18-04-2009, 13.14.08
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#39
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Viandante
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Personalmente ritengo che ogni dama venga percepita nell’insieme delle proprie virtù, mentre un cavaliere possa anche contraddistinguersi solo per alcune (o nel male per la mancanza di una sola). Mi par cosa assai palese a cavalier che abbia amato, che la scarsezza di certune virtù femminili possa rimanere occulta al suo cospetto ove egli sia affatturato dalle altre. Esse sono distribuite in ciascuna dama in proprozioni differenti, a costituire uno schema unico ed individuale in ognuna, un vero e proprio DNA! È però mia impressione che sovente le fanciulle non siano neppure consapevoli di possedere certune delle suddette virtù, sì ch’esse rimangano in buona parte celate. Che sia forse perché non occorrano più agli odierni cavalieri? Infatti il potere straordinario che ogni dama possiede è quello di intingere le proprie qualità nella bruma del mistero femminile e di farsi conquistare da un cavaliere errante nella nebbia della propria infatuazione, sì che le virtù nell’insieme della fanciulla siano sempre tali da occultare i difetti. Vale a dire che una dama tramite le sue virtù possiede la facoltà di sospingere un uomo ad impiegare al meglio le proprie per conquistarla, più di quanto un qualsiasi altro proposito possa mai smuoverlo.
Credo che in una dama le virtù operino in simbiosi, e come gli strumenti d’una orchestra, ella adopera di volta in volta quelle che maggiormente le occorrano: grazia, dolcezza, cortesia, bellezza ed eleganza soprattutto per ammaliare (badate bene, dame, intendo in senso positivo!), furbizia per convogliare le suddette virtù in uno scopo preciso, coraggio e pazienza per attuarlo, modestia per celarlo all’altrui intelletto. Altruismo in base a quanto la dama adoperi al proprio uopo o per altrui. E nulla nobilita e legittima tutto ciò più della fedeltà in ciò in cui la dama crede (ma questo vale altresì per un cavaliere).
Dolcezza e cortesia sono forse le virtù più fragili ove non siano abbinate alla furbizia (e qual duolo per un cavaliere scoprire ogni volta come dame assai splendenti concedino per poca furbizia lo scettro delle proprie virtù a uomini dalla loquela ipocrita! ); bellezza è caratteristica, com’è ovvio, del tutto soggettiva, antesignana delle altre poiché spesso la prima che venga percepita (e quella che, ahimé, assai facilmente illude sulle altre!).
In conclusione (e scusate se giunga assia tardi rispetto all’inizio) credo che le due virtù che nobilitano maggiormente una dama siano: la grazia, essendo la virtù più mistica ed irrazionale; un solo sguardo di una fanciulla che può far innamorare chiunque in qualsiasi momento e circostanza della propria vita! Una sola parola, il timbro di voce, qualsiasi particolare che, abbinato alla grazia, conduce in cima ai desideri d’un cavaliere quel che prima era stato del tutto assente dai suoi pensieri. La grazia d’una dama è ciò che in un solo istante rende facoltoso l’elemento poc’anzi più paupero, solo per averlo sfiorato!
La seconda virtù è la fedeltà, poiché è la prospettiva che valorizza ogni conquista cavalleresca e legittima persino le imprese più irragionevoli. La fedeltà è l’onorificenza che spetta ai più meritevoli, e quanto una impresa perde di valore ove la fedeltà venga infranta?! (E quali esempi migliori a conferma di ciò se non proprio la saga di Camelot?)
…Oh fanciulle, per quanto io spenda parole, sono pur sempre scarse alle Vostre virtù, quindi ormai taccio.
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