14-07-2011, 21.44.14 | #1 |
Bannato
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Codex Manesse
Tra i temi in materia di medioevo che mi hanno sempre affascinato maggiormente vi è la poesia trobadorica, l'amor cortese in tutte le sue forme.
Desideravo condividere con voi una delle opere più significative del medioevo a riguardo, il manoscritto più importante in lingua tedesca e la raccolta più ampia di componimenti lirici e poetici (in orig.: Minnesang): il Codex Manesse (Heidelberger Liederhandschrift). Il Codex Manesse Il manoscritto farebbe un ottima figura in ogni biblioteca, di sicuro anche negli scaffali di casa vostra. Purtroppo ciò non accadrà mai, visto che solo in rarissime occasioni lascia la biblioteca dell'Università di Heidelberg, ove si trova custodito definitivamente dal 1888. Nel corso dei secoli sono state redatte numerose copie, in tempi più moderni è stato anche digitalizzato (vedi link). Il codice è costituito da 426 fogli di pergamena, alcuni dei quali purtroppo parzialmente rovinati. All'origine i fogli non erano uniti in un'unica raccolta, difatti l'impaginazione è avvenuta successivamente. Origine L'origine dell'opera risale all'incirca al 1300 a Zurigo, per iniziativa della famiglia patrizia dei Manesse (da cui appunto ha preso il nome). La raccolta è terminata, nella sua forma a noi nota, intorno al 1340. Alcune informazioni più dettagliate riguardo l'origine sono giunte ai nostri giorni grazie al poeta zurighese Johannes Hadloub, il quale faceva parte di un circolo che frequentava spesso la casa dei Manesse, distinti per un forte interesse per l'antiquariato. Egli stesso è annoverato nell'elenco degli autori. Contenuto Il manoscritto è composto da 140 opere liriche e poetiche, redatte da altrettanti autori. Una delle caratteristiche principali è data dal fatto che quasi tutte le opere siano accompagnati da una miniatura, ciascuna delle quali rappresenta i poeti in forma idealizzata. Sotto l'aspetto artistico le miniature, classificate nell'arte gotica, sono di squisita fattura, e contribuiscono a valorizzare il manoscritto in modo significativo. Per l'esattezza, le miniature sono 138. Alcune fonti ne riportano 137, ma bisogna considerare che una di queste sia rimasta solo un abbozzo. La lingua usata è l'alto tedesco medio. Le opere sono state catalogate in base all'importanza dei loro autori: si inizia da quella del Re e Imperatore Enrico VI, per poi scendere di grado. I libri hanno un loro destino "Habent sua fata libelli". Questa affermazione non è riportata da nessuna parte del libro, però viene utilizzata volentieri nella biblioteca dell'Uinversità di Heidelberg. Difatti, questo manoscritto ha avuto un destino alquanto travagliato: ha attraversato ampie parti dell'Europa, passando di frequente di mano in mano (e proprio in questo modo sono state create le diverse copie). Al termine della guerra dei trent'anni per poco non giungeva a Roma, poiché si presume che Federico V l'abbia portata a Den Haag (L'Aia). Dal 1657 è entrata a far parte della collezione del Re di Francia, custodita nell'odierna Bibliothèque Nationale de France. Solo nel 1815 tornò all'attenzione, diciamo così, della Germania, quando il manoscritto fu scoperto da uno dei due fratelli Grimm, ovvero Jacob. Infine è stata riportata a Heidelberg, nel 1888, grazie all'intervento di un libraio di Strassburgo, tale Karl Ignaz Trübner (giusto per la cronaca, non credo che il buon uomo sia passato alla storia per altro). In cambio, sono stati consegnati alla biblioteca francese numerosi manoscritti appunto francesi, cui evidentemente i nostri cugini d'oltralpe tenevano parecchio. Oggi, nel foyer della biblioteca dell'Università di Heidelberg è esposta una copia del manoscritto, visto che l'orginale viene tirato fuori raramente. Una delle particolarità del manoscritto è che, avendolo davanti, si ha la sensazione (di fatto confermata) che non sia mai stato completato. Vi sono alcune miniature mai finite, e certe pagine sono rimaste vuote in parte, ... ...come se fossero in attesa di nuovi poeti trobadori! In seguito, proverò a riportare perlomeno come riassunto alcune tra le 140 opere più curiose o significative. Completerò inoltre la discussione parlandovi di un altro manoscritto piuttosto importante dell'epoca, la Weingartner Liederhandschrift (spero di trovare nel frattempo un nome più breve per descriverla). Aphelion. Fonti: documentazioni della biblioteca dell'Università di Heidelberg (anche per la versione digitalizzata): http://digi.ub.uni-heidelberg.de/diglit/cpg848 |
15-07-2011, 13.08.15 | #2 |
Cittadino di Camelot
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Visto che siamo nell'era dell'informatica potrebbero pensare di scannarizzare in cd queste bellissime opere e metterle in giro, tenendo al sicuro l'originale.
