30-05-2013, 14.51.08 | #1 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Titurel (Wolfram von Eschenbach)
Il libro:
Il Titurel, benche' sia stato l'ultimo poema composto da Wolfram Von Eschenbcah, rimasto mutilo a causa della sua morte, narrativamente si colloca anteriormente al piu' noto Parzival, raccontando nella prima parte la genealogia dei Re del Graal e le funzioni del Popolo del Graal e, nella seconda parte, la vicenda amorosa dei due giovinetti Sigune e Schionatulander, un esempio tra i piu' alti di Amor cortese nella letteratura cavalleresca dell'Europa medievale. Composto originariamente in versi, per questa edizione italiana si è scelto di volgere il testo in prosa, sia per renderlo più accessibile, sia per l'impossibilità di rendere il ritmo originale del verso in lingua italiana. Autore: Wolfram von Eschenbach Editore: Il cerchio
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"La Morte sorride a tutti... Un uomo non può fare altro che sorriderle di rimando..." Sito Web: http://digilander.libero.it/LoreG27/index.html Libreria on-line: http://www.anobii.com/people/gelo77/ |
30-05-2013, 15.06.21 | #2 |
Cittadino di Camelot
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Il frammento del Titurel, un insieme di 170 quartine ispirate al verso lungo del Nibelungenlied, si apre con la genealogia della famiglia del Graal, ma è soprattutto, nell´incontro di Sigune e Schionatulander e nella grande scena del "guinzaglio del bracco", il racconto delle gioie e degli affanni dell'amore, della sua onnipotenza, anche fatale. Ma chi vorrà condannarlo? "L'amore è ovunque, tranne che all'inferno". Ecco Schionatulander inseguire un misterioso bracco, che porta incastonata nel prezioso lunghissimo guinzaglio una storia d'amore. Lo spinge l'imperioso capriccio di Sigune, che ha iniziato a leggere la storia - solo se ritornerà con il guinzaglio, gli promette, sarà sua - e l'impresa gli costerà la vita. Nel narrare frantumato e iperbolico, come spinto dal ricordo, nella sintassi sconvolta Wolfram sembra muoversi ai confini della lingua, attraversando e lacerando gli stilemi del codice cortese. Su tutta la vicenda domina Sigune, nei suoi desideri e tremori, nel suo orgoglio di nobile dama, nelle sue incantevoli fantasie di fanciulla: "L'amore che cos'è? È un lui? Puoi descrivermi l'amore? È una lei? E se l´amore viene a me, posso fidarmi dell´amore? Posso custodirlo tra le bambole?... Sono capace di attirare l'amore?".
Chissà cosa avrebbe risposto in merito all'attanagliante ed arcano quesito che move il mondo e le stelle, sull'incompiuto finale, il buon Wolfram...?meditate gente...meditate... Taliesin, il Bardo
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"Io mi dico è stato meglio lasciarci, che non esserci mai incontrati." (Giugno '73 - Faber) |
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