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Vecchio 07-02-2015, 03.24.03   #241
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Molti artigli” disse il Priore Tommaso ad Altea “volteggiano attorno al seggio di Capomzda. Come i lupi attorno ad un gregge. Comunque fare ipotesi adesso è del tutto inutile. Quando invece saremo là, allora cominceremo a cercare e raccogliere indizi. Quanto a me, verrò adesso con voi. Attendere oltre non serve a nulla.”
Il Priore andò così a prepararsi.
Dopo un po' ritornò.
Tutto ora era pronto per la partenza.
Lasciarono così la Chiesa della Santissima Annunziata, diretti nella capitale Capomazdese.
E quando vi arrivarono, trovarono nel cortile alcuni uomini armati.
Ed insieme a loro vi era Gvineth.
“Chi siete voi?” Chiese al Priore Tommaso.
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Vecchio 07-02-2015, 03.42.15   #242
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A quelle parole di Elisabeth, De Gur quasi trasalì.
“Non essere sciocca.” Disse. “A chi dovrei venderti? E perchè poi? Sei mia moglie.” Scosse il capo. “Ti ho permesso di seguire ogni tua passione ed ogni tuo desiderio per saperti felice. Ma tutto ciò non deve ritorcersi contro di noi, aizzandoci contro l'ostilità dei due signori di Capomazda. E' così difficile capirlo? Comunque, non ti impedirò di ospitare quel bardo, foss'anche uno straccione. A condizione però che non sia un filo Taddeide e non sia irriverente verso i due nobili signori di Capomazda.” Con tono deciso. "Su, va da lui adesso. Dagli da mangiare. E' questo che ami fare, no? Aiutare i pezzenti ed i reietti." E la fissò con disprezzo.
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Vecchio 07-02-2015, 03.44.08   #243
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“Lasciamo perdere la letteratura, messere.” Disse uno dei due uomini a Galgan. “Qui si parla dall'altro. Di politica, ad esempio.”
“Un momento...” intervenne l'altro, zittendo il suo compagno “... mi piace il riferimento letterario... allora mettiamo il caso che la volpe sia Ulisse, mentre i segugi siano i Proci che infestano la reggia di Itaca. Voi cosa fareste se i suoi fedeli vi chiedessero di lottare per lui, pur sapendolo morto sotto le mura di Troia o disperso nell'Egeo?”
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Vecchio 07-02-2015, 17.44.35   #244
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Altea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolare
Poco dopo arrivò Priore Tommaso e partimmo con quel carretto malconcio e pensavo a mille cose..a volte pensavo Guisgard non era morto ma si celasse qualcosa dietro, ma non epressi questo pensiero poichè il Priore mi avrebbe detto di rassegnarmi..forse..lo guardavo..ma lui aveva dentro se una ipotesi, una idea..si doveva pazientare e soprattutto agire con furbizia per avere la verità.
Chiesi al diacono di fermarsi nella città prima di entrare a Corte.."Non preoccupatevi non mi sto fermando a comprare cappellini o altro..qui vi sta il panettiere e pasticcere messer Gerardo, lui è il mio tramite con mio padre, ovviamente legato ai Taddei, devo scrivere una missiva a mio padre, egli saprà come sempre farla recapitare a Sygma, mio padre ha preso una dimora proprio tra il confine dei due regni...e dalla altra parte, Padre Tommaso, vi sta un orfanotrofio..lo gestiscono delle Sorelle, un giorno camminando per Capomazda io e l' Arciduca abbiamo visto dei bimbi soli mendicare e assieme lo abbiamo costruito, purtroppo non si possono avere più i soldi per finanziarlo a Corte ma io mi adopero e so tenerlo vivo..e sarà sempre così".
Entrai sola da messer Gerardo e dopo esserci salutati dissi.."Amici, non temete..carta e calamaio..e poi come sapete fare voi che vada a mio padre Tibaldo".

