26-04-2010, 13.03.05 | #1 |
Cittadino di Camelot
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castello Arechi...
Ho colto al balzo la proposta avanzata un pò di tempo fa da Llamrei di parlare dei castelli visitati...vi dirò di più questo castello che vi proporrò non solo l'ho visitato ma ogni mattina quando mi sveglio lo vedo dalla mia finestra..e sogno...
Il castello di Salerno si eleva a quota 300m sul livello del mare, in cima al monte Bonadies, il “cacumen montis”, ricco di contenuti mitici e sempre presente nelle immagini storiche della città.L’ urbanizzazione della zona, alle pendici della collina, avvenuta attraverso successivi avvicinamenti al mare, si manifesta con ampliamenti repentini e lunghi periodi di stasi durante i quali sono numerose le rifrazioni e le sovrapposizioni.Questo tipo di ampliamento, che trova giustificazione nella storia politica di Salerno, si manifesta parallelamente all’ ampliamento del castello ed al miglioramento delle sue fortificazioni.Non si hanno notizie precise delle origini di Salerno.Il suo nome come colonia romana, appare per la prima volta nel 194 a .c. citata come presidio contro i ribelli Picentini.L’ attuale via Tasso, che da porta Nucerina a Porta Rotese attraversa tutto l’ insediamento romano “Castrum Salerni” ripete fedelmente il tracciato del decumano massimo all’ interno della città, dando luogo ad un insediamento disteso lungo una curva di livello.La forma della città e la sua posizione a mezza costa favorirono la costruzione di bellissime residenze in posizione vantaggiosa per la esposizione e per la naturale difesa fornita dal colle Bonadies.La caduta dell’ Impero romano d’Occidente determinò un periodo, lungo ed oscuro, di distruzioni e saccheggi.Nell’ anno 536 Salerno è conquistata da Belisario e si instaura così la prima dominazione bizantina.Nel 541, la città cade per breve tempo sotto il potere di Totila: in questi anni si registrano solo spopolamenti, devastazioni, epidemie che contribuiscono al decadimento della città divenuta vittima designata del conquistatore di turno.Nel 640 inizia la dominazione longobarda che segna la rinascita ed il rapido ripopolamento di Salerno, dapprima parte del ducato di Benevento e poi principato autonomo. Salerno crebbe sicura nelle fortificazioni longobarde arricchita di un “palacium” che il “Chronicon”, citando i versi di Paolo Diacono, definisce mirabile e decorato.Il circuito delle mura longobarde, che doveva restare quasi intatto fino al XVI secolo, nasce e muore a ridosso del castello con uno svolgimento triangolare. Salerno ebbe a trarre notevole beneficio dalla dominazione longobarda, divenendo ben presto “la più cospicua del Ducato”.Un’ analisi della muratura della torre “Mastra” che presenta precise analogie con coeve murature di fortificazioni beneventane, fa ritenere necessaria una più accurata datazione.Gli “ampi tratti di muratura” a grossi blocchi squadrati che Acocella definisce longobardi e che sono stati da poco messi in luce, devono riferirsi alle fortificazioni che Salerno già possedeva prima della venuta dei duchi beneventani. Lo stesso Acocella ci fa notare, citando un passo di Chronicon l’ uso dei verbi: “Arechi ha ampliato e fortificato la città”. Risulta chiaro da questa stessa citazione che la città era già in precedenza munita di fortificazioni: infatti i filari di blocchi squadrati rinvenuti per ampi tratti, denunziano una tecnica di allineamento adottata in tutta l’età classica. Si deve sempre ipotizzare una collocazione cronologicamente precedente alla venuta dei Longobardi a Salerno, proponendo con quest’ultima tesi un’ insediamento sulla collina in età bizantina in un’epoca in cui si cominciavano a costruire fortificazioni esterne a difesa delle città.La muratura della enorme massa trapezoidale, presenta grossi blocchi tufacei, provenienti chiaramente dalla parziale distruzione della muratura a filari squadrati che prima abbiamo esaminato, immessi a funzione statica nella massa più minuta, determinando una tecnica longobarda di cui abbiamo vasta documentazione. Restringendo l’ area della fortificazione prelongobarda alla zona sottostante la “Comanda”, situata nel punto più