Fissai i due viandanti a lungo, senza rispondere, e in verità, li guardavo senza vederli; quei due uomini, in quel momento, erano gli agenti del ricordo, e suoi involontari ambasciatori.
Attraverso le loro parole mi parve di sentire nuovamente l'odore salmastro del mare, e quello ancora più intenso delle saline ,poi il vento mi portava l'odore e i profumi dei boschi; aguzzando l'udito, mi parve di udire lo scalpitare di numerosi corsieri, e l'abbaiare insistente dei segugi.
Grida, risate, il suono dei corni.
La gioia, nella sua forma primitiva e selvaggia.
Eppure, ricordando, capii, o almeno intuii che qualcosa di terribile stava accadendo, se non era già accaduto.
Un colpetto di tosse, poi la mia voce di caverna proruppe nuovamente:
-Invero, le gioie della caccia, le provai in giorni lontani, ma non mi sono aliene.
Tuttavia, proprio per questo, mi sembra di comprendere.
Sua Grazia il vescovo, non credo proprio si scomoderebbe ad inviare due messi per l'uccisione di una bestia di naturali forme; e non credo che questi messi si lancerebbero in un viaggio tanto angusto, allo scopo di ucciderla.
A questo va aggiunto che i due messi in questione, non sono affatto né due canai, né due battitori-
Annuii gravemente;
-Se avete licenza di proferirne parola, ascolterei volentieri la vostra storia-
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".....la purezza non si ottiene senza sforzo."
Yamamoto Tsunetomo, Hagakure
"Il cavaliere è l'uomo che percorre il tremendo cammino del sacrificio, per un bene superiore."
Plinio Correa de Oliviera
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