13-10-2014, 20.34.42 | #1911 |
Cittadino di Camelot
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Risi di gusto nel vedere il volto arrossato di Afiel.."Suvvia non fate così..sembrate interessato pure voi..e non tiratemi un tiro mancino e che nessuno sappia.." e guardai dove indicò il marinaio.
Gli sorrisi ringraziandolo e feci un inchino di cortesia. Arrivai in fondo a quella stanza nel corridoio e aprii la porta lentamente, vi era buio e cercai, rischiarata dalla poca luce della luna, una lampada ad olio e la accesi. La posai sul comodino e mi sedetti sul suo letto e iniziai a guardare la sontuosa cabina. Rimasi un attimo perplessa..e se Afiel mi avesse mentito? Mi stesi sul letto, era soffice..a dire il vero ero veramente inquieta, non volevo affatto dormire sola, temevo di avere di nuovo delle visioni e avevo bisogno di sentire Guisgard accanto...ed era pure una sfida a quello avvenuto prima. Sospirai, magari avrebbe passato pure la notte fuori..ma il solo fatto di essere li e sentire il suo profumo mi rassicurava e mi addormentai lentamente aspettando il suo arrivo.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
13-10-2014, 20.47.17 | #1912 |
Disattivato
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Riuscivo a malapena a respirare, tra il turbinio di emozioni che mi attraversavano.
Sentivo il cuore battere, il corpo fremere al tocco delle sue mani. Non riuscivo a parlare. Paura? La mia paura era essere cacciata via, era il disprezzo nei suoi occhi. Come potevo avere paura se lui era così vicino. Avrei voluto protestare, dirgli che sarei stata pronta a sacrificarmi per lui senza battere ciglio. Ma la cosa che più volevo era restargli accanto, sempre. Era quello che avevo sempre voluto. Così annuii, mentre le parole erano lontane dal poter uscire dalle mie labbra. Annuii, con gli occhi nei suoi. "Hai.." Con un filo di voce "Hai la mia parola.. Accetterò ogni tuo ordine senza discutere.." Sorrisi appena "Credo di saper badare a me stessa, dopotutto..". Non sapevo nemmeno descrivere tutto quello che provavo in quel momento. E poi risi, quasi senza accorgermene. "Sono anni ormai che nessuno mi dà degli ordini.. Dovrò riabituarmici.." Sorridendo, con gli occhi nei suoi. Era talmente vicino che potevo sentire il suo respiro. "Ma non osare mai più dire che non mi fido di te.." Mormorai. |
13-10-2014, 21.08.40 | #1913 |
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Gli occhi del capitano guardavano il volto di Nettuno come se cercassero un indizio....ma non nella rassomiglianza quanto nella situazione che aveva del pazzesco.......il punto ere che anche Nettuno si chiamava Velv......accidenti o poca fantasia o poco tempo per pensare al nome vero del presunto naufrago.....ma cercai di non far trapelare il mio stupore........" Il Capitano.....e' stato ritrovato sulla spiaggia.....senza ricordare assolutamente piu' nulla della sua vita..........Nettuno a questo punto e' solo frutto della mia immaginazione quando l'ho incontrato.......una specie di Dio del mare smemorato......".......La sua divisa non mi aveva mai ingannata e neanche il suo modo di governare quella nave che stavano mandando alla deriva......conosceva il suo mestiere e anche se la sua memoria era scomparsa....momentaneamente....l'attività meccanica non era svanita......." Per quanto riguarda me io sono......"....chi ero ?...già non potevo essere Elisabeth avrei dovuto dire troppe cose che non erano opportune..il nome dell'Isola e che ero una Sacerdotessa.....avrei messo in pericolo le ancelle...Gedeone.....tutto il mio mondo......" Sono Symoin .....provengo dall'isola di......."...Guardai Nettuno con occhi di supplica.....come si chiamava quell' Isola infernale.........
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14-10-2014, 00.16.24 | #1914 |
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Rimasi un istante, nel silenzioso ascolto del fragore delle lame; esse parevano turbare il suono stesso della normale vita dei boschi, invero percepii odio in quel fragore, probabilmente, come aveva detto sir Belven, i duellanti si stavano affrontando portando la loro rivalità a livelli massimi, e nel farlo chiamavano Dio come testimone, perché un cavaliere che è nel giusto, non può perdere contro uno che segue vie errate........Ma era così, in quel caso?
