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#2081 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“E sia.” Disse Laika ad Altea. “Sei libera di andare, ma senza la spada e senza neanche quello strano oggetto. Tutto ciò che apparteneva a quei due uomini è stato confiscato.” Guardò Anghela. “Conduci fuori da Auroria questa donna.” Indicando Altea. “Ho piacere che tu invece voglia restare.” Fissando poi Clio. “Ti sarà data una stanza fino a quando non troveremo una sistemazione in città anche per te. Naturalmente sarai ospite stasera a cena.”
“Vedremo il Fiore d'Oro?” Chiese una di quelle bambine. “Non stasera.” Sorridendole Laika. “Domani forse. Su, ora andate a riposare, bambine. Stasera, vi prometto, ascolterete un'altra favola.” Ma ad un tratto il palazzo oscillò per qualche secondo, come se fosse una scossa di terremoto. Le bambine allora si strinsero impaurite intorno a Laika. “Non abbiate paura!” Abbracciandole lei. “E' già finito! Non accadrà nulla, il Fiore d'Oro ci proteggerà!”
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#2082 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Tizio e Caio annuirono a quelle parole di Galgan.
“Invero” disse Caio “parlate da cavalier cortese, come un redivivo Galvano.” “Si, è vero.” Fece Tizio. “E sono certo che aiuterete la nostra padroncina a scegliere per il meglio.” I due fratelli, allora, montarono in sella ai loro palafreni, fecero cenno a Galgan di seguirli e cominciarono a penetrare ancor di più in quella folta boscaglia. La natura, rigogliosa e primordiale, sembrava aprirsi come i cancelli di un mondo incantato al passaggio dei tre, col suo verde reso ancor più intenso dalla pioggia da poco caduta. Cavalcarono per un po', fino a quando videro una piccola cappellina, nella quale un vecchio stava lavorando ad un bassorilievo dedicato alla Vergine Santa con il Bambino. Sulla cornice del bassorilievo, poi, erano incise alcune scene raffiguranti, in alto, David con Micol a sinistra e David con Betsabea a destra, mentre in basso erano rappresentate immagini di Giacobbe e Lia a sinistra e di Giacobbe e Rachele a destra. I due fratelli salutarono il vecchio e continuarono il loro cammino. Dopo circa un'ora la boscaglia si aprì, mostrando ai tre un colle sul quale dominava un austero maniero. “Ecco il Castello del Dubbio d'Amore...” mormorò Caio “... la dimora del nostro padrone...” ![]()
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#2083 |
Disattivato
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Maledizione, la spada...
La cosa più importante era salvargli la vita, avrei pensato alla spada più avanti. "Vi ringrazio.." con un leggero inchino, sorridendo "Davvero...". Forse dividerci non era la cosa migliore, ma almeno Altea avrebbe potuto tornare da Irko e dagli altri per avvisarli, mentre io dovevo riuscire a liberare Guisgard e Pepe, e a scoprire cosa fosse il Fiore d'Oro. Così una volta giunta la Santa Caterina a salvarci, saremmo potuti scappare. Poteva funzionare. Tranne per il fatto che non avevo idea di come arrivare al Moro. Dovevo inventarmi qualcosa. Non osai chiedere cosa fosse il Fiore d'Oro, non sembrava amare le domande inopportune. Ormai eravamo lì, e potevamo essere nel posto giusto, dopotutto, l'epigrafe parlava proprio del Fiore Azzurro e dell'Incertofato. Valeva la pena rischiare. |
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#2084 |
Cittadino di Camelot
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Scossi il capo sorridendo "E sia...portatemi via" la strada per tornare al veliero me la ricordavo a memoria anche se avrei camminato a lungo e molto.
Osservai per un attimo Clio...e sorrisi ironicamente..non ero stupida..Laika non aveva capito nulla sulle donne ovvero non esisteva la solidarietà femminile..Clio non aveva capito le mie intenzioni ovvero il fatto fossi la moglie di Guisgard doveva aiutarmi a poter avere un legame o vederlo..una dama di corte non poteva essere moglie di un musico e se avevo modificato il piano era perchè si era prospettato il contrario di ciò che avevamo immaginato e avevo notato un suo allontanamento e quei suoi strani sguardi a ogni mia risposta pronti a criticare...ecco perchè mi fidavo più degli uomini...ma avevo capito lei mirava solo a Guisgard. Poi una scossa di terremoto..vi ero abituata...non feci il minimo movimento, vidi solo dei cristalli tintinnare..feci un inchino a Laika "Grazie per avermi dato ospitalità in questo posto..già sono indovina..infatti vi dirò solo questa scossa di terremoto è un avviso...la vostra città sento sarà invasa e solo un uomo potrà salvarla" e sorridendo uscii dalla stanza senza guardare nessuno e seguendo Anghela senza proferire parola...mi lancinavo solo per Guisgard...non lo avrei più visto o forse lo avrei perso per sempre...ma non avrei mai smesso di amarlo..mi fermai un attimo e tentai.."Anghela..me lo fareste vedere un solo momento? Pure in vostra presenza..non ho nulla da nascondere".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() |
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#2085 |
Cittadino di Camelot
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![]() Alzai lo sguardo sulla superba quanto altera costruzione, su quel maniero che pareva, improvvisamente, essere divenuto una tappa del mio viaggio, a guisa di beffardo gioco delle Potenze Celesti. "Castello del Dubbio d'Amore", avea per nome quel luogo, ed invero, pareva dare voce ai dubbi che, come insano mentore, erano stati la forza caratterizzante dei miei anni giovanili, e del loro spensierato trascorrere.....Amore e Dubbio, che insieme camminano, tenendosi a braccetto come beffardi fratelli, beffardi, perché amano tormentare il genere umano, ed addolcirne la vita in egual misura.....Amore e Dubbio, ora sarebbero stati i miei compagni, in quei luoghi di prodigi. Recitai una muta preghiera alla più alta forma d'Amore, quello Divino, perché mi indicasse la via, quindi risposi alle mie guide: -Sarà per me raro onore, il potermi dimostrare utile, se potrò esserlo, in faccende di cotanta importanza, come quelle nate dal tormento d'Amore, e dal suo legittimo Dubbio-.
