Osservai i miei interlocutori andarsene, poi, dopo aver lasciato una moneta di mancia sul tavolo, feci altrettanto; in quel momento, più che mai, sentivo di aver bisogno di raccoglimento.
Come molte altre volte, nella mia vita, cercai rifugio nella Casa di Dio.
L'ora, troppo giovane o troppo tarda, rendeva la chiesa deserta, e non si udiva alcun suono, se non il mio sussurro, nel recitare:
-Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace-
Mi interruppi un istante, pensando che, in effetti, era probabile che il tempo di stasi andasse verso la sua giusta epifania, perché, invero, non è possibile regnare senza il favore di Dio, e questo non si può averlo senza seguirne le leggi, tantomeno ignorando i precetti del suo Santo Figlio.
Forse quello era il segno.
Forse quello era il motivo per cui, anni prima, avevo lasciato la pace dei boschi, come cavaliere mi sarei battuto, e se avessi perso la vita nel farlo, sarebbe stato un dolce decesso; l'importante era il Disegno, e trovai molto rinfrancante il constatare che, alla fine, la Provvidenza ha sempre l'occhio fisso sui fati degli uomini.
- Che vantaggio ha chi si dà da fare con fatica?
Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché si occupino in essa. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine. Ho concluso che non c'è nulla di meglio per essi, che godere e agire bene nella loro vita; ma che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro è un dono di Dio. Riconosco che qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c'è nulla da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché si abbia timore di lui. Ciò che è, già è stato; ciò che sarà, già è; Dio ricerca ciò che è già passato.
Ma ho anche notato che sotto il sole al posto del diritto c'è l'iniquità e al posto della giustizia c'è l'empietà. Ho pensato: Dio giudicherà il giusto e l'empio, perché c'è un tempo per ogni cosa e per ogni azione. Poi riguardo ai figli dell'uomo mi son detto: Dio vuol provarli e mostrare che essi di per sé sono come bestie. Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità. Tutti sono diretti verso la medesima dimora:
tutto è venuto dalla polvere
e tutto ritorna nella polvere.
Chi sa se il soffio vitale dell'uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra? Mi sono accorto che nulla c'è di meglio per l'uomo che godere delle sue opere, perché questa è la sua sorte. Chi potrà infatti condurlo a vedere ciò che avverrà dopo di lui?-
Il mio sussurro si interruppe nuovamente, perché un nuovo pensiero andava formandosi;
"Le nostre opere, mio Signore, quelle possono darci uno squarcio nel futuro!
Se agiamo nel Tuo Nome, quello che facciamo può mostrarci quello che sarà dopo di noi"
Mi sovvenne Mosè, che non ebbe la possibilità di giungere alla Terra Promessa, ma che ebbe modo di contemplarla, ed ogni dubbio, se ne avevo avuti in precedenza, si dissipò come neve al sole.
Mi accorsi, con un sorriso, che le mie mani avevano preso a tremare;
impazienza, ardore, la foga di un guerriero consapevole che presto si batterà, ed è felice di farlo.
-Grazie, Signore-
La mia voce si elevò con un tono più alto, mentre mi alzavo e rinfoderavo la spada, usata fino a quel momento a guisa di croce.
Ora, occorreva solo aspettare il suono dei Sacri Corni.