Si stava realmente consumando un duello d'onore, oppure una volgare disputa, o peggio ancora, un'ingiustizia? In un istante, tutto mi fu chiaro, perché il mio stato mi permetteva un'unica scelta, e questa imponeva, a sua volta, il trionfo della Luce, in ogni suo aspetto. Non potevo proseguire, senza essermi appurato di quanto stava accadendo. -Ebbene, amici, io sono un cavaliere- La mia voce ruppe il silenzio, con un tono calmo ma inflessibile; -Pertanto, non posso proseguire il mio cammino, se vi è anche il minimo dubbio che a breve distanza da me si stia agendo in modo errato. Con vostra licenza, mi recherò in direzione della contesa. Non disperate, sarò di ritorno quanto prima, Dio mi indicherà la strada, e sotto il Suo sguardo, non temo la selvatichezza di queste terre- E detto che ebbi questo, spronai Pegaso in direzione dei rumori.
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".....la purezza non si ottiene senza sforzo." Yamamoto Tsunetomo, Hagakure "Il cavaliere è l'uomo che percorre il tremendo cammino del sacrificio, per un bene superiore." Plinio Correa de Oliviera |
14-10-2014, 01.45.02 | #1915 |
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“Dall'Isola Senza Nome...” disse Nettuno a Velv, dopo aver guardato Elisabeth in difficoltà “... Symoin dall'Isola Senza Nome.”
“E lì siete dunque naufragato?” Chiese Velv. “Si, credo di si...” annuì Nettuno “... e devo ringraziare lei” indicando Elisabeth “che mi ha tratto in salvo soccorrendomi sulla spiaggia.” “Comprendo.” Fece Velv. “Continuate a non rammentare nulla, vero?” “Temo di si.” “Bene, ora vi farò preparare delle cabine dove poter riposare.” Fissandolo Velv. “Appena a Baias sono certo che pian piano rammenterete ogni cosa.” “Vorrei avere la vostra stessa fiducia.” Mormorò Nettuno. “Pensate solo a riposarvi.” Sorridendo Velv. “Vi farò avere anche dei vestiti. Voi e madama siete zuppi.” Chiamò così uno dei suoi uomini e diede ordine di condurre Elisabeth e Nettuno in due delle migliori cabine della nave. Rimasta poi da sola nella sua cabina, ad Elisabeth furono portati anche abiti asciutti.
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14-10-2014, 02.10.58 | #1916 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La stanza era intrisa di essenze esotiche, con mobili intarsiati in madreperla e avorio.
Armi, cinturoni, turcassi, sfarzosamente lavorati, pendevano dalle pareti. E poi dipinti in olio con paesaggi bucolici, pastorali, scene di battaglie e immagini Sante abbellivano quell'ambiente. Tappeti persiani erano stesi attorno al letto, rifiniti in oro e dai colori vivissimi, mentre piccole e tinteggiate lampade ad olio illuminavano quell'ambiente che ricordava quasi le fiabesche atmosfere de Le Mille e una Notte. Altea era stesa su un morbido letto, dalle coperte di seta del Catai, imperlate con gocce di profumo di sandalo ed ambra e morbidi cuscini di piuma d'oca, mentre dal soffitto sopra di lei un gigantesco e pregiato specchio faceva da baldacchino con i suoi riflessi. La dama, rasserenata da quella stanza e dalla sua magia, cadde subito addormentata, fino a quando la porta si aprì piano svegliandola di colpo. E una figura apparve silenziosa sulla soglia.
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14-10-2014, 02.19.16 | #1917 |
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“Fate attenzione, cavaliere.” Disse Jone a Galgan, mentre questi si allontanava dalla strada per raggiungere il luogo da cui proveniva quel clangore.
Poco dopo, in una radura irregolare, il cavaliere vide due figure bardate che duellavano con ardore, decisa ciascuna ad annientare il suo rivale. “Rimangia ciò che hai proferito, vile!” Gridò uno dei due duellanti al suo sfidante. “Se lo facessi commetterei una colpa” ribattè l'altro “poichè la verità non può essere rinnegata!” E continuarono a battersi in quello che ormai, senza dubbio, appariva a Galgan come un duello all'ultimo sangue.