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![]() Yamamoto Tsunetomo, Hagakure "Il cavaliere è l'uomo che percorre il tremendo cammino del sacrificio, per un bene superiore." Plinio Correa de Oliviera |
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#2086 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Laika annuì a quelle prole di Clio, per poi battere le mani.
Nella sala entrò allora una vecchia. “Per favore” disse Laika a questa “accompagnala in una delle stanze libere.” La vecchia annuì e fece poi cenno a Clio di seguirla. Attraversarono così un lungo corridoio colonnato, sul cui lato destro si aprivano ampie vetrate e dalle quali si poteva ammirare lo splendore dell'intera città. Auroria era bellissima, solenne e luminosa, ma anche ricchissima. Insieme al marmo bianco, infatti, che ricopriva e lastricata grande parte dell'abitato cittadino, un'altra meraviglia abbondava in quel luogo. Le sue abitanti, come detto tutte donne e di ogni età, erano abbigliate con sete e stoffe preziose, ma soprattutto tutte, adulte e bambine, portavano monili, bracciali e anelli d'oro purissimo. E cosa assai curiosa ed in un certo modo sconcertante, per le strade le bambine giocavano con ciottoli e pepite di oro incontaminato. Forse qualcosa di simile dovettero vedere i conquistatori spagnoli quando giunsero nei ricchi regni del Nuovo Mondo, al punto da credere alla leggenda di Eldorado. La vecchia condusse allora Clio sopra una sontuosa scalinata anch'essa di marmo bianco, fino a ritrovarsi in un secondo corridoio, sul quale vi erano varie porte. La vecchia ne aprì una e indicò a Clio di entrare. “Questa è la tua stanza.” Fissando la ragazza. “La cena sarà servita fra poche ore.” Intanto, Anghela e le sue soldatesse scortarono Altea lungo la strada che conduceva fuori da Auroria. “No.” Disse ad Altea. “Gli uomini non hanno diritti e nessuna donna deve umiliarsi davanti a loro. E comunque quei prigionieri non vedranno più niente e nessuno. Neanche la luce del Sole.” Proseguirono poi attraverso una strada di campagna, verso le mura della città. Nel frattempo, a Baias, Dominus era con i suoi sottoposti: Oxuid, Velv e Burmid. “Non facciamo troppi giri di parole...” disse il duca “... Capomazda si ritrova un pericoloso nemico e va fermato.” “Parlate di quel rinnegato, milord?” Chiese Oxuid. “Si.” Annuì Dominus. “Di quel Guisgard.” “Allora non vi interessa la storia del Fiore...” fece Burmid. “Non ho tempo di pensare a miti e leggende.” Mormorò il duca. “Se esiste davvero e riuscirà a trovarlo, bene, altrimenti pazienza.” “Mi pare di capire che la priorità sia un'altra...” disse Oxuid. “Esatto.” Fece il duca. “Voglio che muoia. Non mi interessa come. Ma non deve tornare. Per questo voi lo braccherete.” Fissando Burmid e Velv. “Se troverà il Fiore, allora penserete a sottrarglielo e a portarlo a me. Per poi ucciderlo, naturalmente. Se invece non troverà nulla, poco cambierà. Lo ucciderete lo stesso.” “Hihihihihihihihi...” alzandosi dalla sedia Burmid, per poi avvicinarsi ad una delle finestre. In quel momento uno dei suoi chiamò in disparte Burmid. Il mercenario uscì dalla stanza e trovò un altro individuo ad attenderlo. “Signore, ho notizie del vascello volante.” “Ottimo.” Disse Burmid. “E' stato avvistato lungo il Lagno, nella terra di Licinia...” “Hihihihihihihihihi...” con soddisfazione Burmid.
