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Vecchio 24-10-2014, 03.22.50   #8931
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
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Originalmente inviato da Clio Visualizza messaggio
Ma che splendidi incontri si fanno durante i giri di ronda per le strade di Camelot.
Quanta verità e bellezza nelle parole di Messer Amore...
Grazie, sir Guisgard per averci narrato di questo magico incontro.
Lady Clio, le strade di Camelot amano sposarsi con l'incanto di notti come questa, dove ogni stella nasconde un sogno e dove di tanto in tanto i più fortunati, come i folli e gli innamorati, vedono qualcuna di quelle stelle venire giù, liberando così uno di loro sogni.
E chissà che magari anche voi, proprio una di queste notti, non vi attardiate per queste strade, sotto una Luna che non è mai avara di una storia da raccontare, da vivere e da sognare...



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Originalmente inviato da Altea Visualizza messaggio
Sir Guisgard,
voi avete riconosciuto subito, dunque, Messer Amore..come una conoscenza
Certo che conosco Messer Amore, milady!
Fino ad un istante fa stavo conversando con lui come ogni notte, prima di inziare il mio giro di ronda



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Originalmente inviato da Galgan Visualizza messaggio
Invero, una dolce tirannia, in qualsiasi forma esso si manifesti.


E' vero, Sir Galgan.
Pindaro scriveva che le catene di Amore tengono legato l'uomo al giogo della felicità



Buonanotte, Camelot...
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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Vecchio 27-10-2014, 17.28.26   #8932
Galgan
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Galgan è sulla buona strada
La Corte degli Scontenti



La Corte degli Scontenti, il lato oscuro del Piccolo Popolo, o meglio, tutto ciò che, in esso rappresenta quel malcontento che degenera in bruttura, malignità, e spesso, troppo spesso, in atto violento........Quest'ultimo, quasi sempre fine a se stesso, anche se mascherato con ideali che non gli appartengono.
Attualmente, pare proprio che sia questa triste Corte a dominare la nostra bella penisola; non amiamo più le nostre tradizioni, ci perdiamo dietro a futilità, non abbiamo più Fede (e deridiamo i pochi che ce l'hanno), siamo arrabbiati, delusi......Spesso, è come se stessimo per esplodere.....
Sono convinto, che tale Corte si alimenti di tutto questo, e quindi da tutto questo crei la propria sopravvivenza, sopravvivenza che, ahimè, pare essere destinata ad essere lunga e duratura, se non perpetua.
Eppure, senza aver l'assurda pretesa di atteggiarmi a eroe dei tempi andati, perché non sarebbe reale, io, nel mio piccolo, un fendente a questa Corte vorrei proprio menarglielo......Perché, forse sbaglierò, io all'Uomo ancora ci credo, ancora penso che, se riscopriamo la bellezza e l'autenticità, possiamo migliorare, possiamo tornare ad essere quello per cui siamo nati, e cioè i Custodi di questo mondo; che senso avrebbe avuto, mettere al mondo una figlia, se così non fosse stato?
La Corte degli Scontenti non è invincibile.

Buon pomeriggio, ormai sera, genti di Camelot.
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".....la purezza non si ottiene senza sforzo."
Yamamoto Tsunetomo, Hagakure
"Il cavaliere è l'uomo che percorre il tremendo cammino del sacrificio, per un bene superiore."
Plinio Correa de Oliviera
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Vecchio 27-10-2014, 18.09.32   #8933
Altea
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Altea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolare
Messer Galgan
condivo pienamente..avete ragione..credere in ciò che siamo..essere ottimisti verso il futuro e mai lamentarsi ma accontentarsi delle piccole cose anche se questo non avviene nella maggior parte del mondo ma essere convinti il mondo possa migliorare..magari proprio quella bambina che voi avete voluto..e altri bambini di questo mondo..loro sono il nostro futuro.

