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Vecchio 09-07-2011, 19.25.31   #1791
Lady Morgana
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Lady Morgana è sulla buona strada
"Osate paragonarmi ad una dama di corte?" urlai in preda all'ira a Lady Layla; "Voi non avete la minima idea di chi sia io! Sarò pure giovanissima, ma io sono una Prescelta...".
Non sapevo quanto suonassero minacciose le mie parole a Layla. Non sapevo nemmeno se lei conoscesse la storia dei Prescelti, coloro a cui un Dio dona parte dei suoi poteri. Nishuru, visibilmente preoccupato ed irritato, mi portò via da lì.

Io quella l'ammazzo! Appena riusciremo a liberare Lady Talia dall'incantesimo, io la sgozzerò, quell'insopportabile strega!!!

Seguii Nishuru e ascoltando le sue parole m'irritai non poco e persi completamente la ragione, lasciando che, per pochi secondi, Theenar prendesse il sopravvento.
Urlai, torsi il polso di Nishuru, lo feci cadere e lo bloccai a terra premendogli il mio ginocchio sul suo petto. Il suo respiro si fece pesante.
Estrassi poi il mio pugnale e glielo puntai alla gola.
"Sta zitto, Nishuru, figlio di Erther! Ricorda chi hai davanti, ricorda con chi parli! Io sono Verdammt la Maledetta, la figlia del tuo Signore! Porta rispetto!!!" gli dissi urlando e dicendo ciò premetti ancor di più la lama sulla sua gola. Un rivolo di sangue gli scese lungo il collo.

No! Fermati! Lui è un tuo fedele servo! Mio Signore, risparmiatelo!

Theenar si placò e io riacquistai lucidità.
Mi sedetti sull'erba e Nishuru scivolò lontano da me, impaurito.
"Scusami..." mormorai dispiaciuta.
Lo guardai e sorrisi. Mi avvicinai e mi accoccolai tra le sue braccia.
"Tu e Luna state insieme." non era una domanda, era un'affermazione.
Lui mi guardò, con sguardo interrogativo. Capii cosa cercava di spiegarsi.
"No, non me l'ha detto Luna, l'ho capito io, da sola. Ho notato come vi guardate e alla cattedrale, come suo accompagnatore, c'eri tu. Di solito l'accompagna sempre Pardyon..." mi scappò una risatina nervosa.
Ma la nostra chiacchierata fu interrotta da delle grida. Un uomo, annunciò di voler vincere la Dolorosa Costumanza.
Nishuru si stava alzando per andare a vedere, ma io lo trattenni.
"No, ti prego. Restiamo qui. Sono sicura che ci saranno solo inutili spargimenti di sangue. Sarebbe come offrire carne fresca a Theenar. Io ne sarei felice, ma... non ora..." dicendo ciò abbassai lo sguardo e mi sdraiai sull'erba.
Nishuru si mise di fianco a me e rimanemmo così ad osservare il cielo, in silenzio.
"Spero che Luna non sia gelosa!" sussurrai e risi piano.
Dopo un po' Luna ci venne a chiamare dicendoci che era pronta la cena.
Raggiungemmo a passo svelto la sala in cui si teneva il sontuoso banchetto e nel frattempo Luna ci raccontò cos'era successo al cavaliere che si era presentato a palazzo.
Non dissi una parola.
Ci sedemmo a tavola ed io, per tutta la durata del banchetto, guardai minacciosa Lady Layla che ricambiò più volte il mio sguardo, sorridendo malefica.

Siete già morta, Mia Signora.

