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Vecchio 12-03-2012, 17.20.01   #1
Guisgard
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La Scelta individuale dell'Eroe da Romanzo: La Castellana di Vergi

Il Basso Medioevo (XI-XV secolo), ossia la seconda parte in cui si divide quel periodo storico, è l'età della nascita, come sappiamo, di un genere letterario straordinario che caratterizzerà per sempre la storia della letteratura di tutti i tempi: il romanzo.
Il romanzo, benché tratti molti temi in comune con essa, romperà gli schemi e i valori del genere epico.
Nel romanzo, infatti, il protagonista assoluto non è più un popolo e la sua storia, ma un individuo e la sua vita.
E questo pone l'eroe davanti ad un momento cruciale: la scelta.
Nel genere epico, un Achille, un Ettore, un Ulisse o un Orlando non possono scegliere.
Achille, nonostante conosca la profezia che vuole la sua vita legata a quella di Ettore, decide di sfidarlo per vendicare Patroclo.
Ettore, a sua volta, pur conoscendo l'invulnerabilità di Achille, non esita ad affrontarlo.
Anche Ulisse, simbolo dell'uomo e del suo destino, in realtà compie scelte “scontate”, come lo stesso Orlando, che decide di non suonare l'Olifante ed affrontare con pochi uomini le armate infedeli.

Tutto questo perchè l'eroe epico ha un preciso percorso già scritto, nel quale vengono esaltati i valori del popolo e della cultura che lo partorisce.
Così, Achille deve condurre alla vittoria i Greci, mentre Ettore ha il solo scopo di difendere Troia; Ulisse deve tornare ad Itaca e liberarla dai Proci, come Orlando deve sacrificarsi per esaltare gli ideali della Francia e i valori del Cristianesimo.
L'eroe epico quindi non ha scelta, ma può solo seguire quei valori che lo legittimano.
Cosa diversa, invece, per l'eroe del romanzo.
Egli ha come valore la sua individualità, il suo io e con esso i suoi valori e i suoi ideali.
Egli non incarna, né rappresenta un popolo, ma solo se stesso e la sua missione.
Così, Lancillotto decide in piena libertà di salire sulla Carretta dell'Infamia per compiacere ad Amore ed avere così il privilegio di poter ambire al cuore della sua Ginevra; Parsifal scegli di tacere al suo primo arrivo al Castello del Santo Graal e non chiedere dunque al Re Pescatore la fatidica domanda che avrebbe messo fine alla sua Mistica Ricerca.
Gli esempi potrebbero moltiplicarsi.
L'eroe del romanzo è dunque libero di scegliere e decidere per se stesso, rivelando così la straordinaria novità del genere romanzesco.

E un esempio può essere mostrato da una straordinaria composizione letteraria, opera di un anonimo autore del XIII secolo: la Castellana di Vergi.

La duchessa di Borgogna si è colpevolmente invaghita di un cavaliere della sua corte, che però è insensibile a lei perchè innamorato della castellana di Vergi, che segretamente lo ricambia a patto però che nessuno sappia dei loro rapporti.
Alle insistenti offerte della duchessa, il cavaliere s'azzarda finalmente a rivelarle che la rifiuta perchè innamorato di un'altra donna.
La duchessa, allora, respinta, muta in odio la sua passione e denuncia al marito un inesistente tentativo di seduzione da parte del cavaliere.
Il duca, così, affronta il cavaliere e incredulo alle difese di costui gli impone di rivelare il nome della donna amata o di andare in esilio.
La situazione è ben chiara e il cavaliere decide di non ragionare sui dettami del comportamento cortese, ma sulle conseguenze della sua scelta: se rifiuta andrà in esilio e perderà comunque la donna amata.
Decide così di rivelare il nome della sua amata, incoraggiato dalla promessa del duca di rispettare il segreto.
Ma rivelato il nome della Castellana di Vergi, scatterà inesorabile la tragedia.
La contessa, infatti, insospettita dall'immutata amicizia di suo marito col cavaliere, riuscirà alla fine a farsi dire dal duca il nome della donna, affrettandosi poi alla prima occasione di farle capire di conoscere il suo segreto.
La castellana allora resasi conto che l'Amico ha rotto la promessa, muore di dolore e su di lei si ucciderà il cavaliere.

