27-11-2014, 02.52.13 | #2661 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Ti ho sciolto da quel vincolo imposto su di te da altri.” Disse Guisgard ad Altea. “Dunque sei libera di amare e sposare chiunque tu voglia.” Sorridendole. “Ed una bella donna come te, oltretutto nobile, avrà di sicuro mille spasimanti.”
Poi arrivò Clio. “Ehilà...” guardandola il presunto duca “... mai visto una mercenaria così! Mi sa che finirò per essere io la tua guardia del corpo, per difenderti da qualche malintenzionato!” Facendole l'occhiolino. Poi, finalmente, scesero a terra. Qui trovarono gli uomini del barone ad attenderli. E con loro vi era una carrozza. Il conducente pregò allora i quattro falsi mercenari di salire, per raggiungere la dimora del loro signore. La vettura partì ed attraversò cigolante e a passo lento quella piana colma di lussureggiante vegetazione, ma anche densa di una fitta ed umida nebbia. Quel luogo appariva sinistro e silenzioso, inquietante ed intriso di una velata apatia. Gli uomini armati scortarono la carrozza con i loro cavalli e durante il tragitto Guisgard non proferì parola, limitandosi ad osservare il paesaggio circostante. Infine, percorso un lungo e stretto sentiero, la vettura giunse in una fertile campagna, dominata da un'alta torre fortificata. “Siamo giunti, signori.” Disse il conducente della carrozza. Uno degli uomini suonò il corno e un attimo dopo davanti alla torre apparve una figura. Era un servitore. “Scorta questi ospiti dal signor barone.” Ordinò l'uomo che aveva suonato il corno a quel servo.
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27-11-2014, 10.10.42 | #2662 |
Cittadino di Camelot
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-Invero, graziosa dama-
risposi a lady Dafae, con quello che voleva essere un sorriso bonario, ma che forse, data la scarsa abitudine a simili gesti, non sortì l'effetto desiderato; -Penso che il merito delle scuse proferite sia da attribuire, più che al mio agire, alla nobiltà che sempre va di pari passo con chi segue le Vie della Musica; sicuramente è proprio questa che ha fatto capire che, l'oggetto del proprio amore non va mai e poi mai coperto da insulto alcuno- Tornai, o forse lo ero sempre stato, serio e grave, nel rispondere al barone; -L'onta è stata lavata, buon signore, per me giunge il tempo di riprendere il cammino, ma stavolta, probabilmente, resteremo vicini negli ideali, dal momento che mi pongo al servizio della vostra baronia- Soppesai le parole che proferii in seguito, prima di palesarle; -Ho conferito con il vostro maggiordomo-
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".....la purezza non si ottiene senza sforzo." Yamamoto Tsunetomo, Hagakure "Il cavaliere è l'uomo che percorre il tremendo cammino del sacrificio, per un bene superiore." Plinio Correa de Oliviera |
27-11-2014, 10.25.14 | #2663 |
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Alzai gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
"Ah si?" Vagamente divertita "E dimmi, hai conosciuto molte mercenarie?" Con sguardo perplesso. Mi avvicinai a lui, guardandolo negli occhi. "Non temere.." Mormorai "So esattamente come trattare i malintenzionati, e tenere a distanza chi non voglio...". A differenza tua... Sorrisi appena. Non erano i malintenzionati a preoccuparmi, era ben altro. Lui era l'unico che potesse ferirmi. Salimmo sulla carrozza, e restai in silenzio, preda dei miei pensieri, per tutto il tempo, osservando quel tetro paesaggio, finché non giungemmo alla dimora del barone. |
27-11-2014, 16.00.25 | #2664 |
Cittadino di Camelot
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Sospirai alle parole dettomi da Guisgard sulla nostra promessa di matrimonio..non capisci non ti vuole..lo ha dimostrato, anzi da quel che ho sentito in giro ha pure detto quando lo ho baciato ha serrato le labbra..quindi..e poi che devi spiegargli, lui nemmeno ha chiesto mai dell' Austero e cosa fu deciso e non sa nulla della mia vita..lo guardai un attimo seria.."Dici mi hai fatto un piacere? Non penso visto ti avevo aspettato per tutta la vita..chissà forse era meglio non fosti venuto quel giorno a Corte e avrei vissuto solo con la speranza del tuo arrivo" poi arrivò Clio e mi misi in disparte.