"Caro padre,
la missiva per dirvi ho intenzione di usare dei soldi per acquistare la camera dell' Arciduca con i suoi oggetti...e a dire il vero, visto ad Auroria l'ho pagata per riaverla con le nostre pepite di oro e quasi la mia vita, devo cercare di acquistare Mia Amata...come la protessi ora, lo farò adesso..perchè tutto questo? Dovreste vedere la Corte, la stanno smantellando...presumo vogliano vendere tutto ciò che è dei Taddei..uno scempio..capirete il mio gesto..anche perchè forse questo mi porterà a scoprire qualcosa di celato..di più non posso dirvi..informatevi bene, forse sotto mentite spoglie potrete salvare pure voi qualcosa del loro patrimonio acquistandolo e come voi i nobili che se ne sono andati, fedeli al Duca e dopo l' arrivo di quegli uomini..per quanto riguarda mio nonno, il suo comportamento mi fa vergognare del nome che porto, ma basti pensi a Voi e ne sono fiera".
Abbracciate mia madre e le mie due sorelle minori...io sto bene..Altea".

Sigillai la missiva col mio stemma e senza dire nulla gliela consegnai a Gerardo, il negozio era vuoto, lui guardò fuori e la nascose.."Bene, un grande vassoio di sfogliatelle, per i miei bambini"...egli si illuminò e uscii col vassoio coi dolci, la Casa del Piccolo Fanciullo era proprio di fronte, suonai il campanellino e una suora mi fece entrare.."Sono di fretta sorella..e sembra qui a Capomazda fare carità sia quasi diventato un crimine..e i poveri temo aumenteranno..questi dolci sono per i bimbi e in questa busta troverete i soldi..ho potuto prendere poco..a Corte con quei tre nuovi individui non esiste la parola carità..ma non lasceremo morire questo posto." La suora mi abbracciò e chiesi del piccolo.."E' passata la febbre, ho mandato uno dei migliori medici" e mi mostrò giocava arzillo nei suoi nemmeno due anni e sorrisi malinconicamente.
"Devo chiedervi un favore Suor Gertrude, ho intenzione di cambiare dama di compagnia..si..proprio Petronilla. E' avvenuto un fatto strano che mi porta a pensare ella abbia fatto entrare o abbia lasciato entrare un estraneo in mia camera..a meno che non sia stato Sua Signoria, ma ormai solo il Signore può saperlo..e ora ho intenzione di cambiare stanza, necessito di una persona nuova a Palazzo, sana di principi ma dal carattere forte..se qui vi è questa ragazza senza famiglia o deve portare il pane alla sua famiglia, ditele ora sarà a mio servizio a Corte e di raggiungerla entro stasera e di annunciarsi a me".
Dopo i saluti tornai nel carretto e raggiungemmo la Corte, vi era Lord Gvineth e con un cenno del capo lo salutai..."I miei omaggi milord, e sia una buona giornata", egli chiese al Priore Tommaso di presentarsi, non interferii, lasciai egli stesso lo facesse da se, temevo un passo falso poteva essere la rovina del piano.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 08-02-2015, 00.34.44   #245
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Galgan è sulla buona strada
Volsi lo sguardo, e per la prima volta lo fissai direttamente, prima di rispondere;

-Buon messere, sono un cavaliere, pertanto mi pare ovvio che lotterei per conservare il trono di Ulisse.
Il mio ruolo me lo impone, pertanto, una simile posizione, da parte mia, rientrerebbe nell'ordine naturale delle cose-
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".....la purezza non si ottiene senza sforzo."
Yamamoto Tsunetomo, Hagakure
"Il cavaliere è l'uomo che percorre il tremendo cammino del sacrificio, per un bene superiore."
Plinio Correa de Oliviera
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Vecchio 09-02-2015, 01.57.31   #246
Guisgard
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Tornati a corte, il Priore Tommaso ed Altea incontrarono Gvineth.
“Salute a voi.” Disse il religioso. “Io sono Padre Tommaso, confessore di lady Altea.”
“Milady non poteva chiedere al diacono di corte o al cappellano di farle da confessore?” Chiese il nobile.
“Sapete...” sorridendo il Priore “... la confessione è un qualcosa di molto intimo, che richiede totale trasparenza. Spesso sia ha soggezione, pudore o riluttanza ad aprire il proprio cuore ed il proprio animo riguardo le cose, diciamo, meno nobili della nostra vita. Si nutre quell'infantile ed irrazionale paura di essere giudicati e condannati. Si pensa al proprio confessore come ad un qualunque altro uomo e si cade, di conseguenza, nel timore di essere condannati.”
“E non è così?” Fissandolo Gvineth.