Risi piano, gustando appieno quel pensiero. Ritornai poi a fissare Lady Layla.
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Vecchio 10-07-2011, 22.08.25   #1792
Melisendra
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Melisendra sarà presto famoso
"Fermatevi!" riuscii a malapena a replicare, mentre assistevo a quello scempio. "Non potrò fare granchè se continuerete così!"
Quando Guisgard ricadde quasi privo di sensi, il boia si interruppe.
"Vi prego... ora lasciate che me ne occupi io... sapete che non amo la vista del sangue. Lasciatemi col prigioniero e ve lo restituirò come chiedete."
Mi avvicinai a quel corpo martoriato e feci segno di slegarlo da quella scomoda posizione.
"Lo avete ridotto male... ci vorrà più tempo di quanto credessi."
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Vecchio 11-07-2011, 00.40.55   #1793
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il boia smise il suo supplizio e slegò Guisgard, che cadde a terra pesantemente.
Il boia lo riportò nella cella e lo incatenò di nuovo alle catene.
“E’ tutto vostro, questo cane.” Disse poi a Melisendra.
Il petto del cavaliere era lacerato dalle frustate ed a contatto con la nuda pietra delle pareti quelle ferite gli producevano un dolore fortissimo, a tratti insopportabile.
“Come stai, amico mio?” Chiese il vecchio cieco.
Guisgard rispose con un gemito di dolore.
“Avanti, fatti forza…”
“Si…” annuì a fatica il cavaliere alle parole del vecchio.
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Vecchio 11-07-2011, 01.22.37   #1794
Guisgard
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Il banchetto era cominciato e tutti avevano preso posto, o quasi.
Più volte Layla fissò tutti gli invitati alla sua tavola.
Li scrutava quasi a voler leggere dentro ognuno di loro.
E si accorse dello sguardo di Sayla su di lei.
“Smetti di fissarla…” disse sottovoce Nishuru alla giovane ragazza “… sembra che tu voglia darle fuoco solo guardandola…”
Ad un tratto Layla sollevò una coppa e prese la parola:
“Brindo a questa cortese ed amabile compagnia. A noi tutti, a questo luogo ed alle più nobili intenzioni che animano i nostri cuori… ed al giorno in cui saremo chiamati a rispondere di queste nostre intenzioni…”
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Vecchio 11-07-2011, 01.38.58   #1795
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“Ora calmati, Dafne…” disse Pasuan, dopo aver udito le parole della sua amata “… ascoltami… ma ascoltami bene… quello non è il nostro Hubert… non può essere lui… non in questo luogo…”
Ad un tratto si udì una risata, sgraziata e stridula.
“Un bambino è sempre un bambino…” mormorò la figura avvolta nel mantello “… pensate forse che il mio bambino non abbia gli stessi diritti del vostro?”
Pasuan strinse a sé Dafne, come se avesse avvertito un imminente pericolo.
“Io amo tanto il mio bambino…” continuò la misteriosa figura “… è così bello…”
Si abbandonò di nuovo a quella sua delirante e terrificante risata.
“Chi sei, maledetta?” Domandò con rabbia Pasuan, stringendo a sé Dafne e puntando la spada contro quell’inquietante figura.
“Sono una donna, una madre…” rispose questa “… proprio come lo è la ragazza che tenti così disperatamente di proteggere, cavaliere… ma chi proteggerà te?”
E finalmente si voltò, mostrando il suo terrificante aspetto e quello del suo mostruoso bambino.
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Vecchio 11-07-2011, 03.36.30   #1796
