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Vecchio 23-10-2014, 17.01.39   #2086
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Laika annuì a quelle prole di Clio, per poi battere le mani.
Nella sala entrò allora una vecchia.
“Per favore” disse Laika a questa “accompagnala in una delle stanze libere.”
La vecchia annuì e fece poi cenno a Clio di seguirla.
Attraversarono così un lungo corridoio colonnato, sul cui lato destro si aprivano ampie vetrate e dalle quali si poteva ammirare lo splendore dell'intera città.
Auroria era bellissima, solenne e luminosa, ma anche ricchissima.
Insieme al marmo bianco, infatti, che ricopriva e lastricata grande parte dell'abitato cittadino, un'altra meraviglia abbondava in quel luogo.
Le sue abitanti, come detto tutte donne e di ogni età, erano abbigliate con sete e stoffe preziose, ma soprattutto tutte, adulte e bambine, portavano monili, bracciali e anelli d'oro purissimo.
E cosa assai curiosa ed in un certo modo sconcertante, per le strade le bambine giocavano con ciottoli e pepite di oro incontaminato.
Forse qualcosa di simile dovettero vedere i conquistatori spagnoli quando giunsero nei ricchi regni del Nuovo Mondo, al punto da credere alla leggenda di Eldorado.
La vecchia condusse allora Clio sopra una sontuosa scalinata anch'essa di marmo bianco, fino a ritrovarsi in un secondo corridoio, sul quale vi erano varie porte.
La vecchia ne aprì una e indicò a Clio di entrare.
“Questa è la tua stanza.” Fissando la ragazza. “La cena sarà servita fra poche ore.”



Intanto, Anghela e le sue soldatesse scortarono Altea lungo la strada che conduceva fuori da Auroria.
“No.” Disse ad Altea. “Gli uomini non hanno diritti e nessuna donna deve umiliarsi davanti a loro. E comunque quei prigionieri non vedranno più niente e nessuno. Neanche la luce del Sole.”
Proseguirono poi attraverso una strada di campagna, verso le mura della città.



Nel frattempo, a Baias, Dominus era con i suoi sottoposti: Oxuid, Velv e Burmid.
“Non facciamo troppi giri di parole...” disse il duca “... Capomazda si ritrova un pericoloso nemico e va fermato.”
“Parlate di quel rinnegato, milord?” Chiese Oxuid.
“Si.” Annuì Dominus. “Di quel Guisgard.”
“Allora non vi interessa la storia del Fiore...” fece Burmid.
“Non ho tempo di pensare a miti e leggende.” Mormorò il duca. “Se esiste davvero e riuscirà a trovarlo, bene, altrimenti pazienza.”
“Mi pare di capire che la priorità sia un'altra...” disse Oxuid.
“Esatto.” Fece il duca. “Voglio che muoia. Non mi interessa come. Ma non deve tornare. Per questo voi lo braccherete.” Fissando Burmid e Velv. “Se troverà il Fiore, allora penserete a sottrarglielo e a portarlo a me. Per poi ucciderlo, naturalmente. Se invece non troverà nulla, poco cambierà. Lo ucciderete lo stesso.”
“Hihihihihihihihi...” alzandosi dalla sedia Burmid, per poi avvicinarsi ad una delle finestre.
In quel momento uno dei suoi chiamò in disparte Burmid.
Il mercenario uscì dalla stanza e trovò un altro individuo ad attenderlo.
“Signore, ho notizie del vascello volante.”
“Ottimo.” Disse Burmid.
“E' stato avvistato lungo il Lagno, nella terra di Licinia...”
“Hihihihihihihihihi...” con soddisfazione Burmid.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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