Buon pomeriggio Camelot
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 28-10-2014, 15.34.49   #8934
Galgan
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Galgan è sulla buona strada
Certo, lady Altea, le vostre figlie, come la mia, e tutti gli altri bimbi, come disse la saggia lady Elisabeth, sono i Cavalieri del Domani.
Cambieranno il mondo, ne sono certo.
Vi ringrazio per aver compreso.
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Vecchio 28-10-2014, 23.43.45   #8935
Altea
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Ecco a voi un pò di poesia araba...Buona notte Camelot

"Canto d' amore per le parole"

Perché abbiamo paura delle parole
quando sono state mani dal palmo rosa,
delicate quando ci accarezzano gentilmente le gote,
e calici di vino rincuorante
sorseggiato, un’estate, da labbra assetate?
Perché abbiamo paura delle parole
quando tra di loro vi sono parole simili a campane invisibili,
la cui eco preannuncia nelle nostre vite agitate
la venuta di un’epoca di alba incantata,
intrisa d’amore e di vita?
Ci siamo assuefatti al silenzio.
Ci siamo paralizzati, temendo che il segreto possa dividere le nostre labbra.
Abbiamo pensato che nelle parole giaceva un folletto invisibile,
rannicchiato, nascosto dalle lettere dalle orecchie del tempo.
Abbiamo incatenato le lettere assetate,
vietando loro di diffondere la notte per noi
come un cuscino, gocciolante di musica, sogni,
e caldi calici.
Perché abbiamo paura delle parole?
Tra di loro ne esistono di incredibile dolcezza
le cui lettere hanno estratto il tepore della speranza da due labbra,
e altre che, esultando di gioia
si sono fatte strada tra la felicità momentanea di due occhi
inebriati.
Parole, poesia, teneramente
hanno accarezzato le nostre gote, suoni
che, assopiti nella loro eco, colorano una frusciante,
segreta passione, un desiderio segreto.
Perché abbiamo paura delle parole?
Se una volta le loro spine ci hanno ferito,
hanno anche avvolto le loro braccia attorno al nostro collo
e diffuso il loro dolce profumo sui nostri desideri.
Se le loro lettere ci hanno trafitto
e il loro viso si è voltato stizzito
ci hanno anche lasciato un liuto in mano
e domani ci inonderanno di vita.
Su, versaci due calici di parole.
Domani ci costruiremo un nido di sogno di parole,
in alto, con l’edera che discende dalle sue lettere.
Nutriremo i suoi germogli con la poesia
e innaffieremo i suoi fiori con le parole.
Costruiremo un terrazzo per la timida rosa
con colonne fatte di parole,
e una stanza fresca inondata di ombra,
protetta da parole.
Abbiamo dedicato la nostra vita come una preghiera
chi pregheremo… se non le parole?

Nazik al Mala’ika
__________________
"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

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Vecchio 02-11-2014, 20.52.26   #8936
elisabeth
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elisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella roccia
Buona notte Camelot............



L'anima, che trasvola dal mio corpo
dentro il sonno abissale d'ogni notte,
riflette in sé le costellazioni
massime; e immaginando, entro la sfera
della sua breve nuvola, il superno
giro dei dodici astri eterni, specchia
in sé l'ordine identico dei mondi.

Quando poi, sull'aurora, torna mia
la veglia di quell'anima celeste,
porto nel ritmo ciclico del sangue
dodici forze d'oro per la vita,
dodici gruppi di potenti suoni,
benché taciuti in organi di terra.

Arturo Onofri
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Vecchio 03-11-2014, 10.09.27   #8937
Taliesin
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Taliesin ha un'aura spettacolareTaliesin ha un'aura spettacolareTaliesin ha un'aura spettacolare
Buongiorno Camelot...

"Gemmea l'aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l'odorino amaro
senti nel cuore...

Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.

Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E' l'estate
fredda, dei morti"

Novembre - Giovanni Pascoli

Taliesin, il Bardo
__________________
"Io mi dico è stato meglio lasciarci, che non esserci mai incontrati." (Giugno '73 - Faber)

Ultima modifica di Taliesin : 03-11-2014 alle ore 10.27.42.
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Vecchio 09-11-2014, 21.46.09   #8938
Altea
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Altea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolare
Dove finisce l’onda
e dove inizia il mare?
Dove finisce il corpo
e dove inizia l’ombra?
Dove finiscono le tenebre
e dove inizia la luce?
Le parole respirano fuori dalla loro cornice
i sensi si increspano e si distendono
simili a un oceano di un cerchio
il cui centro è inesistente.
Non siamo altro che una
delle probabilità dell’esistenza.
La nostra vita
è un buffo insieme di dubbi
un equivoco di possibilità concesse.
Mi rivolgo a ciò che è informe
procedo verso il nascondiglio.
Quando cercherò di raccogliere l’esperienza?
Come potrò trovare l’imbarcazione?
Nell’annullamento del tempo e dello sviluppo che retrocede?
La luce non ha forma
L’onda non ha confini
L’io non ha facciate
La passione non ha orizzonti.
Sii te stesso.

