24-04-2010, 13.56.54 | #1 |
Cittadino di Camelot
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Principali popoli mostruosi nel Medioevo..
Ogni epoca ha i suoi miti,le sue credenze,le sue convinzioni più o meno fantasiose...
Nel Medioevo una fra queste era quella dei popoli mostruosi corpus mitologico omogeneo, sviluppatosi esclusivamente nella mitologia occidentale greco latina e medioevale, che include diversi tipi di popolazioni fantasiose che abitano terre lontane o sconosciute (all'autore che li descrive). Ogni popolo di questa categoria è caratterizzato da una deformità fisica che è specchio di un comportamento o di comportamenti umani precisi, che vengono enfatizzati in queste creature. Sono composte da esseri umanoidi con una o più specifiche ed evidenti deformazioni del corpo, che conferiscono il nome proprio alla popolazione stessa. Le deformazioni sono le più varie, dall'assenza di alcuni organi (occhi, naso, bocca, testa, giunture, mani) alla duplicazione o moltiplicazione degli stessi, dall'ipertrofia (torso, piedi, collo, orecchie enormi) all'accostamento di membra di diverse proporzioni (corpo gigantesco e testa minuscola), per terminare con ibridi, comunque sempre umanoidi, che hanno parti del corpo animalesche (teste di cane, di gallo, corna di capra, corpo peloso). sono, generalmente, privi di qualità divine o sovrannaturali. Gli sono attributi, generalmente, comportamenti ed emozioni umane negative.Vivono, generalmente, in modo abbruttito, senza creare società o insediamenti più che primitivi. La mia attenzione curiosità si è soffermata su alcune di queste popolazioni: I Blemmi (in greco: Βλέμυες; in latino: Blemmyae) erano un'antica popolazione nomade della Nubia menzionata, come tale, da alcune fonti storiche tardo-romane e bizantine. Altre fonti greco-romane e soprattutto medioevali forniscono, al contrario, una descrizione mitizzata di questo popolo che assume dei connotati tipicamente mostruosi. In questo secondo contesto, infatti, i blemmi sono un popolo mostruoso localizzato in un luogo imprecisato dell'Africa orientale: la Nubia, l'Etiopia o, più genericamente, le terre a sud dell'Egitto. Procopio di Cesarea(500-565), storico bizantino del VI secolo, cita i Blemmi nel primo libro della sua monumentale opera in otto volumi sulle campagne militari di Giustiniano I contro i Sasanidi in Persia, i Vandali in Numidia e gli Ostrogoti in Italia. « Dalla città di Axum fino ai confini egiziani dell'impero romano, dove si trova la città di Elefantina, ci sono trenta giorni di marcia, per un buon camminatore. Là vivono molti popoli, di cui i Blemmi ed i Nobati ( sono i più numerosi. Ma i Blemmi abitano nell'interno di quella regione, mentre i Nobati occupano la zona lungo il fiume Nilo. »(Procopio di Cesarea, De Bello Persico (Sulle guerre), I, 19.) Secondo Procopio, i Blemmi abitavano la Nubia assieme ai Nobati e, come quest'ultimi, adoravano le stesse divinità dei Greci, oltre ad Iside ed Osiride. Una fonte latina del IV secolo, la "Historia Augusta", elenca i Blemmi tra i popoli che ornarono il trionfo di Aureliano nell'anno 274 . Nel III secolo, infatti, sia i Blemmi che i Nobati erano entrati in conflitto più volte con l'impero romano. I Nobati, tuttavia, dopo aver subito una dura repressione da parte dall'imperatore Diocleziano nel 298, erano divenuti alleati dei Romani (Foederati) in Dodecascheno proprio contro i Blemmi, anche se i governatori romani d'Egitto pagavano comunque ai Nobati un tributo annuale in oro per prevenire possibili incursioni nel proprio territorio. I Blemmi continuarono a rappresentare una minaccia per l'impero anche nel secolo successivo come testimonia un'iscrizione in demotico del 373 che ricorda una loro incursione nell'oasi di Kharga, nel deserto libico-nubiano.La loro localizzazione e il loro stile di vita hanno indotto alcuni storici contemporanei ad avanzare l'ipotesi che i Blemmi fossero gli antenati dei Begi, un gruppo etnico del Nordafrica. l ciclopi (greco: Κύκλωψ che significa "occhio rotondo")sono figure della mitologia greca,discendenti di un'antica razza di giganti, caratterizzati dalla presenza di un solo occhio, anche se questo elemento sembra essere posteriore alle prime attestazioni, quando i ciclopi erano solamente genti di grandi dimensioni dagli occhi tondi. Omero ne parla nell'Odissea (libro IX) quando Odisseo incontra in Sicilia i loro figli: i barbari Ciclopi, che, ormai scordata l'arte degli avi che lavoravano come fabbri per Zeus, vivevano dediti alla pastorizia e isolati l'uno dall'altro in caverne. « Questi si affidano ai numi immortali: non piantano alberi, non arano campi; ma tutto dal suolo per loro vien su inseminato e inarato, orzo e frumento e viti che portano vino nei grappoli grossi, che a loro matura la pioggia celeste di Zeus »(Odissea, IX, 107-111) Omero dà solo il nome di uno di loro, Polifemo, che fece prigioniero