11-03-2015, 01.33.20 | #1221 |
Disattivato
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Mi limitai a sorridere cortesemente alla donna, evitando di parlare.
Raggiunsi così il soggiorno, guardandomi attorno incuriosita. Che strano, c'era solo un dipinto con le Questioni Ardeiane, nient'altro che ricordasse il nobile casato dei Taddei. Eppure non riuscivo a smettere di chiedermi cosa ci facessi lì, ma avevo sempre pensato che ogni cosa accade per un motivo, dunque un senso doveva averlo anche quell'avventura strampalata che mi sembrava tanto assurda. |
11-03-2015, 03.38.14 | #1222 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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E mentre la ragazza di Miral era nel soggiorno, il suo sguardo cadde su alcuni fogli ammassati in modo disordinato su un basso tavolino in legno di noce.
Sopra vi erano schizzi di varie ragazze, con parole e versi che ne accompagnavano ogni figura. Ad un tratto la giovane udì dei passi e un attimo dopo qualcuno entrò nel soggiorno. Era Aneas, con indosso una giubba elegante sopra una raffinata camicia bianca e stretti pantaloni di pelle chiusi in alti stivali da caccia. “Bene, rieccoci...” disse avvicinandosi ad un vassoio con bottiglie e bicchieri “... gradite da bere prima di mangiare? Qui abbiamo di tutto... elisir di lunga vita, poi per far innamorare, per generare repulsione e persino liquori i grado di dare estasi...” rise “... cosa vi offro?”
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11-03-2015, 03.43.38 | #1223 |
Cittadino di Camelot
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Fu un guizzo, un attimo, un istante, il tempo di un respiro, eppure, istigato dalle parole di Lucas, il Senso del Combattimento, il motore che abbia alimentato almeno una volta chi, tempo addietro, scelse di impugnare una spada, fece la sua prepotente comparsa.
Scattai verso il punto indicatomi da Lucas, e nel farlo, sguainai la spada, quasi che fosse essa stessa, per sua propria volontà, comparsa nella mia mano, al momento della bisogna. -Che tu sia frutto della natura, o dell'uomo- proruppi, minaccioso, -Non abbandonerai questi luoghi, senza il mio consenso-
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".....la purezza non si ottiene senza sforzo." Yamamoto Tsunetomo, Hagakure "Il cavaliere è l'uomo che percorre il tremendo cammino del sacrificio, per un bene superiore." Plinio Correa de Oliviera |
11-03-2015, 03.47.45 | #1224 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il giullare e Tilde restarono alla capanna, col compito di procurare del cibo, mentre il Priore Tommaso ed Elisabeth si recarono dal cacciatore indicato dal religioso.
Raggiunsero la casa di quell'uomo un'ora dopo circa. Furono subito ricevuti nella sua dimora e l'esperto cacciatore fu oltremodo lieto di rivedere il Priore. Condusse poi lui ed Elisabeth nella sua cantina, dove aveva lavorato a lungo su quel calco datogli dal religioso. “Ho cercato di ricostruire il genere di animale a cui doveva appartenere l'orma del calco.” Disse l'esperto cacciatore. “Ed in verità il risultato è alquanto strano, diciamo così.” “Strano?” Ripetè Il Priore. “O Stupefacente se preferite.” Osservò l'uomo. “Vi ascoltiamo.” Fece il religioso. “Ebbene l'orma appartiene senza ombra di dubbio ad un canide” spiegò il cacciatore “di taglia sicuramente eccezionale, o almeno superiore alla media per simili esemplari.” “Può essere un qualche esemplare diffuso in queste terre?” Chiese il religioso. “Io batto queste lande da anni” rispose il cacciatore “e mai ho incontrato un simile animale. E ad essere sincero credo che nessun altro abbia mai fatto un simile incontro, a meno che non abbia sfogliato un bestiario o un libro di animali fantastici.” “Potrebbe essere un grosso lupo?” Fissandolo il Priore. “Non ci sono lupi a Capomazda.” Scuotendo il capo il cacciatore. “E comunque non ho mai visto lupi di simili dimensioni.”
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11-03-2015, 03.49.33 | #1225 |
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E mentre Gwen e Rida erano in quella casa, all'improvviso udirono delle voci dall'esterno.