A'isha Arna'ut -poetessa siriana
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 17-11-2014, 16.49.14   #8939
Taliesin
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Taliesin ha un'aura spettacolareTaliesin ha un'aura spettacolareTaliesin ha un'aura spettacolare
Allo scandire della piovosa estate dell'anno di grazia duemilaedodici, racchiusa nei meandri delle mie "Donne nel Medioevo", presentai una breve biografia di una Donna, ed oggi, nel giorno del santo patrono, rileggendo quelle poche righe oramai obsolete, ho voluto, grazie ad antiche riminiscenze di perduta memoria francescana, ripresentare questa Donna con un' altra veste, ma con lo stesso grande cuore che fece di Lei una della più grandi figure femminili del cosiddetto Medioevo...

Ma soprattutto voglio donare questa nuova veste a Milady Elisabeth, che la mia Elisabetta possa sempre preservarla nell'abbraccio scarlatto del suo manto celeste quando il Viaggio verso l'ignoto si presenterà dinanzi alla sua porta come un Amore perduto, come una Consacrazione, come un Dovere, come un Bisogno.

Taliesin, il Bardo

17 NOVEMBRE 1231 UN'ALTRA FIGLIA DI FRANCESCO D'ASSISI: ELISABETTA DI UNGHERIA.

Elisabetta nacque verso la metà del 1207 nel castello di Pozsony, attuale Bratislava, da Andrea II re d’Ungheria e Geltrude di Andechs-Meran, diretta discendente di Carlo Magno.
Il padre Andrea, per ragioni politiche, combinò il suo matrimonio quando era ancora neonata con Hermann I, Langravio (Conte) di Turingia, cugino dell’imperatore del Sacro Romano impero, Federico II.
L’accordo si realizzò senza problemi, si dice per l’intervento del grande trovatore Kingslohr il quale, nel castello di Wartbourg profetizzò in trance la nascita di Elisabetta, il suo matrimonio col figlio del principe, la sua santità per cui tutta la Cristianità si sarebbe allietata.
A soli quattro anni fu condotta al castello di Wartburg in Turingia, per essere cresciuta nella famiglia del futuro sposo Ludwig figlio di Hermann I e ricevere un’educazione adeguata.
Si instaurò col fidanzato un legame profondo di affetto e amicizia e nel contempo in Elisabetta si manifesta e accresce una spiritualità profonda, un disprezzo per le vanità del mondo e le ricchezze, grande pietà e carità non sempre condivise dalla famiglia.
Controversie tra la Turingia e il principato vescovile di Magonza, portarono, alla scomunica di Hermann I da parte del vescovo di Magonza e alla successiva morte il 25 aprile 1217: gli successe Ludwig che all’età di diciotto anni, piuttosto che alla consueta di ventuno, fu fatto cavaliere e prese il nome di Ludovico IV conte di Turingia e dell’Assia. Il nuovo Langravio brillò per onestà e nobiltà d’animo, si dice per influenza dell’amata Elisabetta che sposerà nella primavera del 1221.
Elisabetta ebbe un felice matrimonio e dette alla luce tre figli, Ermanno (1222), che morì a soli diciannove anni, Sofia (1224) che sposò il duca di Bramante e Geltrude (1227) che divenne badessa ad Altenburg.
Molte sono le leggende nate attorno alla sua personalità: ancora principessa si narra che fu obbligata a partecipare alla Messa solenne dell’Assunzione con ricchi abiti e gioielli, entrando in chiesa, dopo essersi inginocchiata davanti al crocifisso si tolse la corona lasciandola davanti al crocefisso, quando la futura suocera la corresse Elisabetta rispose “Come posso io, creatura miserabile, continuare ad indossare una corona di dignità terrena, quando vedo il mio Re Gesù Cristo, coronato con delle spine?”. Riusciva a vedere realmente Gesù nei mendicanti mentre distribuiva il cibo al cancello del castello.
Scrisse di lei san Francesco di Sales: “La sua devozione crebbe tra le feste e le vanità cui la sua condizione sociale la espose. I grandi fuochi sono alimentati dal vento, mentre quelli piccoli sono estinti, se non protetti da questo”.
