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#271 |
Cittadino di Camelot
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Ci rimasi male quando vidi che la notizia dell'imminente nascita non suscitò che una ruga in più sul volto di mio marito.
"Ecco" pensai "facevo bene a tacere ancora, è appena tornato dalla battaglia e dovrà ripartire presto, dovevo tacere fino ad un momento di maggiore pace..." Se n'era andato senza commentare, sì, gliel'avevo detto io di andare, ma una reazione così distaccata non me l'aspettavo dopo tutto il romanticismo delle ultime ore. Mi accarezzai la pancia parlando per la prima volta con la creatura che portavo dentro di me: "Piccolino, ora anche tuo padre sa che ci sei, è un valoroso cavaliere sai? Il migliore che ci sia! E quando sarai grande ti insegnerà tutto ciò che sa. Ha solo bisogno di meditare sulla novità, non è cattivo". Mi misi lo scialle e decisi di uscire per una passeggiata all'aria aperta cercando di trovare nuove energie dopo il malessere che mi aveva colto alcune ore prima. Senza rendermene conto passai davanti all'arco di marmo che conduceva nel cimitero di Capomazda, vi entrai con l'intento di visitare la tomba di una vecchia signora che con gentilezza mi aveva accolta appena arrivata nella nuova città subito dopo il mio matrimonio. Mentre sostavo davanti a quella lapide, la mia attenzione fu attratta da un piccolo e dignitoso monumento funebre che, seppur sembrasse recente, era tutto infestato di edera. "Meglio ripulire quella povera tomba" pensai e mi avvicinai. ![]() Alzai alcuni rami per leggere l'iscrizione ai piedi della statua funebre "Qui giace Sir Friederich
Cavaliere del Duca che cadde combattendo valorosamente per la difesa di Capomazda e della sua Gente" Mi allontanai immediatamente spaventata a morte, l'edera cadde e ricoperse nuovamente l'iscrizione. "Friederich! Uno solo porta questo nome germanico, ed è mio marito!" Realizzai, fuggii via senza sapere dove in preda al dolore.
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#272 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Quell’angolo di vecchia Afroagogna.
Verdi pascoli in un lussureggiante scenario, selvaggio, indomito, forte, dove una natura idilliaca regna sovrana. Un vasto mondo di classicheggiante bellezza, capace di racchiudere i desideri più puri dell’animo di un uomo. E la Primavera, come la stagione della giovinezza, torna a specchiarsi in questo pastorale paesaggio portando con sé i sogni più belli. E questo verdeggiante luogo, baciato dal Sole morente che, scandendo ad Occidente, lasciava lunghe ombre che accarezzavano la vasta campagna, sembrava aprirsi al passaggio della ragazza, per poi richiudersi come a volerla proteggere nel suo ventre. Dafne, sconvolta ed impaurita, scappava da fantasmi che parevano rincorrerla e tormentarla. Ad un tratto sentì una voce. “Dove vai, graziosa fanciulla? Somigli tanto alla mia adorata bambina…” disse una vecchia zingara seduta sotto una quercia “… vuoi che ti legga il futuro? Vieni qui, non temere…”
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#273 |
Cittadino di Camelot
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Attesi che la porta si fosse richiusa dietro Izar, poi sospirai...
“So bene che non sei mai stato un diplomatico...” dissi, lanciando a Matthias un’occhiata fuggevole e falsamente severa “Ma non potevi essere un po’ meno brusco con Izar? Specie considerando il fatto che lui è l’unico in questo luogo che pare disposto a fornirmi delle risposte!” Gli voltai le spalle e mi avvicinai al tavolo, qui sostai e sbirciai ciò che si trovava su quei vassoi. Staccai poi un minuscolo pezzo di pane e lo misi in bocca... “Non mi abituerò mai del tutto a questo sapore!” mormorai “Mi manca la delicatezza del pane di Sygma, la sua fragranza... Mi dicono, invece, che il vino sia buono...” dissi, versandone una piccola quantità in un bicchiere e porgendolo al priore “Ecco, padre! Mi fiderò soltanto del vostro giudizio!” Gli sorrisi per un momento... lo vidi prendere il bicchiere e sorridermi garbatamente a sua volta ma non bevve, così come Matthias non sembrava intenzionato a muoversi dal suo posto né a staccare i suoi occhi severi da me. Compresi che nessuno dei due aveva voglia di perdersi in convenevoli, adesso che eravamo rimasti soli... Voltai così loro di nuovo le spalle... “Mio padre non avrebbe dovuto mandarvi qui!” dissi lentamente “Gli ho scritto una lettera qualche giorno fa in cui gli spiegavo la mia posizione... una posizione che non è affatto mutata! Capomazda è in una condizione difficile, lo so perfettamente, ma io non ho il diritto di andarmene. Soprattutto non ho quel diritto adesso che...” sospirai e chiusi gli occhi un istante “...adesso che Sua Signoria non è qui e non ha la possibilità di controllare la situazione di persona!” Inspirai, in attesa delle reazione che certo sarebbe arrivata! ...e comunque tanto valeva che lo sapessero subito, pensai.