“Allora a domani, ragazzi.” Disse Velven mentre apriva con la chiave la porta della sua dimora. “A domani.” Lo salutarono alcuni militari. “Gwen!” Esclamò il bell'ufficiale nel vedere la ragazza appena richiusa la porta dietro di se. Sorrise e le si avvicinò. “Sono felice che abbiate accettato il mio invito.” Prendendo le mani di lei nelle sue. “In effetti le strade non sono tanto sicure.” Fece Rida. “Spero non sia un problema la mia presenza.” “Oh, affatto.” Velven fissando Rida. “Se siete stata voi ad accompagnare qui quest'Angelo” indicando Gwen “allora siate doppiamente benvenuta anche voi, madama.”
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11-03-2015, 04.05.57 | #1226 |
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Altea, Mandus e Azable seguirono Samondo in una grande sala, dove trovarono Cimmiero e suo fratello Guanto.
“Venite pure avanti, amici miei.” Disse il duca. “E' un grande momento questo. Ed io che lavoro giorno e notte per il bene del popolo, posso dire di aver disegnato un futuro radioso per questo ducato.” “Ne siamo certi, milord.” Annuendo Mandus. “Lasciatemi finire senza interrompermi, amici miei.” Sorridendo Cimmiero. “Dovete sapere che oggi comincia una nuova vita per Capomazda.” Bevendo da una coppa colma di vino. “Ho infatti stilato il mio testamento.” Suonò un campanellino ed entrò un uomo. “Leggete il documento.” Ordinò Cimmiero all'uomo. Era quello il Cancelliere. L'uomo allora ruppe il sigillo ducale ed aprì il rotolo, cominciando a leggere ad alta voce: “Io, lord Cimmiero, Arciduca di Capomazda e nel pieno possesso delle mie facoltà fisiche e morali decreto che come mio legittimo erede al governo di questo ducato venga nominata Maruania, libera e potete città liberale. In caso di mia morte essa erediterà all'istante tutte le mie cariche ed amministrerà il potere in ogni suo aspetto, sia dunque giuridico, legislativo ed esecutivo.” Cimmiero prese allora una pena e firmò il documento. “Ottimo, milord.” Annuendo Samondo, per poi guardare Azable e sorridere entrambi. Ed anche Cimmiero appariva visibilmente soddisfatto. Infatti adesso scacciarlo o ucciderlo equivaleva a consegnare Capomazda al governo di Maruania.
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11-03-2015, 04.14.05 | #1227 |
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Le parole di Galgan, accompagnate dal bagliore della sua spada, suonarono come fatale monito tra il silenzio di quel Santo luogo.
L'ombra però sembrava essere scomparsa. “L'ho veduta...” disse Lucas “... è svanita rapida dietro quella cripta laggiù...” I due raggiunsero così la cripta e imboccarono lo stretto vialetto che passava dietro di essa. Si ritrovarono allora davanti ad una cavità scavata nel terreno, quasi usata come lucernario per qualche fossa nel sottosuolo. Uno sguardo di intesa tra il cavaliere e lo scudiero e un attimo dopo i due si calarono in quell'apertura, ritrovandosi in un'antica catacomba. “Questo luogo mette i brividi...” mormorò Lucas. Ma nel buio dominante apparve loro una debole luce in lontananza. “Deve esserci qualcosa laggiù...” indicò lo scudiero “... ma cosa? Uno spettro forse?”
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11-03-2015, 04.35.13 | #1228 |
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Il prigioniero dalla maschera di ferro guardò, per quanto possibile, dalle grate della sua finestra, riuscendo ad intravedere per un momento Tessa stretta nel suo mantello e nascosta dal cappuccio che andava via.