Odisseo e i suoi compagni. Una qualche verità storica riguardo all'esistenza di una popolazione o tribù che rispondesse al nome di "Ciclopi" ci viene data da Tucidide nel libro VI delle sue Storie allorquando si accinge a parlare delle popolazioni barbare esistenti in Sicilia prima della colonizzazione greca. Così scrive: « Si dice che i più antichi ad abitare una parte del paese fossero i Lestrigoni e i Ciclopi, dei quali io non saprei dire né la stirpe né donde vennero né dove si ritirarono: basti quello che è stato detto dai poeti e quello che ciascuno in un modo o nell'altro conosce al riguardo. » L'attribuzione del caratteristico "occhio unico", come già detto, è tarda. La ciclopia è in realtà una forma dell'oloprosencefalia, una patologia nella quale il cervello si presenta unico, non distinto cioè nei due emisferi. Tale malattia si può presentare con diversi gradi di gravità, tra i quali la forma che si può considerare "completa" è detta ciclopia, appunto. Secondo un'altra ipotesi la leggenda dei ciclopi potrebbe essere nata a causa di alcuni ritrovamenti fossili di elefanti nani, vissuti in Sicilia al tempo del Paleolitico. La particolarità dei lori crani è di avere un grande buco al centro, che non è altro che il foro nasale dell’elefante. Tali resti fossili potrebbero quindi essere stati scambiati per uomini giganteschi con un occhio solo e infatti anche il filosofo Empedocle afferma che "in molte caverne siciliane furono ritrovati fossili di una stirpe di uomini giganteschi oggi scomparsa". L'ipotesi più attendibile rimane oggi quella secondo cui i Ciclopi, antichi fabbri, fossero in realtà degli artigiani emigrati da oriente fino alle isole Eolie dove si sono trovate tracce della lavorazione dei metalli durante la facies Diana. La presenza di un occhio solo potrebbe essere una tradizione legata all'usanza di coprire con una benda l'occhio sinistro per proteggerlo dalle scintille ovvero da un ipotetico tatuaggio sulla fronte rappresentante il Sole, essere cui questi antichi artigiani poterono probabilmente essere devoti. Il panozio (dal greco pan e othi, significa tutto orecchi) è un mostro antropomorfo del folklore medioevale, chiamato anche panozo (al plurale panozi, dal latino panotii). In tempi antichi si riteneva vivessero nelle isole all'estremo nord del continente europeo, come scrive Plinio (libro IV, capitolo 95). Avrebbero orecchie talmente grandi da toccare terra, e le userebbero come giaciglio e coperta, al momento di dormire. Essendo molto timidi, alcune fonti dicono che all'avvicinarsi di qualcuno le spiegano come ali e volano lontano dal pericolo. Il termine viene utilizzato per la prima volta da Pomponio Mela, ma già Scilace di Caiandra e Megastene riferivano di popolazioni con le medesime caratteristiche. Non sono però inseriti da Sant'Agostino nel suo De civitate dei, catalogo fondamentale dei mostri medievali, fatto questo che limita la loro diffusione: come pure la mancanza di auctoritas e la mancanza di una vera e reale mostruosità nei loro caratteri e nelle loro personalità, sia fisiche che spirituali.La caratteristica principale di questo essere sono le enormi orecchie, usate dalle femmine dei panozi per coprire i propri seni. Per il resto i panozi sono molto simili agli umani. Come molte altre creature mostruose, vedono la loro nascita da altre razze con caratteri insoliti o mostruosi, che, per la sovrabbondanza di tali caratteri atti già da soli a renderli sufficientemente alieni, vengono suddivisi dando origine ad altri miti. In questo caso, Ctesia parla di pandae o macrobi, le cui donne hanno un solo figlio nella vita, neonato che presenta i capelli già bianchi, otto dita per ogni arto, e orecchie gigantesche, fino ai gomiti. Essendo l'insieme abbastanza spaventoso, il tratto delle orecchie ipersviluppate viene separato, dando origine a una nuova specie, i panotii, appunto.Le Gesta romanorum, invece, (una specie di antologia di storie anonime morali e pseudo antiche, scritte in Inghilterra in ambiente francescano prima del 1342) cercano di moralizzare, appunto, i panotii e le altre 15 razze di Plinio: nel capitolo 175, le enormi orecchie sono un mezzo per meglio ascoltare la parola di Dio e preservare corpi e anime dal peccato. Sono citati anche in tempi moderni, nel romanzo Baudolino di Umberto Eco, dove addirittura grazie ad un lungo addestramento riescono ad usare i loro apparati uditivi per planare, con effetti disastrosi. Mi perdonerete se inserisco solo queste tre popolazioni ma preferisco non "turbarvi" con altre immagini..data la crudezza di alcune di queste... FONTE:it.wikipedia.org/wiki/Popoli_mostruosi
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lady rainbow Ultima modifica di lady rainbow : 24-04-2010 alle ore 16.16.16. |
24-04-2010, 16.27.43 | #2 |
Dama
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Interessante argomento mia cara molto brava.
