinge la porta, che si apre senza un rumore. Sente delle voci all’interno e le riconosce... gli amici, i compagni di viaggio... devono essere arrivati quasi tutti ormai, ne ode le voci allegre ed amplificate dalla platea ormai vuota... ci sono ormai quasi tutti per quel consueto saluto. Lei non sa perché ha atteso tanto prima di raggiungere il teatro, questa volta... forse aveva solo bisogno di un po’ più tempo, qualche giorno in più per svestire gli abiti di quella nuova avventura e convincersi che anche questo viaggio è ormai finito... le è sempre stato difficile accettare la fine di un viaggio, le è sempre sembrato troppo presto... credeva che con il tempo si sarebbe infine abituata agli epiloghi, ma non è stato così... ora sa che forse non si abituerà mai. Per fortuna. Ed eccoci qui, miei cari... anche questa volta, come al termine di ogni avventura, giungo nel teatro ormai vuoto a porgervi il mio saluto e il mio ringraziamento... ebbene sì, è di nuovo tempo di ringraziamenti. Ma che cosa potrei dire, io, che già non è stato detto? Anche questa volta partecipare a questa avventura con voi è stato un piacere ed un privilegio... la vostra inventiva e la bravura nel descrivere e nel raccontare ha reso anche questa storia speciale. Ognuno di voi a suo modo ha plasmato gli eventi ed ha fatto sì che tutto si compisse, come in un grande mosaico in cui ogni singola tessera contribuisce allo splendore finale. Il mio applauso va dunque a tutti... ai vecchi amici, meravigliosi come sempre e che sempre leggo con gioia e piacere... ed alle nuove amiche, lady Cheyenne e lady Clio, che sono state per me una vera rivelazione e che spero di poter leggere ancora, e presto, in nuove avventure. A lady Clio vorrei inoltre dire che capisco perfettamente ciò a cui allude... il dubbio iniziale del nuovo arrivato, poi l’interesse, l’entusiasmo ed il piacere di giocare... ciò che avete detto qui, milady, mi ha riportata a quello che fu il mio primo gdr ed alle sensazioni che provai allora, simili alle vostre di oggi e simili, per fortuna, a quelle di ogni volta... ed io non posso che ringraziarvi per questo. Infine, sir Guisgard... che dirvi, mio signore, che già non vi ho detto e ripetuto? Come dirvi ancora una volta ‘grazie’ per il modo in cui mi portate in giro per mari e terre lontane, per il modo in cui mi fate sognare, per i luoghi magici che mi fate scoprire e i tesori che mettete sulla mia via? Forse non vi sono abbastanza parole per ringraziarvi ancora... e forse, mio signore, con voi non ve n’è neanche bisogno!
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
29-01-2013, 03.26.35 | #8 |
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Come è sorta la civiltà umana?
Quale percorso ha seguito e quali ostacoli si è trovata ad affrontare per non soccombere? Oggi la versione di gran lunga predominante ed ufficiale del mondo accademico è quella che racchiude in una visione unitaria e compatta la formazione ed ascesa della nostra civiltà. Così, per la stragrande maggioranza di storici, archeologi e paleontologi la civiltà umana è il frutto di una lenta e lunga evoluzione, sostanzialmente priva di scossoni significativi. Le grandi scoperte e le straordinarie invenzioni che resero pian piano l'uomo signore del mondo, non sono altro che tappe e progressi con cui si è scandito, in maniera lineare, la civilizzazione di questo pianeta. Allora la storia ufficiale, quella documentata, comincia 5.000 anni fa circa, quando i Sumeri inventarono la scrittura. Da qui in poi, lentamente ed inesorabilmente, la civiltà umana superò di volta in volta tappe che ne segnarono l'ascesa. Ma è andata davvero così? Eppure qualcuno mette in dubbio questa visione ufficiale della storia umana. Una piccola parte del mondo accademico muove obiezioni a questa secolare versione del nostro cammino. Una minoranza di studiosi, da sempre, ritiene invece che il percorso della civiltà non sia stato affatto unitario, ma pieno di più “ritorni alle origini” da parte dei nostri progenitori, in