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#274 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Gervan e Llamrei avevano volutamente rallentato il passo, proprio per permettere a Hastatus di raggiungerli presto.
Ed infatti, poco dopo, la sagoma del cavaliere apparve nel bosco. “Ecco sir Hastatus!” Disse Gervan, indicando il cavaliere alla sua compagna di viaggio. E così, riunitisi, i tre continuarono il loro viaggio verso il monastero delle Agostiniane. Ad un tratto, però, avvistarono del fumo in lontananza. “Sembra provenire dal luogo in cui si trova il monastero!” Esclamò Gervan. “Presto, affrettiamo il passo!” I tre giunsero così a poca distanza dal monastero, restando ben nascosti nel bosco circostante. Il santo luogo era in fiamme e le monache erano state tutte portate davanti al portone d’ingresso. Vi erano cavalieri ovunque e minacciavano, insultavano e colpivano le monache. “Passatele tutte a fil di spada!” Ordinò colui che sembrava essere il capo di quei cavalieri. “Odio la Chiesa e tutti i suoi adepti!” Ad un tratto alcuni dei suoi portarono fuori delle orfanelle. “E queste da dove arrivano?” Chiese il Cavaliere del Gufo. “Le monache le avevano nascoste nei sotterranei del monastero.” “Lasciatele stare!” Gridò una monaca. “Sono Angeli di Dio!” “Zitta, cagna!” La zittì e colpì uno dei cavalieri. “Come recita il vostra Vangelo? Il gregge ed il suo pastore? Allora prepareremo qualcosa di degno…” mormorò Gouf “… prendete quelle pelli di pecore che abbiamo predato nell’ultimo villaggio!” I cavalieri fecero allora vestire le orfanelle con quelle pelli e secondo gli ordini di Gouf le fecero poi correre nello spiazzo davanti al monastero. “Liberate i molossi!” Ordinò allora Gouf. Un attimo dopo i feroci cani si lanciarono all’inseguimento delle bambine. E quando le ebbero raggiunte, le sbranarono senza pietà, sotto gli occhi divertiti dei cavalieri di Gouf. “Cosa ne facciamo delle monache, mio signore?” Chiese Aytli. “Ci ho ripensato… saranno un dono per i miei cavalieri…” rispose Gouf. “Grazie, milord!” Esultarono i suoi. “E trattele con cura…” ridendo Gouf “… sono le spose di Cristo!” Presero allora le monache, insieme a quanto di prezioso c’era nel monastero ed andarono via, lasciando quel desolato scenario di morte alle loro spalle.
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#275 |
Cittadino di Camelot
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Trasalii sentendo quella voce stridula. Inciampai e caddi a terra. Mi svegliai completamente da quello stato di trans!
"Leggermi il futuro? Io non ho nessun futuro! Credevo che mio marito fosse con me, nella nostra casa, nel nostro letto, seduto alla nostra tavola e invece me lo ritrovo al cimitero dentro una tomba. Che futuro ho?? Non c'è nessun misero futuro per me. Solo la morte!"
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#276 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La zingara si abbandonò ad una sgradevole risata.
“Il futuro…” disse “… che sia intriso di sangue o illusioni è ormai inevitabile! Vuoi venire con me? La mia bambina è morta tempo fa… dai, mi farai compagnia…” E la sua risata sembrò assumere un eco sinistro ed innaturale. Rise forte, sempre più forte, mentre la sera prendeva, pian piano, il posto del crepuscolo. Dafne allora sentì una cupa disperazione nascere dentro di lei e avvertì un’irrazionale volontà di fuggire via.
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#277 |
Cittadino di Camelot
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"Il mio secondo..." mormorò Morrigan, per un istante turbata da quell'affermazione...