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14-10-2014, 02.54.42 | #1918 |
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Guisgard sorrise a quelle parole di Clio.
Il suo dito smise di giocare fra le labbra di lei e scese poi piano sul suo mento, fino a sfiorare come una carezza la pelle del suo collo. “Allora” disse fissandola “devo forse credere che accetterai di ubbidire ai miei ordini in modo così docile?” Rise appena. “Senza correre il rischio di vederti scoppiare a ridere, come quando Don Gualdo, il vecchio parroco, ti intimava di non fare più il maschiaccio?” Le fece l'occhiolino. “Tranquilla, riceverai ordini solo quando sarà strettamente necessario. Dopotutto io non ho l'indole del comandante a tutti i costi e tu di certo non sei così accomodante.” Alzò per un momento gli occhi verso il castello che dominava il borgo. “E so benissimo” tornando a fissarla “che sai badare a te stessa. Sei una formidabile spadaccina, se ben ricordo. E per questo, ufficialmente, sarai arruolata nell'equipaggio della Santa Caterina. Dopotutto” divertito “devo pur giustificare ai miei uomini il tuo arrivo a bordo. Non posso certo dir loro” avvicinandosi ai suoi capelli profumati e parlando piano al suo orecchio “che arruolo dopo aver ripescata, spogliata e rivestita il mio nuovo ufficiale in seconda.” E le soffiò piano nell'orecchio. “Ma cosa diamine fai?” Voltandosi lei verso di lui. “Nulla...” fece lui. “Ero voltata a fissare il tramonto e mi hai...” alzandosi di scatto “... mi hai soffiato in un orecchio... perchè?” “Forse volevo vedere se dormivi.” Sorridendo lui. “Il fatto che mi sia stesa sull'erba accanto a te” sbottò lei, vivamente infastidita “non vuol certo dire che hai licenza di fare il romantico, sai!” “Romantico?” Ripetè lui, per poi voltarsi a fissare il cielo con le braccia incrociate dietro la testa. “Se voglio fare il romantico con una ragazza trovo di meglio che soffiarle in un orecchio.” “Ecco, bravo!” Esclamò lei. “Cercati una ragazza romantica!” “Dove vai?” Fissandola lui. “Ad allenarmi!” Seccata lei. “E' ora!” Ma nell'andare via si sentì afferrare per una mano. Allora lo guardò negli occhi. Ma quegli occhi erano diversi da un momento fa. “Mi...” fece lei “... mi fai male... lasciami...” Lui non rispose nulla. “Lasciami, per favore...” cercando di tirar via la mano lei. Gli occhi di lui erano in quelli di lei. “Hai paura, vero?” Mormorò lui. “Io...” scuotendo il capo lei “... io non ho paura...” “Si, invece.” Annuì lui. “Smettila, Icarus...” “Perchè?” “Non mi diverti...” “Non voglio divertirti.” “Lasciami, per favore...” “Stasera no...” disse lui. Lei non rispose. Trascorsero così lunghi momenti di silenzio, con gli occhi di lui, enigmatici e profondi, su quelli di lei. Poi, ad un tratto, lui allentò la presa e lei riuscì a tirar via la mano. Restò a fissarlo per un istante indefinito e poi corse via, lasciandolo da solo a fissare quel malinconico tramonto. “Va a parlare ai tuoi uomini.” Guisgard a Clio, mentre quel lontano ricordo scivolava via nella sua mente. “Se accetteranno la mia proposta li lasceremo a sorvegliare l'isolotto. Poi ripartiremo. La Santa Caterina scalpita.” Per poi voltarsi a fissare il tramonto sul mare.
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14-10-2014, 10.27.01 | #1919 |
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Sorrisi, socchiudendo appena gli occhi mentre la sua mano si spostava.