conseguenza di eventi catastrofici di portata globale, che hanno letteralmente azzerato più volte l'ascesa umana, costringendo l'uomo a “ricominciare da capo” più volte. Fino a due secoli fa l'Iliade e l'Odissea erano viste come magnifiche costruzioni mitiche e fiabesche. Eppure qualcuno ha poi dimostrato che racchiudevano più di un fondo di verità. E oggi questi due poemi sono utilizzati dall'archeologia ufficiale per studiare le ancora incerte pagine della storia egea pregreca. Il mito del Diluvio Universale è raccontato dalla Bibbia e da altri testi di antiche culture (come la sumerica epopea di Gilgamesh), ma ritenuto fino a pochi anni fa solo un fatto immaginario. Oggi invece si sa quasi con certezza che un grande cataclisma, forse un'inondazione di 13/12.000 anni fa, colpì la zona tra Europa ed Asia, generando così il Mar Morto. E infatti reperti antichissimi sono stati ritrovati nelle acque del Mar Morto, forse a testimonianza di centri abitati che un tempo sorgevano su quelli che oggi sono i fondali di quel mare. Una civiltà straordinaria come quella Ittita è stata scoperta solo all'inizio del XX secolo, in seguito agli studi sull'invasione Indoeuropea del 2.000 Avanti Cristo. E altri innumerevoli esempi si potrebbero fare. In questa visione alternativa e non ortodossa della storia umana, prendono così forma immagini inquietanti che richiamano dal buio del passato miti ormai dimenticati. Quelli delle civiltà perdute. Culture antichissime ed evolute che forse, spazzate via da cataclismi planetari, hanno lasciato solo un eco lontano della loro esistenza. Un eco divenuto leggenda. Allora terre come Atlantide nell'oceano Atlantico, Mu nell'oceano Pacifico e Lemuria nell'oceano Indiano possono essere più di una leggenda? Ma non sono solo queste terre ad ospitare, secondo miti remoti, culture tanto leggendarie quanto misteriose e che oggi sembrano essersi dissolte nel nulla. Esiste un regno perduto che rivive spesso in notti come questa, attraverso il canto di un bardo o di un cantastorie. Un regno dimenticato che però sembra talvolta scivolare fino a noi dagli oceani del Tempo e che ancora oggi desta meraviglia e paura in chi ne ascolta l'incerta storia. Un regno che per essere trovato non obbliga a seguire la storia conosciuta, ma quella dimenticata, incisa ormai solo nel sibilo del vento, nel colore di foreste addormentate e nel silenzio di rocce consumate dal tempo. Un regno che, come tutti i sogni che l'uomo da sempre concepisce, va oltre ciò che vediamo. Ma non per questo è meno reale. Ed io porterò tutti coloro che vorranno sognare insieme a me a conoscere quel regno dimenticato nel Tempo... +++
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29-01-2013, 16.48.24 | #9 |
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Il vostro prologo, immagino, sul nuovo Gdr è molto interessante...avete dipinto uno scenario davvero enigmatico e misterioso, un pò mi ricorda Tylesia.
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31-01-2013, 02.37.52 | #10 | |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Una storia narrata molto tempo fa ai fanciulli di un regno lontano. E quei fanciulli, una volta cresciuti e divenuti adulti, hanno poi fatto finta di non crederci più. Ma alcuni frammenti di quei racconti ancora oggi emergono da pagine ammuffite ed ingiallite, credute perdute o mai scritte veramente... La fucina era immersa in una lugubre ed echeggiante penombra, attraversata dai bagliori del fuoco ed animata da goffe e grottesche ombre che danzavano sulle pareti di pietra e malta. Ad ogni colpo l'acciaio della scure prendeva pian piano forma e consistenza, per poi liberare dense ed impenetrabili nuvole di vapore quando si immergeva nell'acqua fredda. Gamark fissava le lunghe ed inquiete ombre che si inseguivano, si contorcevano e grugnivano sulle consumate murature, quasi dando a ciascuna il nome di fiabeschi e terribili mostri. “Allora, Gamark...” disse suo padre senza alzare mai lo sguardo dalla lama grezza della scure a