Cittadino di Camelot
Registrazione: 30-08-2014
Residenza: Da una terra Italica densa di boschi e vaste piane bagnate dal mare
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Eloisa.
Quel dolce nome, che fu portatore di tante gioie e di mille tormenti.
Eloisa.
Un'alchimia, un rito di iniziazione e passaggio, cui l'Onnipotente diede l'aspetto della più leggiadra tra le donne.
Eloisa.
Quel nome, in quel momento, fu un fendente, un pugno nello stomaco, una pioggia di lacrime da tempo dimenticate, o forse mai versate, sepolte nei Campi Elisi celati nei più profondi meandri del ricordo, e del sogno.
Eloisa.
Mai, in fede mia, avrei pensato di poter udire quel nome in circostanze tanto grottesche, in un momento tanto cupo; mai udii, in passato, insulto più grave, né vittima più innocente......O forse, in quel momento, persi ogni lucidità, ogni forma di calma interiore......In quel momento, il mio castello, le mie difese, tutto ciò con il quale avevo ricoperto il mio tormentato introspettivo, cominciò a cadere, a sgretolarsi.......Mi parve, che tutto quello che avevo costruito fosse diventato un nulla vuoto e senza senso........Mi parve che tutto, in effetti, fosse vuoto e senza senso, tutto eccetto quel nome, Eloisa, e l'insulto che ad esso era stato fatto.
Spalancai gli occhi, come un folle, e strinsi i pugni fino a sbiancarne le nocche.
Ogni pensiero morì, ed ognuno di essi potè rinascere a nuova vita, ma nel farlo mutò d'aspetto, l'aspetto della morte, quella violenta, inflitta da un essere umano ad un suo simile.
L'onta doveva essere lavata, quell'abominio in forma umana che mi stava davanti doveva cessare di esistere; non avrei usato la spada, no, perché costei non ne era degna, ma avrei serrato le mani intorno al suo immondo collo e avrei stretto, con forza, fino all'arrivo dell'ultimo singulto.......Poi sarebbe stato il silenzio, e la pace......
La stessa forza che mi fu donata da Dio, sarebbe stata la mia vendetta.
La forza che mi fu donata da Dio......
Dio stesso, nella sua grazia e magnificenza......
Ogni pensiero morì nuovamente, e nuovamente potè rinascere a nuova vita, e nuovamente cambiò abito e forma.
L'Onnipotente, e la sua infinita saggezza, vennero in mio aiuto, richiamando il servo distratto ed incauto nel giudizio.
Il Maligno sa, e per questo gli è facile colpire e ferire, eppure, se Dio decide il contrario, costui non può far altro che accettare la più infima impotenza.
Con la mente tornai ai giorni in cui Cristo camminava per le vie del mondo, e ai numerosi indemoniati che liberò da quel male tanto crudele ed abbietto, e nel farlo chiusi gli occhi, rilassando le mani.
Eloisa.
Quel nome, e quel volto, tornarono nel passato dal quale erano riemersi, accompagnati da una mia muta preghiera:
"Proteggila, mio Signore, proteggi lei ed il suo sposo, che è sangue del mio sangue, e ti prego, proteggi anche questo tuo servo; proteggilo da se stesso.
La Fede in te sarà sempre, lo giuro, il mio scudo e il mio rifugio; rendimi, ti prego, ancora più forte nel servirti"
Aprii gli occhi, dopo che la calma fu tornata in me, e lasciai che il sacerdote portasse a termine il proprio compito.
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".....la purezza non si ottiene senza sforzo."
Yamamoto Tsunetomo, Hagakure
"Il cavaliere è l'uomo che percorre il tremendo cammino del sacrificio, per un bene superiore."
Plinio Correa de Oliviera
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