Ma poi risi a quelle parole. "Oh, don Gualdo.. me l'ero dimenticato.." scossi la testa "Era insopportabile...". Poi si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio. Alzai di scatto la spalla verso l'orecchio. "Che fastidio..." scuotendo la testa, divertita "I dispetti.. no, dico.. ti sembra il momento di farmi i dispetti?" ma poi sorrisi, mi erano mancati anche i momenti in cui mi faceva imbestialire "Potevi trovare di meglio.." mormorai, divertita. "Ufficiale in seconda? Addirittura..." con un sorriso "Non ne hai già uno? Ci resterà male..". Si girò a guardare il tramonto. Restai un breve momento ad osservarlo illuminato da quella luce calda e intensa. Poi mi avvicinai, spostando lo sguardo sui colori del tramonto per poi posare una mano sulla sua spalla, e sussurrargli a mia volta nell'orecchio. "Troppo facile spogliarmi e rivestirmi mentre ero incosciente... ci riuscirebbe chiunque..." mormorai piano, per poi allontanarmi. "Ti farò sapere cosa ne pensano i miei uomini.." tornando seria. Mi avvicinai all'osteria, dove sapevo che avrei trovato Barbaleone e gli altri. Non avevano altro posto dove andare, dopotutto. Presi un profondo respiro prima di entrare, non volevo mostrare le emozioni che mi invadevano. Avrei avuto troppo da spiegare. Sorrisi nel vederli. Mi sedetti con loro, versandomi un bicchiere di vino. "Signori.. devo parlarvi.." con un sorriso. Così, li informai dell'offerta di Guisgard, e della mia imminente partenza. Ultima modifica di Clio : 14-10-2014 alle ore 17.02.42. |
14-10-2014, 16.06.59 | #1920 |
Cittadino di Camelot
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Il dolce tepore e il profumo della sua camera, i riflessi delle lampade ad olio orientali e fiabesche conciliarono il mio sonno e sognai..sognai di quei giorni di infanzia allegri e spensierati.
"Il prato verde e le allegre corse e capriole, la piccola altalena che dondolava attaccata alla secolare quercia e Costanza a spingerla tra le risa. "Più forte, voglio toccare il Cielo" dissi a Costanza ma non aveva forza. Poi l' altalena iniziò a lanciarsi in aria velocemente e voltandomi lo vidi, era il caro nonno..Mandus de Bastian. Alla fine lo abbracciai forte.."Nonno..per me siete più importante di mio padre". Una voce severa alle spalle.."Non dire questo, manchi di rispetto a tuo padre" e a noi si unì Taddeo l' Austero, intento a una battuta di caccia col nonno. Lo guardai, era ormai anziano e sembrava la vita stesse sfiorendo in lui. Taddeo mi accarezzava i lunghi capelli biondi.."Sei una bimba piccola ma arguta, quando non ci sarò continuerà tuo nonno a istruirti come ho richiesto." Piccola e ignara di tutto annuii felice, presi per mano Costanza e iniziammo a correre ridendo tra quei prati in fiore." Udii un rumore leggero e mi svegliai e guardai il soffitto vedendo la mia immagine riflessa su quello specchio prezioso..sorrisi..era uno specchio magico come la strana margherita parlante? Mi accorsi della presenza di qualcuno sulla soglia, ebbi un fremito..pensai per un attimo non fosse Guisgard. Non girai il volto ma solo gli occhi ma non riuscivo a mettere a fuoco la sagoma della persona. Eppure Afiel aveva detto non entrava nessuno in quella stanza, e sembrava nemmeno i suoi uomini..e mi sembrava strano Guisgard entrasse cosi lentamente nella sua stanza. In un attimo mille ipotesi si affacciarano nella mente, forse vane..ebbi il timore fosse lo stesso Afiel visto le battute sarcastiche di prima, o quello strano personaggio..Bariel, per tendere un agguato a Guisgard ma alla ultima ipotesi dovetti trattenere una forte risata...Yolanda! Se mi avesse vista li sarebbe corsa starnazzando per tutto il veliero o avrebbe subito sentenziato ero l' amante del capitano..o nelle peggiore delle ipotesi..lei e il capitano si vedevano durante la notte. Fai finta di nulla Altea...che sciocca sei..magari è proprio Guisgard. Mi feci piccola in quel letto intriso di essenze profumate e presi uno dei grandi cuscini e mi voltai abbracciandolo facendo finta di dormire ma all' erta.
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