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Il Sole batteva forte ed inesorabile sul campo, quasi a voler sciogliere gli scudi e le corazze che già erano pronte per essere indossate.
Lucenti ed inquietanti bagliori si diffondevano tra le tende e i posti di guardia, mentre i vari cavalieri erano alle prese con diversi compiti e mansioni.
“Scommettiamo che riuscirò a guadagnarmi la dama più bella di Capomazda? Su, mi gioco la paga!” Disse un cavaliere ad altri suoi compagni che lo ascoltavano.
“Io invece voglio qualche giovane fanciullo…” mormorò un altro “… e dopo essermi divertito con lui, gli ficcherò in gola il mio coltello… tagliare la gola di un marmocchio è come entrare con una lama nel burro caldo... un piacere senza paragoni…”
“Io invece non vedo l’ora di appiccare il fuoco ad ogni chiesa di quella maledetta città!” Esclamò un altro ancora. “Odio i chierici ed il veleno che vanno spandendo e non vi è altro luogo a questo mondo che pullula di chiese come Capomazda!”
E tra questi propositi un’ombra silenziosa attraversava il campo.
Giunse ad una delle tende e vi entrò.
“Finalmente, sir Gouf.” Vedendolo entrare Ivan de Saint-Roche. “Finito il vostro giro d’ispezione?”
“Davvero in gamba i vostri cavalieri…” mormorò Gouf “… stanno già dividendosi la posta in palio… chiese, donne e bambini…”
“Sono dei valorosi e meritano il bottino che prederanno.”
Gouf gli lanciò un’occhiata senza dire nulla.
“Piuttosto, milord, avete già ideato la prossima mossa?” Chiese Ivan. “O resteremo ad attendere qui la resa di Capomazda?”
Gouf non rispose ed aprì una mappa sul tavolo.
“Sicuramente conoscerete la storia delle inviolabili cittadelle della Grecia antica…” cominciò a dire il Gufo “… e di come le loro mura erano tanto imponenti da essere definite ciclopiche…”
“Già, perché solo dei ciclopi avrebbero potuto sollevare i massi che le componevano.”
“Molto bene…” mormorò Gouf “… eppure neanche quelle mura riuscirono a salvare il mondo miceneo dall’invasione che gli antichi chiamavano degli Eraclidi…”
“Già, i mitici figli di Eracle.” Annuì Ivan. “Ma dove volete arrivare?”
“Le cittadelle micenee furono prese per fame…” fissandolo Gouf “… avvelenando i canali con cui si rifornivano d’acqua…”
Ivan ebbe un sussulto e sorrise.
“Prenderete un drappello di cavalieri e cercherete il canale sotterraneo che rifornisce d’acqua Capomazda…”
Ivan, a quelle parole di Gouf, saltò su entusiasta.
“Si e dopo sarà un gioco da ragazzi prendere quella dannata città!”
E dopo aver radunato il drappello, partì per quella sua decisiva missione.
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Vecchio 11-07-2011, 11.33.20   #1797
Lady Morgana
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Lady Morgana è sulla buona strada
Parlai a Nishuru senza smettere di fissare Lady Layla.
"Magari Theenar mi avesse donato anche questo potere! La incenerirei immediatamente..." bisbigliai.
Poi gli sorrisi.
"Scusa... cercherò di controllarmi."
Squadrai tutti i presenti, compresa Lady Talia. Dovevo ragionare sulla situazione, cosa potevamo fare per spezzare l'incantesimo?
"Icarius pensa che per riavere la moglie, debba vincere la Dolorosa Costumanza... A parte il fatto che sembrerebbe impossibile, lui non ha mai chiesto a Lady Layla se così potrà riavere la sua sposa..." bisbigliai all'orecchio di Nishuru.
"Perciò secondo te, se vincere la Dolorosa Costumanza non servisse a nulla, cosa potremmo fare per liberarla?" era una domanda a cui non riuscivo a trovare risposta.