Cosi facendo tutti potrebbero averne accesso e conoscere meglio queste antiche opere. Questo libro cosi come l'altro che hai postato fanno gola a tutti gli appassionati di antichità...chissà se mai potrò andare nei musei dove essi sono custoditi e magari vederli almeno dietro una teca di vetro. Per sfogliarli non ci metto neanche un briciolo di pensiero, non credo che sia una cosa che si possa fare
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15-07-2011, 13.21.06 | #3 |
Bannato
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Se vi accontate di sfogliarlo virtualmente, sopra c'è il link per dare un'occhiata ai fogli del manoscritto. Le illustrazioni meritano di sicuro.
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15-07-2011, 13.27.37 | #4 |
Cittadino di Camelot
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ho aperto le prime pagine..bellissimo!
grazie per il link preso e salvato..da sfogliare con calma
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15-07-2011, 13.32.38 | #5 |
Cittadino di Camelot
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miniatura codex
Buongiorno Messere,
conobbi anni orsono un'artista in Deruta, la città umbra della ceramica, dove mi esibivo in quele contrade per una "rievocazione storica" improvvisata. Ricordo con piacere che portai la mia Musica in quelle terre di confine, credendo, come spesso accade, di non essere compreso, non solo per la lingua perduta e la metrica musicale, ma soprattutto perchè il !"fatto storico2 era assente mancando, per non ricordo quale arcana ragione, i figuranti di contrada. Una giovanissima fanciulla, circa un mese dopo questi eventi narrati, riusci a reperire il io indirizzo e mi volle donare una riproduzione in maiolica di una scena d'amor cortese tratta appunto dal codex manesse... Ancor'oggi, dopo tanto tempo, nel rimirare quel regalo, mi ricordo il suo viso, la sua dolcezza ed il vento tra i suoi capelli, estasuiati nell'emozione di sapere ascoltare..... Grazie Messere per avermi ricordato quella fanciulla... |
16-07-2011, 19.32.50 | #6 |
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Taliesin, dato che all'arte della poesia avete il dono di saper associare quella della musica, potrebbe essere forse che dai riassunti di alcune delle opere del Codex Manesse, che presto riporterò qui, saprete trarre ispirazione per nuove, ma antiche melodie
Sono certo che sarete aiutato dal fatto di possedere, in fondo alla memoria, il dolce ricordo di cui ci avete narrato, ad attendervi |
18-08-2011, 20.57.51 | #7 |
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Weingartner Liederhandschrift La "Weingartner Liederhandschrift" è, similmente al Codex Manesse, una delle principali raccolte liriche nell'ambito dell'amor cortese. Tra gli autori delle opere vi sono alcuni tra i maggiori poeti lirici a cavallo tra il XII e il XIII secolo dell'Europa centrale. Il manoscritto di per sé appare poco spettacolare, anzi ha praticamente dimensioni tascabili. Anche le miniature (25 nella prima parte del manoscritto, quelle previste per la seconda parte non sono mai state realizzate) non sono di qualità paragonabile a quelle del Codex Manesse. Per ulteriori fonti e informazioni, la versione digitalizzata, qui consultabile, rende l'idea. Il manoscritto è conservato oggi a Stoccarda, presso la "Württembergische Landesbibliothek" (basta cliccare, e si trova l'elenco completo di tutte le opere nelle pagine del manoscritto originale). Le raccolte sono ad opera di 31 autori, dei quali però solo 25 sono indicati per nome e solo alcuni di questi sono stati identificati con certezza come gli autori effettivi. Anche in questo caso, così come per il Codex Manesse, l'elenco inizia con quello più importante, chiaramente più per ceto sociale che non per valore artistico, ovvero Enrico VI del Sacro Romano Impero. Invece tra i poeti di maggior rilievo figurano: Walther von der Vogelweide, uno dei più influenti poeti lirici tedeschi del medioevo. Il poeta e cavaliere Wolfram von Eschenbach (il quale però non viene citato direttamente), autore di numerose poesie liriche e opere epiche, tra cui il "Parzival" . Hartman von Aue, tra i primi e più importanti autori di letteratura cavalleresca. Goffredo di Strasburgo, l'autore di "Tristano e Isotta", non è invece tra gli autori compresi nell'elenco della Weingartner Liederhandschrift, bensì del Codex Manesse. Ma quali erano i temi trattati in tali opere liriche? Come venivano interpretati i temi dell'amor cortese e la poesia trobadorica in quel periodo? Per averne un'idea più concreta, vale la pena approfondire la vita di uno degli autori del Codex Manesse, colui che fece dell'amor cortese il punto centrale della propria esistenza. Un'esistenza talmente movimentata che potrebbe collocarlo benissimo da autore a personaggio di un racconto: Ulrich von Liechtenstein. |