cui stava lavorando “... qual'è stato il primo peccato? Quello da cui sono discesi tutti gli altri?” “Io...” mormorò il bambino “... io credo sia stato quello di Adamo ed Eva...” L'uomo si voltò di scatto e fissò il piccolo. Questi allora si ammutolì e chinò il capo. “L'aver mangiato il Frutto proibito dici?” Gamark annuì quasi con soggezione. “No!” Esclamò il padre, per poi conficcare la scure su un massiccio cippo incavato. “Ragiona, Gamark! Se prima di quel momento non c'era mai stato altro peccato, come poteva essere penetrato nell'Eden il serpente? Come?” Il piccolo non disse nulla. “Gamark, vieni qui.” Il bambino allora, tradendo timore, si avvicinò al padre. “Gamark...” continuò questi “... il primo peccato non fu commesso dagli uomini. Il serpente peccò. Peccò nei Cieli, quando rinnegò e si ribellò al Signore.” Il suo tono ora era più pacato. “Quello fu il primo peccato. Quello che maledì Lucifero e tutta la sua stirpe.” “Il peccato di disobbedienza?” Tornando ad alzare il capo Gamark. “No!” Gridò l'uomo, intimorendo ancor di più il piccolo. “Non era disobbedienza! Lucifero sfidò Dio! Credeva di poterlo battere! Si era illuso! Illuso di poter vincere! Illuso, capisci? Illuso!” Questa parola echeggiò nella fucina divenuta ormai muta. “Illuso!” Fissando il bambino. “Si era illuso! Ossia migliore di come fosse in realtà! E illusi furono tutti gli angeli ribelli che lo seguirono! Capisci, Gamark?” Il piccolo annuì lievemente. “E i suoi discendenti vivono in mezzo a noi...” aggiunse l'uomo “... sono ovunque... e noi dobbiamo ucciderli, altrimenti saranno loro ad uccidere noi... Gamark, dobbiamo ucciderli e liberare il nostro villaggio...” i suoi occhi erano quasi fuori dalle orbite e lunghe gocce di sudore rigavano il suo viso deformato da un'inquietante smorfia di follia “... capisci perchè ho dovuto uccidere quegli uomini giunti oggi nella fucina? Lo capisci, vero?” “Si...” fece Gamark. L'uomo accennò un lieve sorriso, simile ad un ghigno, per poi baciare sulla fronte suo figlio. Tornò allora a lavorare alla sua scure. “Devi imparare a riconoscerli...” mentre lavorava la lama della sua arma “... sono del tutto simili a noi... sono umani del resto... o almeno lo erano... ma a differenza nostra la luce non li attraversa... Gamark, potrai riconoscerli perchè non hanno ombra... solo da ciò capirai che sono illusi...” Ad un tratto si udirono dei rumori e poi voci confuse. “Gamark, nasconditi!” Ordinò l'uomo a suo figlio, per poi impugnare la sua scure. Un attimo dopo alcuni uomini entrarono nella fucina. Erano membri del Consiglio insieme ad alcuni soldati. “Carolius de Valoren...” cominciò a dire uno dei consiglieri “... siete accusato di fanatismo, incitazione alla violenza e di omicidio. Inoltre...” prendendo per un polso il piccolo Gamark “... di maltrattamenti ed abusi sul vostro stesso figlio!” “Lasciate mio figlio!” “Arrestatelo!” Ordinò il consigliere. I soldati allora raggiunsero l'uomo, ma questo colpì subito con la sua scure, mozzando la mano ad una guardia e ferendone un'altra sul capo. Alla fine però i militari ebbero la meglio, disarmandolo e pestandolo a sangue, sotto gli occhi del figlio. “Vieni, piccolo...” fece il consigliere a Gamark “... il tuo incubo è finito... questo pazzo non ti farà più del male...” sorrise “... vieni, ti porteremo in un luogo sicuro.” Presero così il bambino con loro e usciti dalla fucina trovarono ad attenderli una donna. “Gamark, bambino mio!” E corse verso suo figlio. “Piccolo mio, ora non ci separeranno più! Povero piccolo... ora nessuno ti farà più soffrire!” “Mamma...” in lacrime Gamark “... mamma... resteremo sempre insieme ora?” “Si, sempre...” annuì la donna, per poi stringerlo di nuovo a sé e baciarlo. Madre e figlio allora si unirono ai consiglieri e ai soldati e con loro fecero ritorno al villaggio. Ma mentre attraversavano le strade, Gamark si accorse che nessuno di quelli proiettava al suolo la propria ombra. Neanche sua madre... +++
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