E se l'unico modo per liberare Lady Talia fosse uccidere chi ha compiuto il maleficio? Potrebbe essere...

Lo dissi a Nishuru, per sapere cosa ne pensava.
Verso la fine del banchetto, Lady Layla si alzò e fece un brindisi, rivolto a tutti coloro che stavano seduti attorno a quella tavola e ai suoi graditi ospiti.

Graditi...

Non potevo passare un secondo in più in quella stanza, era davvero una cosa insopportabile. Mi alzai.
"Mia Signora" dissi rivolta verso Lady Layla " Anche se il banchetto non è ancora giunto al termine, vorrei, con il vostro permesso, ritirarmi nelle mie stanze per riposare, essendo io molto stanca. Quindi, se mi permettete di andare, gradirei che qualcuno mi facesse vedere ove dormirò questa notte..." guardai Schezan, sperando che non fosse lui ad accompagnarmi. Non sapevo quando avrei potuto perdere nuovamente il controllo ed ero sicura che quell'uomo mi avrebbe istigata una volta lontano dalla sua padrona.

Devo ragionare... non ho molto tempo. E devo anche informare Icarius che al nostro terzo giorno di permanenza a palazzo, me ne sarei andata. Con o senza di loro...
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Ultima modifica di Lady Morgana : 11-07-2011 alle ore 12.15.12.
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Vecchio 11-07-2011, 12.47.03   #1798
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Quel bambino che aveva tirato il mio abito...
‘Questo mese sono già tre’ aveva detto, riferendosi ai cavalieri morti in quell’impresa... tre! In un solo mese! Ero rabbrividita.
Poi aveva guardato lord Icarius e aveva accennato ad un quadro... un quadro che Layla possedeva e su cui era rappresentato un cavaliere che somigliava a lord Icarius... avevo osservato il bambino con stupore per qualche minuto e subito il folle desiderio di vedere quel quadro si era impossessato di me...
La tristezza che ogni tanto affiorava negli occhi di Layla, quella sua freddezza, le sue parole crudeli e rancorose sui cavalieri che avevano nelle vene il sangue di Icarius...
A questo e a molto altro pensavo mentre, salutato il bambino con un sorriso e una carezza sui suoi capelli scuri, seguivo Shezan per il corridoio.
Mi sentivo come se stessi percorrendo un cammino dalla meta oscura... ero sulle tracce di un enigma... un rebus, cui dovevo dare un senso per poter comprendere Layla e forse -o almeno così speravo- recuperare i miei ricordi...
Chissà se c’era Icarius in quei ricordi, mi sorpresi a pensare.
D’un tratte Shezan aprì una porta e mi introdusse in un’ampia e luminosa sala, in cui spiccava, proprio al centro, un grande tavolo... tutti erano già seduti lì intorno.
Mi inchinai appena e mi scusai per il breve ritardo...
Vidi Icarius alzarsi, come a porgermi il posto accanto a lui, e io feci mezzo passo in quella direzione... ma Layla mi blocco e il suo gesto, che mi indicava la sedia accanto alla sua, mi parve quasi un’ingiunzione.
Esitai solo un istante... poi ubbidii a Layla e mi sedetti al suo fianco, proprio davanti a lord Icarius.

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Ad un tratto Layla sollevò una coppa e prese la parola:
“Brindo a questa cortese ed amabile compagnia. A noi tutti, a questo luogo ed alle più nobili intenzioni che animano i nostri cuori… ed al giorno in cui saremo chiamati a rispondere di queste nostre intenzioni…”
Mi parvero curiose quelle parole e mi chiesi a cosa Layla si riferisse...
“E alla verità!” soggiunsi piano, alzando a mia volta il calice che avevo di fronte “Che essa possa guidarci ed illuminarci sempre, che possa far luce nelle nostre menti e dare forza ai nostri cuori!”
Sollevai gli occhi e inevitabilmente incontrai quelli di lord Icarius, seduto di fronte a me... occhi tanto chiari da sembrare quasi trasparenti, eppure quell’azzurro non aveva niente a che vedere con quello freddo di Layla: erano caldi gli occhi di lord Icarius, profondi, luminosi, erano il principio e la meta di ogni gioia...