Era il perfetto ritratto della Carità Cristiana, usò tutti i mezzi a disposizione per comprare cibo e vestiti, pagare debiti, pulire, prendersi cura e seppellire i morti, sino a provocare pettegolezzi e critiche alla corte.
E’ noto l’episodio, molto ripreso dall’iconografia della santa, che narra di un giorno in cui Elisabetta, portando ai poveri del pane dentro il suo grembiule, incontrò il marito, le chiese che cosa tenesse nel grembiule, Elisabetta ne lasciò le ciocche e scesero, in luogo del pane, magnifiche rose fresche.
Elisabetta incontrò la spiritualità francescana nel 1222 tramite alcuni frati minori inviati in Germania a portare il messaggio di Francesco (allora ancora vivente).
I signori di Turingia fecero edificare per loro una cappella e, secondo la tradizione, Francesco avrebbe mandato loro un suo logoro mantello, che per Elisabetta divenne il suo tesoro più prezioso.
Un frate minore, Rudiger divenne suo consigliere spirituale e la pietà di Elisabetta sull’esempio francescano si indirizzò anche verso i lebbrosi. La sua carità si spinse al punto di ricoverarne uno nel proprio letto, il marito, avvisato dalla sorella Agnese, scostate le cortine del letto, vide nel volto del lebbroso i lineamenti di Cristo. Rivolto alla moglie disse: “E’ Cristo di cui ti sei presa cura, facciamo entrambi ciò che possiamo per servirlo, servendolo nei suoi poveri”. Costruirono così, ai piedi della collina di Wartburg un ospedale per i lebbrosi dove Elisabetta si recava regolarmente per assistere i pazienti.
Ludovico IV, si impegnò in un’impresa religiosa, aderendo alla sesta crociata indetta da Onorio III e invitò a corte il principale predicatore delle crociate in Germania, Corrado di Marburgo.
Corrado, monaco premostratense, vero asceta, definito “predicator verbi Crucis in Alamannia” è un personaggio di rilievo dell’epoca, famoso per la sua attività di inquisitore contro gli eretici, divenne il nuovo direttore spirituale di Elisabetta, nel 1226 essa promise solennemente obbedienza al suo nuovo confessore.
Alcuni storici definiscono il monaco Corrado, uomo severo e autoritario, per non dire sadico, era comunque poco adatto a guidare una donna affettuosa, spontanea e sensibile come Elisabetta la quale fece anche il voto di osservare la castità perpetua nel caso in cui fosse diventata vedova.
Nel 1227 Ludovico, decise di partire con le sue truppe per la Puglia per raggiungere l’imperatore Federico II ma non raggiunse mai la Terra Santa poiché contrasse la peste a Otranto, morì il giorno 11 settembre.
La notizia raggiunse Elisabetta in Ottobre, poco dopo il terzo parto, esclamò: “Non questo, è morto, è morto, il mio caro fratello è morto, ora per me tutto il mondo e le sue gioie sono ormai morte”.
Il cognato di Elisabetta, Enrico Raspe, prese piena autorità del regno come erede, dichiarandosi ufficialmente Langravio.
Elisabetta fu cacciata dal castello e per vari mesi sopportò una vita di immani stenti sostenendosi con lavori umilianti, solo le sue fedeli ancelle rimasero con lei, i suoi tre bimbi furono affidati alle cure degli amici di Ludovico.
Grazie alla zia materna Matilde, abbadessa del monastero di Kitzinger e del fratello Egberto, vescovo di Bamberg, fu accolta in convento con i suoi bambini. Lo zio la chiamo al castello di Pottenstein, sperando di convincerla ad accettare come nuovo sposo l’imperatore Federico, da poco vedovo. Elisabetta però, ricorrendo ad un’intensa preghiera, seppe mantener fede al proprio voto.
Poco dopo, improvvisamente fu richiamata in Turigia per la sepoltura dei resti del suo caro marito nell’abazia di Rheinhardsbrunn, chiamò in causa i vassalli e i cavalieri fedeli che avevano riportato il corpo di Ludovico, li informò di ciò che era accaduto all’annuncio della morte del loro signore, essi si impegnarono a difendere i suoi diritti e quelli dei suoi bambini, obbligarono il cognato a restituire la posizione che le spettava. Elisabetta però decise di ritirarsi nel castello di famiglia a Marburgo.
