29-10-2014, 17.26.59 | #2171 |
Cittadino di Camelot
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Sorrisi, mesto ma non senza benevolenza, perché il fare così fanciullesco di lady Dafae mi rendeva predisposto all'indulgenza; quella fanciulla mi pareva, seppur frivola, una sorta di fiore primigenio, capivo quindi, il bisogno di suo padre di fugare le ombre che al momento la attanagliavano, e forse arrivavo a comprendere, anche se non a giustificare, la contesa dei due fratelli Tizio e Caio, allo scopo di prestarle aiuto;
-Le vostre parole nei miei confronti, madama, sono alquanto gentili e cortesi, ma forse troppo indulgenti- Riempii d'acqua il mio boccale, e dopo aver dato un piccolo sorso, proseguii; -Invero, una novella Elena, vi si addice, dal momento che, come per lei, per voi si incrociano le lame- Feci una risata bonaria e composta; -Ma non affliggetevi, è il destino di ogni dama in fiore, il raccogliere l'amore di chi si elegge a suo campione. Voi amate l'Amore in se, ed egli stesso è il vostro Lancillotto- Avevo notato che ad una novella Elena aveva associato un Lancillotto, non un Paride; poteva trattarsi di una svista, eppure a me parve avere un significato maggiore; -Eppure, ci saranno sicuramente messeri dalle umane forme, smaniosi di assumere il ruolo di vostro Lancillotto, di incarnare il vostro ideale di Amore-
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29-10-2014, 17.31.02 | #2172 |
Disattivato
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Osservai attentamente il tetro castello. Imponente, rude.
Il recinto lo rendeva impenetrabile e le guardie anche. Sorrisi nel vederle armate di lancia. La mia adorata lancia. Certo, il maestro sosteneva che in un duello fosse scomoda, pericolosa, ma io adoravo il modo in cui riuscivo a danzare insieme a lei. Non era il momento di abbandonarsi ai ricordi. Presi un profondo respiro e decisi di rischiare. Potevo sempre ritentare se mi avessero chiuso la porta in faccia. Viceversa non potevo fare perché se mi avessero sorpreso sarebbe stata la fine. Come potevo entrare senza farmi vedere? Era impossibile. Forse il modo migliore per nascondersi è restare in bella vista, sperai. Così, tolsi il bel vestito e lo abbandonai a malincuore in mezzo ai cespugli. Non avrebbero voluto l'ingenua fanciulla ma magari avrebbero dato una possibilità alla vera me. Così, rimasta in pantaloni e corpetto, mi avvicinai fino a raggiungere il cancello con le amazzoni. "Salute a voi.." fermandomi a debita distanza, in modo da non sembrare minacciosa "Vengo dall'Incertofato.. ho sentito dire in città che avete bisogno di reclute... sono giunta da poco ad Auroria, vorrei fare la mia parte ma ancora non ho trovato il mio posto.. purtroppo l'unica cosa che so fare è combattere.. mi hanno suggerito di provare a venire qui.. sono nel posto giusto?". |
29-10-2014, 20.47.10 | #2173 |
Cittadino di Camelot
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Mi irrigidii al tocco delle sue mani sui miei fianchi.........non ero Symoin ...e non conoscevo il mondo maschile.......sperai che Nettuno non se fosse accorto......gli avrei raccontato ogni cosa....lo avrei fatto...le bugie avevano le gambe corte.........ma non in quel momento.....mi diede il braccio ed andammo al porto....dove la Regina di Afravalone ci attendeva...........salita la passerella il fischio del Nocchiere diede il benvenuto a De Gur......ogni alto in grado riceveva gli onori per l'accesso a bordo e Velv era lì......ad attenderci......ascoltai il suo discorso....emi ricordai di quel nome...Guisgard.....doveva aver fatto qualcosa orribile...per aver tutte le navi ammiraglie contro...un uomo solo.....e un esercito intero.......avrei voluto conoscerlo, doveva essere un portento.......Rivolgendomi a Velv " Perdonatemi se mi intrometto.....non mi intendo di gradi ma dovreste essere un capitano anche Voi....?......Mi chiedo...come un solo uomo si sia potuto attirare tutte le furie della Regia Marina.......preferirei averlo come amico che come nemico..un tipo del genere.......".......dopo detto la mia....guardai Nettuno...che aveva gli occhi a fessura......già...avevo dimenticato che ero sulla nave solo alla gentilezza di sua Grazia il Duca.....ed avevo cominciato..la mia avventura con una deliziosa brutta mossa........" Credo che forse se mi mostrate quale sarà la mia cabina farò meglio ad andare a leggere un buon libro.......".......
