06-03-2012, 19.13.02 | #1 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il mistero del Maestro di Castelseprio
Nel 1944 furono scoperti alcuni affreschi, celati sotto l'intonaco quattrocentesco che li ricopriva e che ancora oggi costituiscono il cosiddetto “Problema Castelseprio”.
Il luogo del ritrovamento è una piccola chiesetta, S. Maria Foris Portas, oggi isolata tra pochi ruderi nei boschi delle colline presso Varese. In origine sorgeva subito fuori le mura del borgo fortificato di Castelseprio, costruito tra IV e V secolo a scopo difensivo davanti all'incombente minaccia dei Goti e che sicuramente in periodo Longobardo fu capoluogo di un ampio distretto amministrativo. Le forme in cui è costruita la piccola chiesa sono note in Oriente e di certo non ignote in Occidente, in un arco cronologico che va dal V al X secolo. Tuttavia l'aspetto della chiesetta poco ha saputo dire agli archeologi per risalire sull'origine e l'epoca dell'edificio. L'architettura è però in stretto rapporto con il rivestimento ad affreschi, citato all'inizio, che, oggi limitati alla sola abside centrale, lo ricoprivano in origine completamente. Il soggetto di questi affreschi è decisamente singolare in Lombardia e in genere nel Medioevo Occidentale. Sono infatti dedicati al racconto della Nascita e dell'Infanzia di Cristo ma nello stesso tempo anche alla problematica della Sua Divinità, espressa, quest'ultima, da una parte dall'immagine del Cristo Pantocrator, dall'altra dalla figurazione della cosiddetta Estimasia, la Croce in trono, velata e ornata tra due Angeli, adoranti che reggono in volo un globo dominato dalla Croce. In definitiva si tratta di una proclamazione dell'unità della Natura Umana e Divina di Cristo: come tale, dunque, decisamente anti-ariana e di indubbia origine orientale, non solo per le immagini e le forme bizantine in cui è espressa, ma anche perchè il racconto della Vita di Cristo segue vangeli aprocrifi, diffusi in Oriente ed estranei invece alla cultura occidentale. Ogni possibilità di datazione di questo importante complesso sta dunque solo nelle forme di questi affreschi, i quali sono anche la vera fondamentale ragione del suo altissimo interesse storico-artistico. Si tratta infatti di dipinti di qualità in assoluto eccelsa, una qualità che scavalca i secoli, alla pari dei capolavori sommi di ogni tempo. Secondo i dati archeologici, analizzando le notizie storiche relative al borgo di Castelseprio, gli affreschi devono essere necessariamente datati non prima del VI secolo e non dopo l'inizio del X. Risalgono dunque a secoli che non presentano niente di simile, per livello culturale e artistico, non solo in Lombardia ma neppure nelle province dell'Oriente Bizantino da cui, con ogni probabilità, proveniva l'altissimo artista che ne fu l'autore. Questi affreschi parlano in una lingua classica perfetta e vivissima; immagini costruite con assoluta sicurezza prospettica e dinamica, corpi che guizzano con grazia in uno spazio reso con la maestria della migliore tradizione antica. Immagini che vivono di un'intensa vita spirituale. Nella ricerca cronologica di questi straordinari affreschi bisogna escludere i secoli tra la fine VI e fine VIII secolo, che in Lombardia si trovano sotto la dominazione “barbara” Longobarda. Gli studiosi non hanno trovato ancora oggi altra opera dove la pittura classica viva l'avventura Cristiana con la spontanea fusione di movenze di splendidi corpi e appassionati gesti e sguardi che percorre gli straordinari dipinti di Castelseprio. A quale epoca allora far risalire questi inarrivabili capolavori? Oggi si tende a seguire due possibili risposte. O un inaudito genio fuori dal suo tempo venne nel IX secolo nel piccolo borgo di Castelseprio a generare un nascente modello che però gli altri artisti del luogo non compresero. Oppure maestri lombardi, che la cultura carolingia spingeva allo studio dell'antico, trovarono questo antico proprio tra le colline di Castelseprio, forse eredità del periodo tardoantico. Forse non conosceremo mai il geniale autore di questi affreschi e nemmeno le motivazioni che lo spinsero a Castelseprio. Ma ciò che ci ha lasciato questo che chiameremo “Maestro di Castelseprio” è uno straordinario fiore d'arte, sbocciato in alta Italia dopo la spostamento a Ravenna della corte imperiale e prima dell'avvento del Sacro Romano Impero di Carlomagno. Un fiore d'arte sbocciato in quei secoli cosiddetti “oscuri” e “ferocissimi” che videro morire l'arte antica e nascere quella medioevale, nella più profonda ed enigmatica genesi della nostra cultura occidentale.
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07-03-2012, 16.30.58 | #2 |
Cittadino di Camelot
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Oh, milord... Castelseprio!
Mi emoziono ogni volta che ne leggo... e che vedo quelle immagini... (e mi secca non poco ammettere di non esserci mai stata personalmente! ) Castelseprio... probabilmente il più celebre "giallo" mediavale! Grazie per avercene parlato, mio signore... e con tanta dovizia di dettagli, per giunta!
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12-03-2012, 13.59.50 | #3 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Complimenti.
Non avevo mai sentito parlare di questo mistero.
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