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#2087 |
Cittadino di Camelot
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Arrivammo in una stradina per uscire dalle mura e guardai Anghela ridendo.."Appunto..è disarmato, non vi serve a nulla pure..è un uomo..a me serve, vi avevo detto..anzi ti avevo detto...anche ora..magari trovo uno di quei lerci uomini e mi saltano addosso come sempre..almeno mando in avanscoperta lui..si rende utile per qualcosa..almeno una e poi io tornerò a mendicare con lui. Più che venga via con me o lo ammazziate non vi è nessuna differenza per voi..tanto non ci vedrete più. Credimi..per lui è più una condanna rimanere con me che morire" e sorrisi..quella ultima frase a mio parere era proprio vera.
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#2088 |
Disattivato
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Seguii con lo sguardo Altea che si allontanava, pregando che avesse avuto la mia stessa idea sul dividersi.
Considerando la profezia che aveva formulato però, pesai proprio di sì. Sarebbe tornata con la Santa Caterina. Non avevamo altra scelta. Ma non dissi nulla, stavamo recitando una parte, ed eravamo sconosciute. Sorrisi timidamente a Laika, e seguii di buon grado la donna per i corridoi del palazzo. Non avevo mai frequentato ambienti tanto raffinati, persino il maniero in cui servivo da ragazza era un castello di provincia, non una tale reggia. I miei uomini avrebbero pianto di gioia nel vedere tutto quello. Sorrisi, chiedendomi se avrebbero preferito le bellissime donne o l'oro che sembrava sgorgare dal terreno. Forse era questo, pesai: il Moro. Una miniera d'oro nascosta. Aveva detto Miniera, se non ricordavo male. E il Fiore d'Oro? Che fosse l'origine di questa ricchezza? Compresi perché avessero gettato la spada di Guisgard come fosse spazzatura. Chiunque altro l'avrebbe tenuta dato il suo valore, ma come poteva competere con tutto quello? "Vi ringrazio di cuore.." sorrisi alla donna, prima di entrare nella stanza. Mi avvicinai alla finestra, osservando il meraviglioso panorama davanti a me. Finalmente sola, potevo togliere la maschera. Mi lasciai cadere lungo la parete, fissando un punto indefinito nel muro. Chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dal ricordo del suo sguardo, del suo sorriso, la sua carezza dolce ed impertinente sulle mie labbra, il battito del suo cuore quando mi aveva fatto addormentare tra le sue braccia. Presi un profondo respiro. "Ti troverò..." sussurrai pianissimo quasi parlassi a quei ricordi "Te lo prometto..". Così mi alzai, e iniziai a curiosare nella stanza. Non avevo molto tempo. Altea avrebbe raggiunto la Santa Caterina in meno di un giorno, poi sarebbero stati qui in pochissimo tempo. Dovevo scoprire dov'era il Moro e soprattutto come entrarci. Non lo fanno un bel giro turistico da queste parti? Pensai, con un vago sorriso. |
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#2089 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Gli uomini” disse seccata Anghela ad Altea “ci servono per la miniera. Nessun uomo può uscire vivo da Auroria, come nessuna donna, una volta lasciato questo luogo, può poi ritornarci.” Scosse il capo. “E ora basta con questi discorsi.” Proseguirono fino a raggiungere le mura e poi la porta dalla quale lei ed i suoi tre compagni erano entrati.
“Eccoci...” indicando la porta Anghela “... va e non tornare mai più.” Intimò alla finta zingara. E la porta si aprì, per permettere ad Altea di lasciare quel luogo. Intanto, nel Palazzo dell'Incertofato, Clio era nella sua stanza, quando udì delle voci. Dalla finestra infatti si poteva vedere il vasto cortile colonnato, dove stavano giocando le bambine che fino a poco fa erano con Laika. Vicino a loro vi era la vecchia che aveva accompagnato Clio nella sua stanza.
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#2090 |
Cittadino di Camelot
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Avevo tentato il tutto per salvarlo..nulla da fare..ora mi aspettava quel viaggio verso la Santa Caterina..sempre mi fossi ricordata il tragitto e poi ci avevamo messo più di un giorno e guardai il Cielo..non sapevo neppure se stesse imbrunendo visto il lungo tempo passato in quel palazzo.."Certo" risposi ridendo "siamo donne diverse, ovvio non mi vedrete più qui e ora lasciatemi stare, anche se potevate mettermi a lavorare con lui in miniera visto mi considerate una donna diversa e quindi..pericolosa".
Presi e attraversai la porta dove avevamo risolto l' enigma e mi trovai fuori Auroria e mi guardai attorno cercando di capire da dove eravamo arrivati..mi incamminai cosi per il sentiero pensando..quelle erano arpie altro che amazzoni..hanno detto una miniera di oro? Mi fermai attonita..Una miniera di oro..mah allora producono oro..e se quel fiore fosse solo fatto di oro e basta? No, il pastore ha detto nasce spontaneamente..ma in un posto dove non vi è Amore non può nascere il Fiore Azzurro..cosi disse il maestro Teofilus, almeno.
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