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#2271 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Mentre Elisabeth si trovava nella biblioteca, all'improvviso, si udì un rumore.
“Libri, libri e ancora libri.” Disse un ometto che scendeva dai ripiani più alti della biblioteca. “Sono stufo di cercare fra questi libri. Ma perchè non ci pensano loro a trovare ciò che gli occorre?” Si accorse di Elisabeth. “Come siete entrata qui, milady? Non siete certo una che lavora qui, perchè non vi ho mai vista in questa biblioteca. Cercate un libro forse? Se è così, sappiate che avete scelto il momento sbagliato. Messer Cristansen si è dimesso da poco e qui dentro ora domina un gran caos.”
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#2272 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“I nemici di Tylesia...” disse il capo di quei mercanti ad Altea “... davvero non conoscete i suoi nemici? Strano, visto che siete stata in quella città... però avete detto di aver navigato sul fiume Calars... allora non siete originaria di queste terre, poiché nessuno a Tylesia naviga sulle sue acque... da dove venite, milady?” Sorrise. “Ma perdonatemi, non ho risposto subito alla vostra domanda... il mio nome è Heyto e come vi ho detto, insieme ai miei compagna ci occupiamo di commercio. E anche noi siamo giunti qui grazie al Calars.”
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#2273 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Appena Daniel saltò in groppa al cavallo, questo tentò di scalciare, nitrendo e dimenandosi con forza.
Ma alla fine, stremato, si accasciò di nuovo al suolo. “Bravissimo, Daniel.” Disse Giada. “Sei riuscito a domarlo. Ora questo formidabile cavallo sarà il tuo destriero.”
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#2274 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Appena Lilith raggiunse quegli uomini inferociti dal loro fanatismo, fu subito afferrata con forze da uno di loro.
“Guardate.” Disse agli altri. “Vedete com'è abbigliata? Forse è anche lei una strega. Bruciamola!” “Si!” Gridò un altro. “Al rogo anche lei!” Urlarono tutti gli altri. “Lilith!” Gridò Redentos. “Parsifal, hanno preso Lilith!”
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#2275 |
Cittadino di Camelot
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Sentii una voce stizzita che parlottava tra le lunghe file di libri...un ometto che saltellava su e giu' per mettere a posto pile enormi di tomi......vedendomi mi parlo' a raffica....e senza saperlo mi diede informazioni sull'uomo che cercavo..." Buongiorno......sono qui in citta' da poco, la mia passione e' la lettura...ero venuta perche' cercavo Messer Cristansen, ma mi avete preceduta.......ho la necessita' di incontrarlo, sapete dove posso trovarlo ?.....e' importante..".....E mentre parlavo con l'ometto incominciai a passargli i libri da riporre nei ripiani......se non trovavo lui, dovevo andare dalla Regina, e questo mi sarebbe valsa la testa......
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#2276 |
Cittadino di Camelot
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"La ringrazio Damigella....." dissi.
Spronammo i nostri cavalli e proseguimmo il viaggio verso Tylesia, il destino di un popolo era nelle mani di coloro che volontariamente avevano seguito il richiamo della campana. Passarono poche ore e ci ritrovammo nel bel mezzo di una folla inferocita: "cosa era tutta quella confusione....."mi chiesi. In lontanzanza, si udivano le frasi di incitamento e condanna per una donna tacciata di stregoneria: "Non può essere, non in presenza di Lilith.....non doveva vedere la scempiaggine e la crudeltà di noi uomini......"mi volsi verso Lilith per dirle che non doveva preccuparsi, ma non vi era...... "Lilith" gridaì. Scesi da cavallo e la inseguì. Sapevo che sarebbe andata così, corsi tra la folla e vidi che anche lei stava per essere condannata. "Fermi......in nome di Dio......cosa state facendo!!! Non siete autorizzati a condannarla". Dovevo escogitare qualcosa.