alto della collina, si può avanzare l’ ipotesi che la cortina longobarda si estende dalla zona più a nord del castello fino alla grande massa rocciosa che delimita il “cacumen montis” disponendosi come un aggere naturale verso oriente. Ampliamenti successivi verso oriente hanno determinato riorganizzazioni planimetriche e funzionali ed una diversa disposizione dell’ accesso.Si può notare qui il tipico ingresso con una torretta di vano da cui si azionava il ponte levatoio, posto a 5-6m dal filo basamentale della cortina.Il ponte levatoio batteva sul rivellino, oggi unito alla torretta con un ponte in muratura di recente costruzione, ed affidava il suo equilibrio ad un enorme massa di muratura posta al disopra della piattabanda.La zona difesa a forma trapezoidale, tipologia caratteristica del castello medievale, è posta al sommo del castello, e rivela nelle attuali condizioni la presenza di muri di ronda e postazioni per mangani. La parte privilegiata era separata dai servizi: la cisterna, la cappella, la torre di guardia, elementi questi, caratteristici dei castelli medioevali nel Meridione.Durante la dominazione longobarda il Castello di Salerno risultò una rocca imprendibile, non solo per la cura dedicata al miglioramento delle sue postazioni, ma anche per la sua posizione naturalmente inaccessibile.Il disegno dell’ accesso sviluppa un percorso lungo un’ ascesa ripidissima e facilmente ostacolabile dall’alto, con tiri piombanti, scagliati dalla sovrastante torre “Pentuclosa”. Il percorso obbligato, fino all’ ingresso, difeso dal rivelino è serrato in una vera propria tenaglia di tiri radenti, provenienti sia dalla Pentuclosa che dalla torre di Mezzo.Tale funzionalità planimetrica offrì una tenace resistenza al conquistatore Normanno. Il castello non capitolò ma i suoi occupanti furono presi per fame e per patteggiamenti nel 1077.Con l’ avvento dei Normanni, e la soluzione della continuità bellica, maggiori cure vengono rivolte alla città, mentre vengono tralasciate le opere di fortificazione e difesa.Ne’ dal periodo normanno ne’ da quello svevo è possibile reperire nell’area del castello qualche elemento architettonico notevole.L’ avvento degli Angioini riportò nel salernitano un clima guerresco, dovuto alla resistenza dei fuoriusciti fedeli alla casa sveva, e alla lunga ed estenuante lotta sostenuta contro gli Aragonesi.In seguito le incursioni dei Turchi e dei pirati sulle coste tirreniche maturarono la necessità di una migliore linea difensiva. Essa si concretizzò nella costruzione di una catena di torri lungo il litorale del vicereame.Il sistema costruttivo e l’ impianto planimetrico delle numerose torri costruite lungo la costa salernitana presentarono caratteri simili all’ ampliamento sud orientale del castello di Salerno ed al muro del fossato che cinge tutto il castello.Il castello fu acquistato nel 19 dicembre 1960 dall’ Amministrazione Provinciale di Salerno ed è stato recentemente restaurato. Il buon funzionamento del complesso è curato dalla Direzione dei Musei Provinciali del Salernitano. FONTE:www.liceodaprocida.net/~salernoporteaperte/castelloarechi.htm Beh la foto è molto suggestiva...non sono fortunata a godere di un cosi bel panorama??non ho parole tanto è bello..lascio a voi i commenti....
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lady rainbow |
27-04-2010, 14.03.13 | #2 |
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Beh... sì... direi che godete proprio di uno splendido panorama.
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27-04-2010, 14.05.38 | #3 |
Cittadino di Camelot
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concordo in pieno con sir hastatus molto bello come castello
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fabrizio |
27-04-2010, 14.31.03 | #4 |
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Effettivamente non è un panorama consueto... che bellezza!!!
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27-04-2010, 15.57.58 | #5 |
Cittadino di Camelot
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Pensate che lo utilizzano addirittura per le cerimonie...
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lady rainbow |