Poco dopo partimmo con una carrozza scortata dagli uomini di quel barone, la atmosfera era veramente strana, enigmatica e gotica e mi chiedevo lungo quel tragitto se il barone avesse la stessa indole della sua Terra. Osservai per un attimo Guisgard e notai pure lui guardava fuori dalla finestra serio e cupo, era la prima volta lo vedevo cosi preoccupato. Finalmente arrivammo al maniero e meraviglia fu che lo stile architettonico era cupo ed austero proprio come quel paesaggio e ci fecero scendere, un servo diede ordine di farci portare dal barone e mi misi vicino a Guisgard..e già dovevo fare la concubina..a questo punto si sperava solo dirlo sarebbe stato un guaio mostrarlo ma per me stessa..per il mio cuore e animo già martoriato abbastanza dagli ultimi eventi con lui, comunque mi voltai verso Capitan Falco e gli sorrisi cercando di incoraggiarlo.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
27-11-2014, 21.19.32 | #2665 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il barone guardò Galgan e annuì.
“Allora” disse “ritengo abbiate accettato l'incarico che egli vi ha proposto. Un incarico onorevole, quanto pericoloso.” “Di cosa si tratta, padre?” Chiese Dafae. “La caccia ad un traditore.” Rispose il barone. “Un nemico del nostro alleato, Sua Signoria l'Arciduca di Capomazda.” Un valletto entrò ed annunciò l'arrivo della scorta promessa dal Maggiordomo a Galgan. Entrarono così tre cavalieri. Uno con una tunica rossa, uno con una blu ed infine il terzo con indosso una tunica nera. I tre salutarono il barone e poi si presentarono al cavaliere eremita. “Salute a voi, messere...” quello rosso “... sono sir Montel. Ai vostri ordini.” “I miei rispetti, cavaliere...” quello blu “... sono sir Tharos. La mia spada è al vostro servizio.” “I miei omaggi, sir...” quello nero “... sono sir Turpen. Comandate ed io obbedirò.”
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27-11-2014, 21.25.08 | #2666 |
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Guisgard sorrise a Clio, per poi avvicinarsi al suo orecchio.
“Mercenaria...” disse piano “... vuoi sapere un segreto? Tempo fa una zingara mi lesse la mano, rivelandomi che avrei sfidato tanti e tanti cavalieri, senza conoscere mai sconfitta... ma di guardarmi da una spadaccina... perchè sfidandola sarei rimasto ferito mortalmente... al cuore...” facendole l'occhiolino. Fece allora salire la piratessa ed Altea sulla carrozza, per poi entrare anche lui. Durante il tragitto ci furono poche parole. Il presunto Taddeide sussurrò ad Altea solo qualcosa riguardo al discorso del matrimonio deciso anni prima: “Vuoi davvero che la tua vita sia determinata da altri, con una decisione fatta a tavolino per motivi politici?” La vettura li condusse così attraverso la campagna, muta e resa irreale da quella densa nebbia, fino ad una torre isolata, dimora del barone che li attendeva. Qui uno degli uomini armati che li avevano scortati chiamò un servitore e quello uscì per accogliere i falsi mercenari. Era un uomo anziano e robusto. Fece loro cenno di seguirlo, conducendoli poi all'interno della torre. Ma qualcosa aveva colpito Guisgard e le sue due compagne. Le finestre della torre erano bardate di nero. Come se un lutto avesse colpito quel luogo. “Giungiamo in un triste momento?” Chiese Guisgard al servitore. “Lo scritto è morte...” mormorò quello, per poi continuare a camminare e a far strada a quegli ospiti. Ed attraversando il cortile della torre, i quattro assistettero a qualcosa di particolare. Un grande falò illuminava quello spazio e ad alimentarlo vi era una gran quantità di libri.