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... |
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#2277 |
Cittadino di Camelot
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"No milord Heyto, io non ho mai visto i nemici di Tylesia ma ne ho sentito parlare molto, infatti come vi dissi ho visto appiccare incendi nella città, a dir degli abitanti, da parte dei loro nemici. E io e sir Fyellon siamo riusciti a scappare da Tylesia proprio per cercarli e sconfiggerli, ma non vi è traccia vedo, voi sapete qualcosa a riguardo?". Guardavo il loro capo e come sempre il mio sesto senso mi diceva di stare all'erta, dalle sue parole capii erano pure loro forestieri. "Vengo da molto lontano, non so nemmeno io per quanto abbiamo viaggiato sul Calars, purtroppo il barcone dove abbiamo viaggiato si distrusse sulle piene vicino alle cascate, sono sicura di tre superstiti oltre a me, degli altri non so nulla. Voi siete stati più fortunati vedo...ma perchè siete interessati a Tylesia?"
E in quel momento un pensiero mi balenò..Fyellon, mi sentivo sola e indifesa, più che altro per quel discorso che sentii parlare su delle ragazze sacrificate per Tylesia, forse fu un errore allontanarmi da lui, con lui mi sentivo sicura nonostante tutto...sospirai e scossi il capo pensando "che sciocca sono!!sciocca e sciocca, non faccio altro che mettermi nei guai".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() |
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#2278 | |
Cittadino di Camelot
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Ascoltando le parole del vecchio qualcosa in me aveva sussultato... un uomo che cercava qualcosa di speciale, un Fiore... un uomo che aveva viaggiato per mari e per terre in cerca di quel tesoro, senza mai arrendersi... un intrigo di gallerie e grotte sotterranee ed il gorgoglio dell’acqua che filtrava tra le rocce... sì, qualcosa in me tremò perché quelle parole risvegliarono nella mia mente il ricordo di una visione...
Avevo avuto molte visioni da quando io e Guisgard avevamo lasciato il Casale e molte cose erano accadute... eppure ogni singolo frammento di quelle immagini era impresso in modo indelebile nella mia mente... E così, a quelle parole del vecchio, proprio una di quelle visioni tornò con forza di fronte ai miei occhi... e rividi Andros ed i suoi compagni, e rividi quell'impossibile groviglio di grotte, rividi Chymela... Esitai, tuttavia, dibattendomi nell'incertezza e nel dubbio... era possibile? O forse era solo una coincidenza? Era la mia immaginazione che galoppava? O forse era un segno? Esitai, tuttavia... ero incerta... ed improvvisamente, per qualche ragione, ero di nuovo tesa... come chi è consapevole di star seguendo un cammino creato appositamente per lui ma non sa dove quella via conduca, non sa cosa dovrà affrontare per giungere alla meta eppure vede tutti quei piccoli segnali messi lì per lui e, traendo forza da essi, prosegue. Restammo ancora per poco tempo in quella grotta... un attimo dopo, infatti, Guisgard decise che era tardi e rimandare ancora il nostro viaggio sarebbe stato pericoloso, risalimmo a cavallo dunque e ripartimmo. Per tutto il resto della strada, tuttavia, rimasi in silenzio... pensierosa... Quelle parole del vecchio continuavano a vorticarmi nella mente, così come quella visione e altre mille domande, congetture, sensazione... Citazione:
“Siamo arrivati?” chiesi dunque a Guisgard.