Fu quasi tentato di gridare, di forzare quelle invalicabili sbarre, di spaccare le pietre che formavano la sua cella, ma restò invece a fissare la luce cercando di immaginare quella misteriosa ragazza che gli aveva rivelato solo il colore dei suoi occhi, oltre che il proprio nome. “Carceriere...” disse poi il prigioniero, parlando dallo spioncino “... carceriere!” Gridò. “Cosa?” Il carceriere a lui. “Quella ragazza che è andata via...” mormorò “... quella che stava qui, davanti alla mia cella... com'era? Com'era fatta? I suoi capelli, il suo volto... descrivimela...” “Al diavolo!” Ridendo il carceriere. “Perchè mai? Non tornerà mai più! Non è un luogo per una donna questa! Ma solo per dannati! Meglio dimenticarla! Non si farà più rivedere!” E chiuse bruscamente lo spioncino. Allora per la rabbia il prigioniero tirò un pugno contro la pesante porta, causandosi un taglio sulla mano. Vide poi il sacchetto e lo raccolse. E con sua meraviglia trovò al suo interno una fiala di vetro. Riconobbe con l'olfatto alcune delle erbe che lo componevano e capì. Era un qualche potente veleno, una droga capace di dare una morte apparente. In quella sua assurda cattività, la misteriosa maschera di ferro aveva avuto modo di leggere diversi libri, che non gli venivano negati, come molte altre sue richieste, venendo così a conoscere molte cose di tante discipline differenti. “Eri dunque forse un Angelo, misteriosa ragazza dagli occhi verdi?” A bassa voce e con un leggero sorriso. E prese la fiala, bevendone il contenuto tutto d'un fiato. Intanto Tessa ritornò alla casa di Edwin, dove trovò ad attenderla la donna e Pirros. “Finalmente...” avvicinandosi a lei l'uomo dai capelli chiari “... ero ansioso di rivederti...” sorrise “... allora, dimmi... hai veduto quel pazzo? E' solo un miserabile che morirà in quella cella, dove merita di marcire.” Accarezzandole il viso.
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11-03-2015, 09.23.43 | #1229 |
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Velven fece capolino da dietro la porta d'ingresso. Quando mi vide, mi raggiunse, sorridendomi e prendendomi le mani.
La sensazione delle mie mani di nuovo tra le sue mi rassicuro`. Sapevo che lui rischiava meno e che la gente fuori invocava a gran voce il nome del Duca che Velven serviva, ma non poteva mai sapersi con un popolo in tumulto. "Sono contenta che siate rientrato e devo ringraziarvi per l'opportunita` che ci avete dato di venire qui. In effetti..." abbassai lo sguardo "...abbiamo rischiato un po', li` fuori" e vidi lui guardarmi col suo sguardo dolce e profondo.
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"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca" BALTASAR GRACIÁN "Sappi che la Luna è il messaggero degli astri. Essa infatti trasmette le loro virtù da un corpo celeste all'altro" ABU MASAR, "Libri mysteriorum" |
11-03-2015, 13.01.02 | #1230 |
Cittadino di Camelot
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"Se vi avessero tenuto rinchiuso e mascherato per anni, sareste impazzito anche voi" dissi a Pirros.
"In realtà" aggiunsi "non credo sia affatto pazzo o, perlomeno, non nel senso comune del termine. Credo che sia un uomo colto ed intelligente, che ha il diritto di ricominciare a vivere, proprio come noi" Io ed Ewig la guaritrice ci scambiammo un'occhiata, che Pirros non potè fare a meno di cogliere. "Sedetevi, Messere, devo raccontarvi qualcosa che non sapete. Anzi, ora che ci penso bene, voi di me non sapete ancora proprio un bel niente!" Fu così, che seduti accanto al fuoco, raccontai a Pirros della mia vita da orfana, dei miei sogni sul prigioniero e sulla mia identità, svelata dopo tanti anni da quella lettera. "Ho intenzione di aiutare quell'uomo ad uscire dal carcere e a ritrovare la sua identità". Guardai Edwig per un attimo, che rispose al mio sguardo con un lieve cenno del capo, come ad esortarmi a proseguire. "Messere, ho lasciato una fiala a quell'uomo, che Edwig ha preparato con le sue erbe. Il composto è in grado di far sprofondare la persona in un sonno talmente profondo, da essere simile alla morte. Voglio sapere cosa succede ai detenuti che perdono la vita in carcere: dove vengono condotti, se hanno essi diritto all'estrema unzione e chi se ne occupa". Lo fissai dritto negli occhi. E lo fissai così intensamente, che le forze della natura percepirono quell'energia e, fuori, si alzò un fortissimo vento. "O siete con me, Messere, o siete contro di me"
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Footfalls echo in the memory, down the passage we did not take, towards the door we never opened, into the rose garden. |
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