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30-10-2014, 01.40.51 | #2174 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Dafae sorrise ed arrossì a quelle parole di Galgan.
“Eppure, cara figlia...” disse il barone “... Elena amava Lancillotto al di sopra di ogni altro uomo e dalle sue nozze col Primo Cavaliere nacque poi Galahad, colui destinato a compiere ciò che in principio era stato deciso per lo stesso Lancillotto. Anche se quest'ultimo, in realtà, amava solo Ginevra.” “Si, conosco la leggenda, padre mio.” Annuì la ragazza. “Cavaliere...” tornando a fissare Galgan “... voi parlate da paladino e da saggio. Vorreste dunque essere il mio campione fino a quando resterete in questa corte? E difendere il mio nome da chi senza indugio ha mancato verso di esso?”
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30-10-2014, 01.51.00 | #2175 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Velv sorrise ad Elisabeth ed invitò lei e Nettuno a sedersi con lui.
Il capitano chiese poi ad uno dei suoi uomini di portar loro del buon vino, che fece servire per lui, per la donna e per il naufrago. “Vedete, madama...” disse Velv ad Elisabeth “... è risaputo che convincere il popolo di una menzogna è cosa assai più semplice che persuaderlo invece ad accettare una verità. Sin dall'antichità la gente è attratta dalla bugia, specie se fantasiosa. Così, il rinnegato e traditore, conosciuto col nome di Guisgard, ha pensato bene di spargere le sue falsità ben condite con meravigliose assurdità. Egli, approfittando del dolore del duca e della volontà del popolo di riallacciare il presente con la fama del passato, è ricorso al trucco più vecchio del mondo, quello ossia di spacciarsi per un fantasma. E non un fantasma qualunque.” Rise beffardo. “Il fantasma di un bambino rapito ed ucciso anni fa e guarda caso unico erede all'antico seggio dei nobili Taddei.” Sorseggiò del vino. “Guisgard è un impostore, un vile. Un uomo ambizioso ed astuto. Ed io non avrò pace fino a quando non lo avrò trovato e spedito all'Inferno.”
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30-10-2014, 02.00.25 | #2176 |
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“Credo sia troppo rischioso il vostro piano...” disse Irko ad Altea “... almeno da ciò che ci avete raccontato di Auroria... laggiù pare detestino a morte gli uomini e non penso sia facile contrattare con simili donne...” restò a pensare qualche secondo “... però mi viene in mente una cosa... avete parlato di un prete... Don Tommaso, giusto? Ricordate come si arriva da lui? Potremmo andare là e chiedere consiglio a lui sul da farsi, visto conosce così bene Auroria... cosa ne dite?” Chiese alla donna prima che questa andasse nella sua cabina.
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30-10-2014, 02.21.36 | #2177 |
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Nel vedersi arrivare davanti Clio, quelle Amazzoni restarono a fissarla per qualche istante.
“E così” disse poi una di loro “tu vorresti arruolarti qui, giusto?” Osservando con attenzione la piratessa. “E dici anche di saper combattere...” rise, per poi voltarsi verso le sue compagne “... vogliamo mettere alla prova questa recluta?” Sarcastica. Le altre annuirono divertite. “E magari tagliarle la sua bella chioma bionda ed usarla per abbellire i nostri elmi?” Chiese ancora alle sue compagne. “Cosa succede qui?” Arrivando un'altra di quelle Amazzoni, che per come abbigliata appariva di un grado superiore alle altre. “Nulla, Onsia...” scuotendo il capo quella che aveva parlato a Clio “... questa sciocca voleva giocare a fare la soldatessa.” “Sono io che comando qui” fece Onsia “e sapete che dovete condurre da me tutte quelle che chiedono di arruolarsi.” Con tono perentorio. E nessuna di quelle osò replicare. Onsia cominciò allora a guardare Clio con accuratezza. “Qui servono sempre nuove guardiane.” Disse poi. “Vieni con me.” Con un cenno del capo alla piratessa. La condusse così all'interno del castello, fino a giungere in una sala di legno colma di armi. “Queste cose dovrebbero andarti bene...” prendendo schinieri, bracciali, elmo e piastre di ferro “... sotto metti questa...” dandole anche una leggera tunica di lino da indossare sotto quell'essenziale e rozza corazza “... avrai solo un pugnale ed una lancia di legno... ti basteranno.” Mostrandole le due armi. “Appena sei pronta ti poterò giù, nelle miniere. Lì sorveglierai i prigionieri. Bada però di non rivolgere loro la parola, né di stare più del dovuto con quei miserabili. Sono simili a bestie ed i loro sguardi lascivi non ti lasceranno neanche per un secondo. Anzi, se qualcuno tenterà di toccarti sei autorizzata ad ucciderlo come un cane. Intesi?”