“Milord, un sacerdote, un monaco e qualunque altro ecclesiastico nel confessionale smette i panni terreni e rappresenta Cristo.” Rispose il Priore. “E' Lui, infatti, che ascolta e che giudica.”
“E condanna.” Annuì Gvineth.
“Cristo non condanna nessuno disposto a ricorrere alla Sua Santa Misericordia.” Fece il religioso.
“Comunque” mormorò il nobile “questo palazzo non chiude le porte ad un religioso. Vi farò dare una camera.” Chiamò un servitore ed ordinò di accompagnare il Priore.
Questi salutò Altea e seguì il servo, che lo portò in una camera accogliente.
Poco dopo il Priore tornò da Altea.
“Bene...” alla dama, ora che erano soli “... sembra che a corte il Clero sia sempre di casa. Oh, naturalmente ciò non deve ingannare. I nuovi aspiranti signori sanno bene che alla fine spetterà alla Chiesa decidere chi governerà Capomazda. Ma noi, conoscendo ciò, useremo la situazione a nostra vantaggio.” Annuì. “Bene, direi di cominciare...” mormorò “... forse non sapete, non avendovi rivelato nulla dei miei trascorsi qui, che io fui chiamato per stilare una relazione per Sua Grazia il vescovo, circa la morte dell'Arciduca Taddeo l'Austero. Tuttavia questa cosa non si ripetè alla scomparsa di suo nipote, il giovane lord Guisgard. Beh, credo sia il caso di raccogliere più informazioni possibili riguardo quel funereo accadimento. In pratica, figliola, dobbiamo indagare e ricostruire passo dopo passo i momenti che precedettero la morte dell'ultimo Arciduca.” Estrasse da una tasca un piccolo libretto per degli appunti. “Vediamo un pò” con tono divertito il Priore “se nel vostro sangue scorre quella naturale affinità e propensione che alcuni soggetti posseggono circa la capacità di sapere raccogliere fatti, analizzarli e dar loro un senso più o meno compiuto. Su, ditemi, milady... da dove dobbiamo cominciare a raccogliere informazioni, secondo voi?”
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Vecchio 09-02-2015, 02.07.22   #247
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“Beh, la vostra risposta mi sembra logica...” disse uno dei due uomini a Galgan “... ammesso si dia per scontata la vostra appartenenza ad Ulisse. Cosa diversa, converrete, se invece appartenete al seguito dei principi impostori giunti ad Itaca per insidiare il trono del figlio di Laerte.”
“Questo è il punto, sir Galgan...” intervenne l'altro uomo “... a noi preme sapere voi da che parte state. A chi vi sentite legato e per chi siete disposto a combattere... per Ulisse... oppure per i Proci?”
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Vecchio 09-02-2015, 02.09.24   #248
Clio
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Lasciai nella camera le mie inquietudini, e partii impassibile come sempre.
Eravamo una piccola spedizione, e restai sorpresa nel vedere la sfarzosa carrozza di Azable, ma non dissi nulla.
Ci presentò Yanes, un suo luogotenente, esperto di Capomazda.
Potevo chiedergli della Scafatella, ma non dovevo rischiare, mi chiesi se ci fosse qualcuno che conoscessi e di cui potessi fidarmi a Capomazda, qualcuno che non aveva idea di chi fossi in realtà, come la signora che al mercato aveva sempre un sorriso per me, e mi aveva svelato la ricetta di quella buonissima torta.

Osservavo la campagna circostante affacciata alla finestra, era una giornata talmente limpida, da permettermi di vedere il palazzo ducale in lontananza.
Il tramonto era ormai prossimo, e la campagna rigogliosa sembrava in attesa della sera.
In attesa, proprio come me, che sospiravo lasciando lo sguardo vagare per quelle lande.
La mia attesa però, sapevo che sarebbe stata vana, e non volevo ammettere a me stessa che in cuor mio stavo sperando che non fosse così.
D’un tratto, però, qualcosa attirò la mia attenzione: c’era qualcuno a cavallo che si stava avvicinando alla mia casetta solitaria.
Dapprima squadrai la figura sospettosa, impugnando la pistola, ma poi più si avvicinava, più non credevo ai miei occhi: quando ormai oltrepassò il cancello della mia proprietà, lasciai cadere l’arma a terra e mi precipitai al piano di sotto, per poi uscire nel cortile mentre stava legando il cavallo.