Questo racconto racchiude perfettamente alcuni dei temi più cari usati dalla narrativa cortese; la vicenda, infatti, mostra egregiamente l'irrazionalità dell'animo umano e l'impossibilità di comprenderne i risvolti davanti all'illusione tutta medievale di voler afferrare l'incerto mutare dell'agire dell'uomo.
Ed è proprio l'animo umano lo scenario assoluto di quest'opera, dove è incentrata ogni scena ed ogni azione che condurrà poi alla tragedia finale.
E' una nuova dimensione in cui si trovano a vivere i protagonisti dei romanzi, senza che la narrativa precedente, come detto, possa venire in soccorso con i suoi eroi epici.
Un mondo nuovo e più vasto, animato da sentimenti assoluti e capaci di scuotere e far vacillare il mondo con le sue certezze e limitazioni.
Sono i grandi temi nati in seno a quella straordinaria stagione che vede il sorgere dell'Amor Cortese.
Una stagione unica e irripetibile che caratterizzerà per sempre la storia della letteratura di tutti i tempi.
E non solo.
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Ultima modifica di Guisgard : 12-03-2012 alle ore 20.34.20.
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Vecchio 12-03-2012, 17.35.17   #2
Altea
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Molto romantica..molto tragica, un pò come finale ricorda Romeo e Giulietta.
Io, però, il romanzo vero d'amore lo riporto al Romanticismo, ma è strano come nei dettami della letteratura i romanzi romantici vengano affidati come nascita a questo periodo e non all' Alto Medioevo.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 13-03-2012, 02.19.45   #3
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Milady, il romanzo, inteso come genere letterario, nasce nel Medioevo, frutto del vigore della letteratura volgare romanza, diffondendosi poi in tutta l’Europa occidentale e segnando un’epoca.
Da lì poi ci sarà la grande evoluzione nei vari paesi durante le diverse epoche letterarie.
Il romanzo dunque fu una vera e propria rivoluzione nata in seno alla nuova lingua, il volgare, che in breve avrebbe affiancato il latino in quasi tutte le discipline (l’età Scolastica Medioevale e quella Scientifica infatti, il Basso Medioevo insomma, sono appunto le epoche in cui il volgare si impone anche nelle discipline tecniche e scientifiche).
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Vecchio 13-03-2012, 12.25.21   #4
Taliesin
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Cavaliere dell'Intelletto,
se Maria di Francia potesse oggi intravedere il vostro modo di scrivere ed interpretare l'arte del calamaio, probabilmente ricaccarebbe il buon Cretien de Troyes nei meandri dell'incoscio e farebe di voi un degno sostitto tra i suoi salotti dorati e le sue "stanzette liete"....
Grazie per questa storia amico mio, quasi obliata dalla distrazione di un'epoca bizzarra e nevrotica.

Taliesin, il bardo
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Vecchio 13-03-2012, 20.23.58   #5
Guisgard
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Taliesin, amico mio e cantore di tempi ormai vivi solo nei sogni, come sempre con le vostre parole mi omaggiate ben oltre i miei meriti.
Ho voluto narrare questa storia su Camelot perché essa ieri incontrava il mio umore e i miei pensieri si lasciavano cullare, ammansiti, dai suoi versi resi incantati dalla magia del vero amore.
Il grande Chretien aveva il dono di narrare cose che poi sapevano prendere la stessa forma dei desideri di chi leggeva; io spero invece di poter almeno suscitare un sorriso ricordando queste storie senza tempo
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Vecchio 13-03-2012, 20.59.13   #6
Altea
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Grazie per il sorriso e per i sogni allora sir Guisgard...al giorno d'oggi è raro che un cavaliere muoia per la parola data a una dama e per non tradire la sua fiducia e il suo amore.
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Vecchio 16-03-2012, 15.57.14   #7
Lilith
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Lilith è sulla buona strada
è una storia meravigliosa ed è anche molto interessante... sinceramente non sapevo che il romanzo fosse nato nel Medioevo, ero convinta che fosse stato utilizzato per la prima volta molto più tardi...
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Vecchio 20-03-2012, 14.19.23   #8
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Eh, mio signore... ma che meraviglia...

Una storia così viva... vibrante... intensa... così piena di sentimenti e di passioni... e poi la vostra narrazione sempre così ricca di immagini e di sensazioni...
Ed io... beh, io non posso che confessare le mie colpe, adesso, e ammettere che non conoscevo affatto quest'opera!
Ne sono rimasta profondamente affascinata, tuttavia... e dunque non posso che rendervi doppiamente omaggio: tanto per aver voluto arricchire Camelot con un altro bel racconto, quanto -e forse più, ovviamente- per aver reso me un po' meno ignorante!

Mio signore...
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Vecchio 26-12-2012, 08.33.45   #9
jhonsmith
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Io, però, il romanzo vero d'amore lo riporto al Romanticismo, ma è strano come nei dettami della letteratura i romanzi romantici vengano affidati come nascita a questo periodo e non all' Alto Medioevo. Grazie per questa storia amico mio, quasi obliata dalla distrazione di un'epoca bizzarra e nevrotica. se Maria di Francia potesse oggi intravedere il vostro modo di scrivere ed interpretare l'arte del calamaio, probabilmente ricaccarebbe il buon Cretien de Troyes nei meandri dell'incoscio e farebe di voi un degno sostitto tra i suoi salotti dorati e le sue stanzette liete....!!!

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Vecchio 26-12-2012, 14.09.58   #10
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Io, però, il romanzo vero d'amore lo riporto al Romanticismo, ma è strano come nei dettami della letteratura i romanzi romantici vengano affidati come nascita a questo periodo e non all' Alto Medioevo. Grazie per questa storia amico mio, quasi obliata dalla distrazione di un'epoca bizzarra e nevrotica. se Maria di Francia potesse oggi intravedere il vostro modo di scrivere ed interpretare l'arte del calamaio, probabilmente ricaccarebbe il buon Cretien de Troyes nei meandri dell'incoscio e farebe di voi un degno sostitto tra i suoi salotti dorati e le sue stanzette liete....!!!

Messer John vi ringrazio per esservi soffermato sulle mie parole appena approdato a Camelot, oltre a quelle del buon bardo..avete iniziato citando le mie parole, solo mi chiedo se siate d'accordo o meno su cio' che ho detto..
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