...io non so nemmeno se ce l'ho, un secondo... Questa idea improvvisa le fece abbassare per un istante lo sguardo, pensosa... chissà se Guisgard si sarebbe ricordato, se avrebbe scelto di darle una mano... certo, lui non le doveva nulla, lo sapeva... però in quel momento, si sentì sola, per la prima volta... sola e così lontana da casa, dal suo mondo! Strinse a sè Samsagra, la strinse con particolare fervore... Samsagra era tutto quello che la teneva saldamente ancorata al suo mondo, ai suoi affetti, al suo passato e al suo futuro. Quel contatto, come sempre le accadeva, le infuse una grande calma e una nuova forza. "Il mio secondo potrebbe tardare..." finse allora con disinvoltura, riavendosi da quel momento di turbamento "sapete... birra e bisboccia non vanno d'accordo con questi orari antelucani... e se anche il vostro secondo è un tiratardi, forse faremmo meglio ad iniziare ad affilare le armi, perchè non ho alcuna intenzione di tornare a dormire, ma ho molta fretta di fare colazione... tirar di spada mi mette appetito!" concluse con un sorriso.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
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#278 |
Cittadino di Camelot
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E, con un briciolo di orgoglio che ancora mi apparteneva, mi rialzai, fulminai con lo sguardo la vecchia zingara, mi voltai e me ne andai...
"Mai e poi mai verrei con voi! Io sono Lady Dafne nata nella terra dei più valorosi cavalieri e delle più onorevoli dame: CAMELOT! Con o senza futuro voi non vi prenderete gioco di me!" ![]()
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![]() "Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza" Baudelaire Ultima modifica di Lady Dafne : 12-04-2011 alle ore 21.39.27. |
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#279 |
Cittadino di Camelot
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Risi della salacia delle guardie che, pur redarguite, continuavano a lanciare occhiate curiose nella mia direzione.
Sorrisi verso Monteguard "Temo, piuttosto, che sia la storia a interessarsi a noi e non il contrario. Ho visto un quadro, nella mia visone e sospetto che quello sguardo triste della dama di nome Gyaia siano una delle chiavi del mistero dei Taddei... il suo sguardo addolorato assomiglia a quello di una madre a cui fu strappato il bambino..."Sospirai, temendo che le visioni potessero ripresentarsi davanti ai miei occhi. Per distrarmi seguii con lo sguardo gli uomini che marciavano e ne valutai le forze... scossi il capo e mi ripromisi di non pensarci fino a quando non avessi lasciato quel feudo timorato di Dio, dove le mie arti sarebbero state travisate. Mi voltai verso il capitano: "Ho urgenza di partire, mio caro capitano... vorrei, per il tramonto, trovarmi sulla strada del nemico... e ora, penso che dovremmo informare sua signoria lady Talia." Il mio sguardo non lasciava adito a fraintendimenti... non avrei passato un'altra notte tra quelle mura. Avevo le energie necessarie per farmi aprire le porte dell'inferno, se fosse stato necessario attraversarlo per uscire di lì. Il giorno mi aveva donato tutto il suo fulgore. Sperai di trovarmi ben presto a cavallo di Pandemonio. Sorrisi, leggera come l'aria e divertita dalla brezza che mi scompigliò i capelli, come a benedire i miei pensieri.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. |
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#280 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Allora possiamo pure cominciare!” Disse Finiwell estraendo la spada. “E devo rivelarvi che stamani siete anche fortunata… vedete, ho dormito male e mi sono svegliato con la mano destra intorpidita… ma non rallegratevi troppo, milady, per voi basterà la sinistra… che solitamente la riservo per bere!”
Rise e le fece l’occhiolino. Ma proprio in quel momento giunsero Pasuan e Cavaliere25. L’apprendista cavaliere aveva infatti raccontato ogni cosa a Pasuan nella locanda. Un attimo dopo un’altra figura apparve lungo la strada. Era Guisgard che giungeva sul luogo del duello. “Ma dove diamine eri finito?” Chiese Finiwell a Pasuan. “Possibile che tu non riesca a stare un momento tranquillo!” Ribatté Pasuan. “Cosa c’entra ora un duello! E con una donna poi!” “Mi occorre un secondo in un duello, non un prete che mi faccia la predica!” Replicò Finiwell. “Beh, direi di cominciare, signori.” Intervenne Guisgard. “Tra un pò sir August potrebbe chiamare nuovi volontari per il Gorgo del Lagno.”
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