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27-11-2014, 22.06.40 | #2667 |
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Salimmo una torre ed ebbi un tentennamento e pensai alla risposta di Guisgard e mi avvicinai a lui, d' altronde dovevo iniziare a fingere di essere la sua concubina e prendendolo sottobraccio gli dissi sottovoce "Capitan Falco..dobbiamo iniziare questa farsa no? O falliremo..devo fare la concubina ma con moderazione e pacatezza e non ti toccherò oltre a questo abbraccio per non darti fastidio, ma prima dovesse succedere qualcosa..no, non era un matrimonio politico, mio nonno era il migliore amico dell' Austero, mio nonno ti ha tenuto tra le braccia, si conobbero a Sygma prima del tuo rapimento..è stato voluto per la grande stima tra loro e ci credevano..e pure io..e quando ti ho visto si..e quando ti vedo penso che sarei stata orgogliosa di averti come marito" e mi zittii.
Mi guardai attorno e tutti notammo quelle tende nere finchè Guisgard ebbe il coraggio di parlare...lo scritto era morto..ma che intendeva. Poi capii tutto quando attraversando il cortile della torre vedemmo un falò di libri e rimasi quasi a bocca aperta..ma che significava.."Scusate la impudenza" dissi al servitore "perchè quei libri stanno bruciando?"
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28-11-2014, 02.00.15 | #2668 |
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Sorrisi a quelle parole.
"Ah, ecco di cosa hai paura.." mormorai, con un sorrisetto irriverente, per poi salire sulla carrozza. Giungemmo ad un cupo castello, con le finestre parate a lutto. Non compresi le parole del servitore. Cercai lo sguardo di Guisgard, ma Altea lo aveva già preso sottobraccio, e distolsi immediatamente lo sguardo cercando di rassicurare me stessa che era solo una messa in scena. Ma guarda te se devo condannarmi a vivere così... Il mio sguardo e i miei pensieri vennero catturati dalla pira di libri. Una pira di libri. Sbiancai. Chi era capace di un simile abominio? |
28-11-2014, 02.15.10 | #2669 |
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Il servitore si voltò a fissare Altea.
“Cerchiamo l'assassino...” disse in modo enigmatico, per poi riprendere a camminare. Attraversarono un corridoio e alla fine, aprendosi una porta, apparve una figura. Era una giovane donna dai capelli bruni. “Gli ospiti che il signor barone attendeva.” Mormorò il servitore. “Benvenuti.” La donna a Guisgard, a Clio, ad Altea e a Cid. “Io sono lady Nora, moglie di sir Ghuan, fratello del signor barone. Sfortunatamente il nostro signore è fuori e tornerà solo domattina temo. Ma non temete, sono stata incaricata di offrirvi un degno alloggio per stanotte.” “In verità” fece Guisgard “non era nostra intenzione fermarci qui stanotte. Volevamo portare il nostro saluto al barone e poi ripartire.” “Ormai è quasi buio” mormorò la donna “e la nebbia sta già calando. Non è consigliabile lasciare la torre adesso. E poi il signor barone potrebbe offendersi per questo.” Guisgard restò turbato dalle parole di Nora.
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28-11-2014, 02.26.09 | #2670 |
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Guardai per un momento il servitore, non capendo assolutamente le sue parole.
Poi raggiungemmo il castello e una donna venne ad aprirsi. Strabuzzai gli occhi. Fermarsi lì di notte? Ci mancava solo quello. Così avrei passato la notte a tormentarmi sapendo che avrebbero diviso lo stesso letto, fantastico, davvero fantastico. Presi un profondo respiro. Quel posto non mi piaceva per niente, era lugubre e triste. Eravamo finiti in un'altra prigione? Incrociai lo sguardo di Guisgard e vidi che condivideva le mie preoccupazioni. E poi, quando era passata l'intera giornata? Avevamo lasciato la nave poco dopo l'alba, possibile che fosse già sera? "Capitano, l'equipaggio ci aspetta per salpare domattina, si preoccuperanno..." dissi soltanto, ma in realtà pensavo ad Ammone e Palos che ci seguivano a distanza. |
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