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"Mia Signora" dissi rivolta verso Lady Layla " Anche se il banchetto non è ancora giunto al termine, vorrei, con il vostro permesso, ritirarmi nelle mie stanze per riposare, essendo io molto stanca. Quindi, se mi permettete di andare, gradirei che qualcuno mi facesse vedere ove dormirò questa notte..."
Quella voce, all’improvviso, mi riscosse.
Battei le palpebre, come a tentare di recuperare la realtà, e mi voltai verso Sayla... si era alzata e se ne stava in piedi, fronteggiando Layla a testa alta...
Aveva carattere quella ragazza, pensai... senza dubbio era una ragazzina particolare, la più curiosa che avessi mai incontrato!
Quest’ultimo pensiero mi colpì... l’ennesimo senso di déjà-vu... strinsi gli occhi e fissai Sayla più intensamente.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 11-07-2011, 16.46.00   #1799
Melisendra
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Mi accinsi a prendere dell'acqua per farlo bere. Con la punta delle dita scostai cautamente i lembi della tunica lacerata e osservai le ferite.
Non c'era molto che potessi fare.
"State calmo, presto passerà tutto..." gli rinfrescai il viso con le mani fresche d'acqua e riflettei su quante possibilità avessi di guarirlo.
Glielo dovevo. Ma mi sentivo debole.
Mi avvicinai a lui. Liberai la mente e sfiorai appena le sue labbra, concentrandomi sul mio e sul suo respiro.
Lentamente sentii le forze scivolare via, in una pallida imitazione di ciò che probabilmente provavano le mie vittime. Sentii la sua energia scorrere con tenacia sotto la pelle.
Quando mi staccai da lui ero debole e provata. Tossii, mentre il respiro tornava regolare. Non riuscii ad alzarmi, tanto mi girava la testa, quindi mi sedetti lì, vicino a lui. Scostai un lembo della sua tunica e con una spugna lavai via il sangue: sotto, la pelle era compatta e priva di ferite.
Appoggiai la testa contro la fredda roccia e aspettai che quella sensazione di debolezza passasse.
"Quando verranno a prenderci dovrete essere estremamente collaborativo e docile, altrimenti non usciremo mai di qua... e la spada cadrà nelle mani del Cavaliere del Gufo."
La voce mi tremava, così come le mani, mentre armeggiavo con la sua tunica per annodargliela saldamente addosso. Non potevo permettere che l'incanto mostrasse la sua vera identità.
Poi lasciai ricadere le braccia e rimasi appoggiata al muro, a occhi socchiusi, respirando lentamente e facendomi forza. Non era tempo per sentirsi debole.
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Vecchio 11-07-2011, 19.09.06   #1800
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Nishuru fissò Sayla prima che la ragazzina abbandonasse la sala.
“Bisognerebbe capire cosa centra la Dolorosa Costumanza con i tragici eventi che hanno colpito ormai da secoli i nobili Taddei.” Disse alla giovane. “Questo dovresti scoprire, Sayla, questo è il vero scopo per cui noi tutti siamo qui.” Fissò Layla. “Quella donna… ha qualcosa nello sguardo… un male antico, un odio vecchio come il mondo… e di quell’odio tutto questo luogo ne è intriso.”
Luna ascoltò ed annuì.
Layla, udite le parole di Sayla, fece cenno alla ragazzina di poter lasciare la sala.
Un valletto la condusse al piano superiore dove una stanza era stata preparata per lei.
Nella stanza vi erano diversi piccoli ritratti, con soggetti mitologici, pastorali e a tema Sacro.
Su tutti si notavano due bellissime icone di gusto bizantino, raffigurante la Vergine col Bambino una e i tre Arcangeli, Michele, Raffaele e Gabriele l’altra.
Nella sala, intanto, il banchetto continuava.
Icarius fissò per tutto il tempo Talia, senza però aver molte occasioni per poterle parlare.
Poi, come vinto dal desiderio di farlo, si alzò in piedi.
“Milady…” rivolgendosi a Layla “… poco importa il nome con cui chiamate vostra sorella… io vi chiedo di poterla corteggiare per poi chiederla in moglie.”
Un vocio soffuso si alzò dalla tavola, per poi svanire quando Layla rispose.
“Se non erro voi avete già una moglie, milord…”
“Si, ma come voi stessa mi accennavate ella è andata via, forse per ritornare a Sygma.”
“E volete quindi rifarvi una vita con Yelia?”
“Si, mia signora.”
“Siete volubile, proprio come i vostri antenati, mio signore.”
“Milady, vostra sorella mi rammenta in tutto e per tutto mia moglie Talia, l’unica donna che io ricordo di aver amato. Se ella ora è andata via, io sono disposto ad inseguire un sogno, un’immagine, se anche pallida, per poter stare con lei.” La fissò. “Ricordate questo fiore?” Mostrando Mia amata. “Per questo, vi ricordo, mi prometteste ogni cosa. Ed io ora chiedo di poter corteggiare vostra sorella.”
Layla fissò quel fiore.
“Si, per quel fiore nulla vi negherei…” mormorò la donna “… nulla… ma quanto chiedete non dipende da me… vi è una legge, voluta da mio padre, che impone l’ordine secondo il quale le sue due figlie devono prendere marito… essa impone che spetti prima alla maggiore e poi alla minore.”
“Dunque se non vi sposerete non potrà farlo nemmeno vostra sorella?” Domandò Icarius.
“Si, milord.”
“Quale legge impone questo giogo?” Chiese Icarius.
“La Dolorosa Costumanza, milord.” Rispose Layla.
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