Lui si voltò e sorrise nel vedermi, e io riuscii a scorgere i suoi occhi sotto il pesante cappuccio che nascondeva il suo viso.
Gli corsi incontro sorridendo finché non lo raggiunsi e lui mi prese tra le braccia, sollevandomi da terra, con un largo sorriso, per poi intrappolarmi in un tenero bacio.
Non riuscii a dire una parola, mi limitai a rovesciare il cappuccio all’indietro, in modo che gli ultimi raggi di sole potessero illuminare il bel viso che tanto amavo.
Restammo così, abbracciati nel cortile per lunghi istanti.
“Cosa ci fai qui?” mormorai poi, portando la testa all’indietro per guardarlo negli occhi “Non è oggi quel ballo di cui mi parli da settimane?” con gli occhi nei suoi.
Lui annuì “Sì, è oggi.. infatti ho pochissimo tempo….” sorrise, senza staccare gli occhi dai miei “Volevo solo vederti… mi eri sembrata un po’ triste e io..”.
Scossi la testa, incredula “Che discorsi.. sono sempre triste quando te ne vai..” mormorai piano, per poi alzare gli occhi, felici su di lui “Ma adesso sei qui…” raggiante “Dai, entra..” prendendolo per mano.
“Ho solo un attimo, Clio..” con un lieve sorriso lui.
“Beh non vorrai mica passarlo qua fuori no?” divertita “Su, entriamo..”.
La casetta era semplice ma accogliente, in una radura appartata, appena fuori dalle mura cittadine.
A volte mi sembrava una prigione, altre un rifugio, quando lui era con me, mi appariva persino più bella di un sontuoso palazzo.
Entrammo, e un soffuso profumo ci accolse calorosamente.
Lui si guardò intorno, e il suo sguardo cadde su un cestino colmo di mele.
“Cosa ci devi fare con tutte quelle mele?” chiese divertito.
Io mi voltai sorridendo “Un dolce.. una torta.. una signora oggi al mercato mi ha dato la ricetta.. pensavo di tenermi impegnata per stasera..” sospirai, abbassando lo sguardo.
Lui mi si avvicinò, e alzò delicatamente il mio viso perché riuscissi a guardarlo negli occhi “Ehi..” mormorò “Sai che odio vederti triste..”.
Annuii “Lo so, scusa..” sorridendo.
Si chinò a posarmi un bacio sulle labbra, e io mi illuminai.
“Così va meglio..” sorrise, accarezzandomi il viso “Parlami di questo dolce…” divertito.
“Beh, dovrebbe essere una torta..” voltandomi ad osservare gli ingredienti che avevo preparato.
Lui mi cinse con le braccia, affondando il viso nei miei capelli per un momento.
“E me ne lascerai una fetta?” disse sorridendo io risi.
“A tuo rischio e pericolo.. sai che i dolci non sono la mia specialità..”
“Sciocchezze, sono sicuro che quel dolce sarà buonissimo invece…” con aria convinta.
Io portai la testa all’indietro, in modo da poterlo guardare negli occhi e sorrisi, baciandolo a mia volta.
“Sai cosa dovremmo fare?” con un guizzo negli occhi lui.
“Cosa?” incalzai
“Guardare le stelle, come quando eravamo ragazzi, ricordi?” con gli occhi nei miei.
“Come potrei dimenticare…” mormorai piano.
“Allora è deciso.. quando sarà pronto il dolce?” chiese.
“Domani..”
“Bene, domani verrò a prenderti e ti porterò….” pensieroso “Vediamo, dove ti piacerebbe andare?”.
Alzai le spalle “Sei tu che conosci bene questi posti… sbaglio o li governi pure?” divertita.
“Va bene, cercherò un posto speciale..” facendomi l’occhiolino “Ah, e porto il vino..”.
“E io il dolce?” incuriosita
“Certo, tu il dolce..” sorridendo “Cosa ne dici: ti va?”.
“E me lo chiedi?” mi illuminai “Potremmo persino aspettare l’alba..”.
“Mi sembra una splendida idea..” con gli occhi nei miei.
Poi, si chinò su di me, posando un lieve bacio sulle mie labbra, un bacio leggero, tenero, di un’infinita dolcezza, un bacio capace di sciogliere ogni inquietudine, ogni pensiero che poteva attraversare la mia mente in quel momento.