18-08-2011, 21.04.55 | #8 |
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Ulrich von Liechtenstein Nato intorno al 1200 nell'attuale Austria, era un nobile per nascita, poeta lirico per passione e cavaliere e politico per mestiere. Ha avuto una formazione cavalleresca alquanto completa: a 15 anni era già al servizio d'una nobildonna, che riverì molto. Nel 1219 era scudiero presso il margravio di Enrico d'Istria, nel 1223 divenne cavaliere. Fu proprietario di tre castelli. Il suo personaggio appare nel film "Il destino di un cavaliere", dove Heath Ledger, che in realtà interpreta un personaggio diverso, assume proprio l'identità di Ulrich von Liechtenstein per partecipare a varie giostre. Ulrich von Liechtenstein vestito da Venere La sua vita, tra tornei e amor cortese, è riportata in una sua autobiografia (sebbene in parte fittizia), il Servizio delle dame, del 1255: Ulrich inizia raccontando di esseresi dedicato all'amor cortese fin da bambino. Si innamorò presto di una dama, e volle mettersi al suo servizio, dedicandole numerose canzoni d'amore. Divenuto cavaliere, cominciò a partecipare a giostre e tornei, dedicando ogni vittoria alla dama che amava. Ad un certo punto decise di farsi avanti, e inviò (non di persona, ma tramite un parente) alla dama dei suoi sogni una canzone d'amore, con la quale le propose esplicitamente di voler essere al suo servizio. Purtroppo per lui la dama rifiutò la proposta, con la motivazione che i suoi modi (dunque i suoi versi) erano troppo esuberanti. In realtà ciò viene riportato solo metaforicamente, ma l'interpretazione più comune è questa. Sir Ulrich rimane deluso, ma dopo un po' la dama finalmente gli concede un incontro, che effettivamente ha luogo. Il cavaliere però di fronte alla dama ne è talmente affascinato, che la sua esuberanza si trasforma in silenzio. Dal racconto si legge che non sia riuscito a dirle nemmeno una parola, perdendo quindi l'occasione! Rammaricatosi dell'esito di questo incontro, Ulrich attende la prossima occasione per rifarsi. Partecipa a un grande torneo, vestito da cavaliere verde, sempre per la sua dama, rinnovando ancora una volta la sua proposta di volersi mettere al suo servizio. E ancora una volta lei rifiuta. Pagina tratta dal manoscritto de "Il servizio delle dame" Ma l'amor cortese e i tornei sono tutta la sua vita, così continua a partecipare a giostre in giro per l'Europa, dedicando alla "sua" dama ogni vittoria, e sopportando come si addice ad un vero cavaliere disagi e ferite. Lei però rimane poco impressionata da tutto ciò ed è inoltre alquanto diffidente nei suoi confronti, rifiutando quindi per l'ennesima volta la sua proposta. Ormai disperato, Sir Ulrich si fa tagliare un dito e lo invia alla dama. Per quanto sconcertata, si dimostra però onorata del gesto, e lo invita finalmente a partecipare ai prossimi tornei al suo servizio. Ulrich vi partecipa vestito da Venere, in una serie di giostre tra Venezia e la Boemia. Nonostante ciò, la dama continua a mostrarsi poco convinta. Quindi la attende davanti al castello dove la dama dimora, ma nuovamente non riesce ad incontrarla. A quel punto Ulrich pensa quasi al suicidio, ma infine si dedica a ciò che lo appassiona maggiormente: i tornei. E ad un certo punto, ormai insperato, giunge l'invito della dama. Colmo di gioia, Sir Ulrich scrive alcune alcune poesie e gliele fa pervenire. Queste riscontrano il favore della dama, la quale finalmente si dice disposta ad accettare il suo servizio. Poi però accade qualcosa di inspiegabile (nel vero senso della parola): improvvisamente Sir Ulrich non ne vuole sapere più della dama! Non viene riportata la ragione, ma la dama deve aver commesso qualcosa di piuttosto grave perché il cavaliere rifiuti definitivamente di essere al suo servizio. Non scopriremo mai cosa sia accaduto, né sapremo mai il nome della dama, che non viene citata nel libro. >> Continua Ultima modifica di Sir Aphelion : 18-08-2011 alle ore 21.10.57. |
18-08-2011, 21.09.28 | #9 |
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Trascorrerà molto tempo finché Ulrich ritrovi la volontà di servire un'altra dama. Lo fa a modo suo: partecipando a giostre e tornei, questa volta vestito da Re Artù!