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30-10-2014, 03.07.20 | #2178 |
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Avevo visto giusto, a dispetto delle apparenze, l'Elena citata dalla figlia del barone non era quella delle Omeriche storie, ma ben più nobile dama, appartenente a ben più nobile corte.
Elena e Lancillotto, dal cui frutto sarà grandezza, anche se i maligni, in seguito, in questo videro l'inganno......... Ma il Disegno è inarrestabile, e alla fine trova sempre, inesorabilmente, il giusto compimento. Trovai bello che, a dispetto della non celata frivolezza di modi e di cotanta fanciullezza nell'essere, lady Dafae avesse associato se stessa ad una novella Elena; vidi in questo una cortesia superiore, e non so se ingenuamente o con arguzia, decisi di proteggere questo stato di cose; -Invero, per il tempo che sarò in questa corte, sarò il vostro campione, perché a questo corrisponde il mio preciso dovere di cavaliere. Lo farò con gioia, perché un fiore va protetto da mani rozze, e queste ultime, credetemi, troveranno in Galgan la giusta punizione- Il mio sguardo vagò un istante, per la sala; -Tuttavia, verrà per me il tempo di partire, perché altre imprese mi attendono, ed io troverò, alla fine, il modo di raggiungere i miei compagni- Rimasi in silenzio, poi, accarezzando l'elsa della spada, ripresi; -Ma ditemi, milady, chi è che, impudentemente e senza indugio, osò mancare verso il vostro nome?-
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30-10-2014, 03.26.48 | #2179 |
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“Cavaliere...” disse il barone a Galgan “... potrete restare in questo castello per tutto il tempo che vi piacerà. Per noi sarà un onore avervi come ospite.”
“Mio padre dice il vero, cavaliere.” Intervenne Dafae. “Quanto a ciò che vi ho chiesto... vi è davvero qualcuno che ho osato beffeggiare il mio nome. Qualcuno che non ha avuto titubanza ad accusarmi con parole gravi.” “Di chi parli?” Sorpreso il barone. “Di un musico, padre.” Rispose la ragazza. “Lo stesso che mi confidò il suo Amore e mi chiese poi di sposarlo. Eppure egli non ha indugiato a rivelarmi tutto il suo disprezzo, affermando che io non conosco il significato dell'Amore e che sono simile ad un libro con la copertina rilegata e preziosa, ma con dalle pagine bianche e vuote...” Il barone batté con rabbia il suo pugno sulla tavola
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30-10-2014, 14.53.18 | #2180 |
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Alzai gli occhi al cielo e allargai le braccia.
"Sono qui apposta, mica penso che mi crediate sulla parola.." Dissi, calmissima. Oh, Cielo che oche... Poi arrivò il loro capo e mi disse di seguirla. "Grazie.." Annuii. Osservai le cose che dovevo indossare, felice di poter tenere i miei stivali che nascondevano i pugnali. Ascoltai attentamente le istruzioni che mi venivano date e annuii sorridendo alle ultime parole. "Intesi, è quello che ho sempre fatto, nessun problema.. Grazie..". Così, indossai quella rudimentale corazza, e tutto il corredo. Ero abituata a ben di meglio, ma dovevo calarmi nella parte. La tunica di lino era leggerissima. Andatevene in giro mezze nude, poi lamentatevi che vi guardano. Calai l'elmo sul viso, e impugnai delicatamente la lancia con un sorriso. "Eccomi.." Dissi, tornando dalla donna "Sono pronta..". |
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