E poi un altro, e un altro ancora, finchè quel bacio non divenne intenso, appassionato, travolgente.
Ma fu solo un attimo, perché lui si staccò di colpo, chinando il capo.
“Devo andare..” mormorò, con la fronte contro la mia.
“Lo so..” in un sussurro.
Lui annuì debolmente e si allontanò di un passo, lasciando infine cadere la mano che cingeva il mio collo.
Io non mi mossi, ormai avevo imparato che era meglio così.
Lo osservai con gli occhi lucidi allontanarsi e prendere il mantello.
“Buonanotte, Clio..” voltandosi “A domani..”.
“A domani..” sussurrai io “Divertiti stasera…” facendo l’occhiolino.
Lui sorrise appena ed uscì, lasciandomi sola col mio assordante silenzio.
Eppure sorridevo, anche in un giorno tanto importante aveva trovato tempo per me, e quel gesto valeva più di mille parole.
Restai un istante ad osservare la porta, felice, nonostante tutto.
D’un tratto, corsi fuori, chiamandolo. Lui si voltò di scatto, in tempo per prendermi tra le braccia, con uno sguardo sorpreso ma sorridente.
“Grazie..” mormorai io, raggiante, con gli occhi nei suoi “Grazie di essere passato anche oggi…”.
Lui mi accarezzò dolcemente i capelli.
“Sei così bella quando sorridi..” sussurrò, chinandosi appena per baciarmi piano.
Lo strinsi per un istante, poi feci io un passo indietro.
“Vai, vai.. volevo solo dirti questo..” con un vago sorriso.
Lui annuì e montò in sella, per poi voltare il cavallo e dirigersi verso il suo Palazzo.


Sorrisi a quel ricordo dolce e doloroso, che mi riportava a quella sera stellata, infinita e speciale, e l'alba da mozzare il fiato. Dovevo tenermi stretta quegli attimi di Felicità, perché mi sarebbero dovuti bastare per una vita intera.
E la Casetta Solitaria, come amavo chiamare quella casetta appena fuori le mura cittadine dove avevo vissuto tre anni prima, in perenne attesa, era ancora come l'avevo lasciata?
Mi si strinse il cuore: avrei avuto il coraggio di ripercorrere il sentiero che attraverso il bosco portava alla radura appartata e nascosta che custodiva la casetta?
Non potevo perdermi nei ricordi, anche se sapevo che quel viaggio sarebbe stato il più doloroso che avessi mai affrontato, dovevo pensare alla missione.
Presi un profondo respiro.
"Salute a voi.." Avvicinandomi a Yanes "Ditemi, sapete per caso dove è stato sepolto l'ultimo
Arciduca?" Fingendo indifferenza.
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Vecchio 09-02-2015, 02.30.16   #249
Guisgard
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La compagnia su quella strada, solitaria e silenziosa, attraversava le montuose regioni che circondavano Miral.
Davanti a loro vi erano ancora molte miglia, in territori che mutavano velocemente, scandendo e disegnando il passaggio fra terre diversissime, dal profilo epico ed evocativo.
Erano diretti verso Sud e tra breve avrebbero lambito Sygma con le sue dolci e romantiche colline, poi i territori centrali, fatti di aspri monti e boschi chiusi e folti, fino a giungere nelle rigogliose terre pontificie, dalle ricche e sontuose ville in uno scenario di classicheggiante splendore.
E durante il tragitto, Clio si avvicinò a Yanes.
“Salute a voi.” Disse cordialmente l'uomo. “Gli Arciduchi di Capomazda vengono sepolti da sempre poco fuori la capitale, tra Saggesia e la chiesa chiamata della Scafatella.”
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Vecchio 09-02-2015, 02.49.31   #250
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Annuii a quelle parole, come se effettivamente stessimo parlando del più e del meno.
Ma mi avevano colpito profondamente: tutto pareva avere senso, di nuovo la Scafatella, non poteva essere una coincidenza.
Dovevo trovare il modo di andarci una volta a Capomazda, da sola però.
"Grazie di aver soddisfatto la mia curiosità.." Cordialmente a Yanes, per poi riprendere il cammino sempre più immersa nei miei pensieri, nei miei ricordi, e nelle paure che quel viaggio mi avrebbe costretto ad affrontare.

Ultima modifica di Clio : 09-02-2015 alle ore 16.03.20.
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