Nel seguito della biografia, si intrecciano vicende politiche e questioni personali. L'unica cosa che tiene in vita la sua passione è la dedizione per la sua dama. Non è possibile definire con esattezza quanto di questa autobiografia corrisponda al vero. Riguardo la vita di Ulrich von Liechtenstein esistono numerosi documenti ufficiali, considerando che svolgeva incarichi politici di rilievo. Difatti molti personaggi reali trovano riscontro nel libro, ma altre vicende importanti vengono omesse. L'animo di un poeta generalmente tende a colorare le parole dei propri sentimenti, così si suppone che Sir Ulrich abbia almeno in parte enfatizzato vicende fondamentalmente reali. Ciò che rimane di "Frauenburg", il castello delle dame, uno dei tre castelli di Ulrich von Liechtenstein. Il manoscritto originale, composto da ben 1850 strofe suddivise in 57 "Lieder", è giunto quasi completo fino ai giorni nostri. Alcuni dei brani contenuti sono quelli che si ritrovano nel Codex Manesse. Ma quale era la percezione dell'amor cortese a quei tempi? Una fonte importante per comprenderlo è un altro libro di Ulrich von Liechtenstein, Il libro delle dame: Descrive l'incontro tra un cavaliere e una dama. Il cavaliere però non è lo stesso Ulrich, che invece ha il ruolo di poeta che segue il dialogo, senza intervenire. La conversazione tra i due si trasforma presto in una discussione dai toni accesi: si accusano a vicenda del fatto che le dame e i cavalieri (ma più in generale uomini e donne) non usino più le maniere di una volta a corte. In particolare, la dama accusa i cavalieri di essere (in sintesi) degli ubriaconi presuntuosi, mentre il cavaliere inveisce contro le dame sostenendo che ormai siano disposte a contraccambiare l'amore dei cavalieri solo dietro il compenso di regali e soldi. Infine la discussione si placa e diviene un pacifico scambio d'opinioni, fino a quando non interverrà il poeta, Sir Ulrich, schierandosi a favore di una delle due parti. Indovinate un po' a favore di chi? Della dama, ovviamente. Il poeta, nelle brevi parti in cui interviene, ovvero all'inizio e alla fine, rivendica l'importanza dell'amor cortese e degli ideali cavallereschi a corte, constatando però come la realtà ormai sia mutata. Sotto l'aspetto letterario Ulrich von Liechtenstein non può esser messo allo stesso livello dei suoi illustri contemporanei, tantomeno del suo maestro Walther von der Vogelweide. Tuttavia ha introdotto elementi letterari di rilievo: è stato uno tra i primi a narrare in prima persona, e soprattutto ha fatto largo uso dell'ironia e dell'umorismo, il che certamente corrispondeva al suo carattere vivace e esuberante. Ai due libri intitolati alle dame si aggiunge uno dei suoi castelli, "Frauenburg", ovvero il castello delle dame. Non si può di certo dire che tale devozione alle dame gli abbia fatto male: ha superato l'allora ragguardevole età di 75 anni (la sua data di nascita e incerta)! Nel sito della Bibliotheca Augustana potete trovare le versioni in lingua originale de: Il servizio delle dame Il libro delle dame. |
19-08-2011, 09.49.17 | #10 |
Cittadino di Camelot
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Si Messere,
grazie alle vostre erudite ed omozionanti presentazioni, colme di ragione e di puro amore, ho composto un canto nuovo... Grazie ancora....infine.....continuate a scrivere.... Taliesin, il bardo |
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