E se vi dicessi che non è un argomento che trova spazio solo in un periodo circoscritto quale il medioevo ma è anche piuttosto "attuale"? |
24-04-2010, 16.34.54 | #3 |
Cittadino di Camelot
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L'immaginazione non ha confini!!!comunque qualsiasi approfondimento o aggiornamento è ben accetto...è bello conoscere cose nuove...
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lady rainbow |
24-04-2010, 16.40.33 | #4 |
Dama
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ho lanciato un amo ma non voglio assolutamente uscire dal seminato. Il vostro argomento merita di essere approffondito in quanto molto interessante. Caso mai lasceremo eventuali divagazioni per tempi più maturi. Ora mi avete stimolato la curiosità e cercherò di documentarmi su questo argomento nello specifico. Che i bestiari (l'immaginazione, come già ben ribadito da voi, non ha confini) abbiano una simil-relazione?
(chiudo la mia postilla per dire che "strane"creature sono state documentate in zone arcane anche ai tempi nostri..e qui mi fermo) |
24-04-2010, 16.43.28 | #5 |
Cittadino di Camelot
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Beh continuerò a ricercare anche io...d'altronde si è ben capito che le ricerche sono il mio punto forte...
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lady rainbow |
24-04-2010, 18.12.35 | #6 |
Cittadino di Camelot
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mylady è un bellissimo argomento mi fa piacere che da quando vi siete registrata vi siete messa subito all' opera per farci scoprire nuovi argomenti
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fabrizio |
24-04-2010, 18.15.41 | #7 |
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Grazie caro cavaliere...ma è il "clima"favorevole del forum e le stupende persone che vi sono oltre alla mia smodata curiosità che mi spingono a ricercare...
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lady rainbow |
24-04-2010, 21.29.03 | #8 |
Viandante
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interessante argomento davvero:)
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lady selene |
25-04-2010, 10.11.39 | #9 |
Dama
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Se ritenete utile, suggerirei anche questo argomento che credo sia ben correlato alla discussione
http://www.camelot-irc.org/forum/sho...iari+medievali |
21-08-2010, 14.43.55 | #10 |
Cittadino di Camelot
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Complimenti a Lady Rainbow per aver aperto questa interessante ed approfondita discussione Sarebbe interessante però, a mio parere, discutere anche della figura dei Draghi, e mi piacerebbe se si congetturasse sul come ed il perchè siano venuti fuori tali mostri dall'immaginario popolare medioevale. Io ho due ipotesi:
1) Il Drago, che nella cultura occidentale ha sempre rappresentato una figura negativa, è in una descrizione semplicistica, un grosso serpente. Il serpente è rappresentante del Maligno sulla terra e spesso mostri come i draghi sono raffigurati in chiese e monasteri come moniti per i fedeli. I cavalieri che uccidevano i Draghi quindi potrebbero essere stati i protagonisti di storie formative che intendevano fornire un modello di comportamento (coraggioso e impavido) e di identità (un cavaliere che si fa rappresentante di un intero popolo che incarna valori cristiani e che quindi pone al servizio di Dio le sue armi per contrastare Satana). 2) Questa ipotesi credo sia la meno credibile e forse un pò bizzarra: ritrovamenti di carcasse di grandi animali o dinosauri, la paura del buio e di racconti tramandatisi nei secoli, favoriti dalla mancanza di appoggi di tipo scientifici hanno fatto si che la figura del Drago prendesse forma nelle tradizioni popolari del medioevo. E ora a voi il resto della discussione
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"Merlino, ramingo dalle mille risorse che per flutti, boschi e montagne mai si perde, cacciando e curando ferite, di una vita passata" |
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