20-03-2012, 17.54.40 | #1 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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All'origine della cultura Occidentale: Il Waltharius
Oggi si discute molto, spesso a sproposito, sulle origini e i valori della nostra cultura Occidentale.
Si tende a mettere in dubbio, in maniera del tutto antistorica e anacronistica, un'evoluzione indiscutibile che ha di fatto forgiato quelli che sono i pilastri sui quali si erge la civiltà Europea. Fortunatamente, come affermava il grande Gian Battista Vico, la storia, se letta in modo non fazioso e basandosi sulle sole fonti documentate, è di per sé una scienza esatta, come lo è la matematica. E infatti solo in una lettura storica coerente, imparziale e aliena da interessi politici o economici è possibile riconoscere gli indubbi valori che hanno generato e nutrito la cultura Occidentale come la conosciamo noi oggi. Il domenicano Guglielmo di Moerbeke affermava, a ragione, sebbene solo su un piano strettamente filologico, che per la Latinità (ossia l'Occidente Europeo) l'Iliade e l'Odissea equivalgono a quello che rappresentano i libri Biblici per i popoli semitici. Questo rende chiaro quanto il nostro Occidente debba alla cultura classica Greco/Latina. Ma non solo da quella cultura è nata la moderna Europa in cui noi oggi viviamo. Il nostro Occidente ha trovato le sue basi nel Medioevo, quando si sono costituiti definitivamente i cardini della civiltà moderna (perchè anche il risveglio Umanistico prima e quello Rinascimentale poi sono reazioni di quanto inizia a concepirsi nell'ultimo periodo medioevale). Così, accanto alla cultura classica Greco/Romana, fonte primaria della nostra civiltà, arriva l'elemento Germanico, portato dagli innumerevoli popoli barbarici che hanno poi fondato i cosiddetti Regni Romano/Barbarici, su molti dei quali sono poi nati gli embrioni delle future monarchie Europee. E questi due momenti, incontratisi e congiuntisi proprio nel Medioevo, sono poi stati completamente assimilati e resi compatti dal pensiero Cristiano. Grandissimi intellettuali, quasi a cavallo tra cultura classica e medioevale, come Sant'Agostino, San Girolamo, Boezio, Cassiodoro, Sant'Isidoro di Siviglia, San Beda il Venerabile, hanno saputo raccogliere il sapere antico, fonderlo con il nuovo, rappresentato dal Germanesimo e renderlo totalmente Cristiano. Questa unione, appunto, di classicità Greco/Romana, elemento Germanico e pensiero Cristiano è la vera genesi della nostra civiltà Occidentale. E come spesso accade, l'arte e la letteratura sono uno specchio sensibile dei mutamenti più importanti e innovativi che avvengono in una società. E noi proprio nella letteratura cercheremo il momento in cui si è presa definitivamente coscienza di questa osmosi finalmente compiuta tra mondo classico, elemento germanico e pensiero Cristiano. Nel X secolo nasce la cosiddetta Epica Folklorica medioevale, l'equivalente cioè dell'Epica Mitologica Classica (Iliade e Odissea appartengono a questo genere, mentre La Farsalia di Lucano va posta nell'Epica Storica, tanto per citare esempi della suddivisione tradizionale della Letteratura Epica). E proprio a questo periodo risale un poema epico, appartenente appunto al genere Folklorico, nel quale l'unione tra cultura classica, elemento germanico e pensiero Cristiano è finalmente compiuta: Il Waltharius. Il Waltharius è il primo ed unico poema latino che si riallaccia alla tradizione di una saga, probabilmente orale, germanica. La trama comincia con una scorribanda degli Unni in Gallia. I tre regni in cui è divisa la regione, quello dei Burgundi, degli Aquitani e dei Franchi, decidono così di patteggiare e diventare tributari di Attila. Così, i tre sovrani consegnato ciascuno un fanciullo al potente re degli Unni: i Burgundi e gli Aquitani i due eredi al trono, la principessa Hiltgunt e il principe Walther, promessi sposi; i Franchi, invece del neonato principe Gunther, il valoroso cavaliere Haghen. I tre ragazzi crescono così presso la corte unna, divenendo potenti e rispettati. Anni dopo, saputo che Gunther è salito sul trono franco, Haghen fugge dalla corte di Attila e torna nella sua terra. Poco dopo anche Walther decide di fuggire, portando con sé la sua amata Hiltugunt e parte del tesoro degli Unni. Gunther, però, venuto a conoscenza della fuga dei due innamorati, nonostante i consigli di Haghen, decide di mettersi sulle loro tracce per appropriarsi del tesoro, a suo dire proprietà dei Franchi. Guhther parte allora con dodici cavalieri, tra cui Haghen. Raggiungono cosi Walther e Hiltugunt, che fanno appena in tempo a ripararsi in una grotta. La grotta si presenterà come un ottima difesa: i cavalieri Franchi, infatti, a causa della disposizione del terreno, sono costretti ad affrontare uno alla volta il valoroso Walther, che riesce grazie alla sua abilità nei duelli a vincerli tutti, uno dopo l'altro. Allora, il folle Gunther convince Haghen a dargli una mano per affrontare l'Aquitano. I due riescono ad attirare Walther fuori dalla grotta e lo assalgono contemporaneamente. Lo scontro è terribile ed alla