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** Talia ** ![]() "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." ![]() |
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#2279 |
Cittadino di Camelot
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mi misi tra i due litiganti e dissi ma che vi sta succedendo siete impazziti litigare per queste cose non ce bisogno di litigare forza prenderò io la decisione lasciamo tutto qui e ce ne andiamo dissi chiaro e fissai tutti con uno sguardo severo e irritato
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#2280 |
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XXV Quadro: Faycus
"Questo castello è tanto forte, e non credo proprio che prima del mio ritorno possa essere conquistato d'assalto, ma nessuno può guardarsi dal tradimento." (I Romanzi della Tavola Rotonda, Fuga di Re Ban) Avvistata la città tra i due monti, Guisgard sorrise. “Siamo a Faycus, Talia.” Disse. Spronarono allora i cavalli e raggiunsero la città ducale. Oltrepassata la porta, risalirono fino alla parte alta del centro abitato, dove trovarono una locanda. “Salute a voi!” Entrando Guisgard e conducendo con sé Talia. “Benvenuti, signori!” Sorridendo il locandiere. “Una bella stanza.” Fece Guisgard. “Anzi, la migliore che avete!” “Certo, messere.” Annuendo il locandiere. “Gaien!” Chiamò. “Presto, conduci questi signori nella Stanza del Duca!” “Del duca?” Ripetè Guisgard. “Non immaginavo tanto sfarzo!” “E' detta così” fece il locandiere “perchè quando questa locanda era gestita da mio nonno, una sera di burrasca venne ad alloggiare qui un uomo in incognito. Solo dopo scoprimmo che si trattava di un nobile cugino dell'Arciduca. E così, da allora, quella stanza ha preso quel nome. Inoltre dalla finestra potrete vedere il maestoso castello ducale di Faycus.” “Benissimo.” Ridendo Guisgard. “Sentito, gioia?” Rivolgendosi a Talia. “Per una notte saremo duca e duchessa.” Gaien allora accompagnò i due nella stanza. Rimasti soli, Guisgard aprì la finestra e subito apparve loro il monumentale castello ducale di Faycus. Il nobile Taddeide si trovava proprio nella stanza dei trofei insieme all'abate Pinus. “Dovete dimenticare quella ragazza, mio signore...” disse l'abate “... è inutile pensarci ancora.” Andros fissava la campagna da una finestra. “La corte di Sygma” continuò il religioso “è molto bella, lussuosa e capace di abbagliare i sensi. Sebbene non possa paragonarsi alla magnificenza che solo l'autorità ed il prestigio millenari possono dare alla nostra corte, essa dona molti svaghi a chi si lascia sedurre dalle sue forme. Io, per esempio, ho saputo che vi è in quel regno un magnifico giardino, forse simile a quelli dei vostri palazzi disseminati per il ducato, in cui fioriscono meravigliose rose e dal quale si può godere una superba vista della bellissima capitale di quel regno.” Andros si voltò a fissarlo. “E non penso sia sciocco credere” fece l'abate “che in tale splendore ella sia presa da ben altri pensieri. Perdonatemi, milord, ma dico ciò che penso.” Sorrise. “Mio signore, ci sono tante e belle dame nella nostra terra e nessuna fra quelle desidera altro che esservi amica, compagna e moglie.” “Non vi è al mondo” disse Andros “un siero, una pozione o un unguento capace di ammansire il cuore? Se si, allora tutto sarebbe più facile.” “Il cuore, milord, va domato con la forza dell'animo” replicò il religioso “e non con balsami e veleni. Soffrire in amore tocca a tutti, è quasi una legge, un tributo che quel sentimento impone al cuore.” “Conoscete ciò che l'amore impone ai cuori, monsignore?” “Capita” sorridendo l'abate “che molti giovani vengano a me per confessarsi e quasi sempre gli unici mali che li affliggono sono pene d'amore.” “Già, soffrire e struggersi” mormorò Andros, tornando poi a fissare la campagna “spesso è un pegno richiesto a chi ama...” “E sta a voi” disse il religioso “liberarvi di tale pena, fortunatamente. Sono certo che i bellissimi occhi di qualche dama vi aiuteranno in questo.” In quel momento entrarono Tessio, Byrros e Pacos. “Mi piace questo posto, sai, Talia!” Esclamò Guisgard, destandola da quella visione. ![]()
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Saggio Lo re Artù k’avemo perduto (Mario de Matteis, Antonio Trinchese) | Hastatus77 | Libri | 4 | 30-07-2011 13.07.54 |
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