fine ognuno dei tre riporta una mutilazione grave: Walther perde la mano destra, Haghen un occhio e Gunther una gamba. Alla fine, dopo aver ricomposto la pace con Haghen, Walther e Hiltgunt partono per la patria dell'eroe dove si sposano e vivono felicemente. L'autore di questo straordinario poema tradisce un'eccezionale maestria nell'uso della tradizione classica (Virgilio in modo particolare sembra ispirarlo), tardoantica e medioevale. Essendo anonimo, molto complessa è risultata la questione che porta a delinearne l'identità dell'autore. Oggi gli studiosi tendono ad attribuire la paternità dell'opera al monaco Eccheardo I di San Gallo (X secolo). Al di la di questo, Il Waltharius resta un'opera di grande maestria tecnica e di una potente ed efficace qualità narrativa. L'elemento classico, come detto di impronta Virgiliana, appare perfettamente inserito nei nuovi contenuti folclorici germanici e il tutto è legittimato dal sustrato culturale Cristiano. L'epopea narrata dal Waltharius, oltre ai valori di fedeltà e amicizia che animano gli eroi, l'amore che lega il protagonista alla sua amata, gli slanci e le passioni che muovono queste figure dal piglio romantico e a tratti intriso di una primordiale e abbagliante violenza, investe e raggiunge una componente epica straordinaria, in cui giungono ai nostri occhi quegli elementi che rappresentano l'essenza delle tre anime del Medioevo, cultura classica, componente germanica e pensiero Cristiano, che sono indiscutibilmente le basi della civiltà Occidentale moderna.
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20-03-2012, 18.07.50 | #2 |
Cittadino di Camelot
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Questo libro epico, è insoluto ovvero vi è una unica copia? Intendo, nominando l'Iliade ed Odissea mi chiedo se è un libro che è possibile reperire oppure in quanto insoluto si trovi custodito presso qualche biblioteca
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
20-03-2012, 18.20.36 | #3 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Assolutamente, milady.
Questo poema, come altri del suo genere e della sua diffusione (Beowulf, tanto per fare un esempio) si possono trovare in commercio.
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20-03-2012, 18.23.11 | #4 |
Cittadino di Camelot
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grazie Sir Guisgard, un genere di letteratura che non ho mai letto a dire il vero, e complimenti sempre per la vostra conoscenza in materia.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
20-03-2012, 18.27.59 | #5 |
Cittadino di Camelot
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Guisgard siete una fonte inesauribile........e devo dire che per vari motivi....siete stato molto utile....per le mie ricerche storiche o lavori di ricerca.....
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21-03-2012, 01.45.40 | #6 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Troppo buone e generose con questi complimenti, gentili dame
Io, in verità, ho fatto ben poco: ho solo sfogliato uno degli innumerevoli libri che impreziosiscono la Biblioteca Reale di Camelot, per poi leggerlo ad alta voce per questa corte
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21-03-2012, 11.00.08 | #7 |
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...e vi sembra poco Cavaliere dell'Intelletto...?
In un' epoca spesso nauseabonda ed ipertecnologica dove ogni contatto viene azzerato dallo sbuffare delle macchine e dal rumore delle moderne pentole a pressione, sfogliare i vostri scritti è come ritrovare un vecchio amico amanuense, che curvo sulla scrivania dei ricordi presenta ogni giorno ai suoi commensali un nuovo succolento piatto dove immergersi e ricordare il buon tempo antico.... ...quando a Lord Byron, in punto di morte, moderni scribi e farisei gli domandarono: "...Mylord, qual'è secondo voi, il buon tempo Antico...?" ...egli rispose con il sorriso e la leggerezza dell'anima: "...Tutti i tempi, quando sono Antichi, sono buoni...." Taliesin, il bardo |
21-03-2012, 11.20.38 | #8 | |
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ed io, di nuovo, vi rendo onore!
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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22-03-2012, 02.34.22 | #9 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Vi ringrazio per queste belle parole
Basta davvero così poco per meritare questi bei complimenti? Allora, per tutti voi, tornerò presto a sfogliare e a leggere qualche altro libro fra quelli custoditi nella Biblioteca di Camelot
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28-03-2012, 11.10.54 | #10 |
Cittadino di Camelot
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Cavavliere dell'Intelletto,
avete mai presentato nel vostro scrittoio la storia di "Eloisa ed Abelardo"...credo che in quest'epoca contorta sarebbe una piacevole riscoperta per i nostri giovani viandanti...Attendo con impazienza la vostra gentile esposizione poichè so che non aspettavate altro che chiedervelo... Taliesin, il bardo |
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