Tutte le vicissitudini sopportate, spinsero Elisabetta ad abbracciare ancor più intensamente la nuova regola di vita pensata da Francesco d’Assisi “ordine dei Fratelli e Sorelle della penitenza”, conosciuta come terz’Ordine Francescano.
Il 24 marzo 1228, Venerdì Santo, fece la sua professione. Padre Corrado così scriverà, “ poste le mani sull’altare spoglio della cappella del suo castello, dove aveva accolto i Frati Minori, alla presenza di alcuni intimi, rinunziò alla propria volontà, a tutte le vanità del mondo e a tutto ciò che Cristo ha consigliato di lasciare”.
Qui nel 1229 fece costruire un ospedale in onore di San Francesco d’Assisi che ara stato canonizzato il 16 luglio dell’anno precedente.
Un nobile magiaro, giunto a Marburgo fu sconvolto nel vederla in povere vesti, seduta al filatoio, nell’ospizio in continuo soccorso ai poveri, la esortò a ritornare con lui alla corte del padre, ma lei rifiutò, i suoi figli, i poveri e la tomba di suo marito erano in Turingia, lì sarebbe rimasta per il rimanente della vita.
Era da due anni a Marburgo quando la salute cominciò a peggiorare, sparsasi la notizia, fu un continuo flusso di visitatori, infine desiderò rimanere sola con Dio per preparare la sua anima.
Quando le sue fedeli ancelle, Guda e Isentrude, vennero per dirle addio, diede loro ciò che possedeva di più caro, il mantello di San Francesco.
La notte del 17 novembre 1231 spirò come addormentandosi dolcemente; non aveva ancora ventiquattro anni, fu seppellita, dietro sua richiesta, nella cappella dell’ospedale con la tunica stracciata con cui morì.
Il culto di Elisabetta, dopo la sua morte, si diffuse rapidamente e la sua tomba divenne meta di pellegrinaggi e miracolose guarigioni si susseguirono. Corrado di Marburgo diffuse, a esempio, la santità della principessa a modello di una nuova spiritualità, divenendo il promotore principale della sua canonizzazione, non poté portare a termine le indagini, infatti, fu ucciso nel luglio del 1223 per le inimicizie causate dalla sua attività inquisitoria.
Grazie all’interessamento dei famigliari del marito Ludovico, una commissione formata dal vescovo Corrado di Hildesheim, dagli abati Ermanno do Georgenthal e Luigi di Hersfeld, nel 1234 registrò 24 nuovi miracoli, riorganizzò un nuovo protocollo. Le testimonianze dei domestici che assistettero Elisabetta nell’ospedale, registrate da due scrivani, costituirono le basi per la leggenda più popolare di Elisabetta i “Dicta quatuor Ancillarum”.
I Protocolli furono portati a Perugia, dove papa Gregorio IX risiedeva. La canonizzazione di Elisabetta fu proclamata in S. Domenico a Perugia il giorno di Pentecoste 1235 (27 maggio), sancita la bolla papale emanata il 1° luglio dello stesso anno. Il 1° maggio 1236, a Marburgo, si effettuò la transitio corporis alla presenza dell’imperatore Federico II e di una moltitudine proveniente da ogni parte d’Europa, le reliquie furono poste nella chiesa di S. Elisabetta, appositamente costruita a Marburgo.
La tomba a Marburgo, meta di molti pellegrinaggi, durante la lotta fra luterani e cattolici, nel 1539 fu profanata dal Landgraf luterano Filippo d’Assia, discendente della santa. Le ossa trafugate pare venissero poi restituite e se ne conserva una parte a Vienna, mentre si dice che la testa sia a Besançon.
Elisabetta, con san Ludovico di Francia è patrona dell’Ordine francescano secolare.

Fonti:
Matthew e Bunson – Encyclopedia of the Middle Ages – Newton & Compton edit. – traduzione di Fiamma Giannetti
Alban Butler – Il primo grande Dizionario dei Santi – Edizioni PIEMME Spa
Il grande libro dei Santi – Dizionario enciclopedico – Edizioni San Paolo
Santa Elisabetta d’Ungheria – Luigi Cavagna – Editrice VELAR
I Santi nella storia - Novembre – Edizioni San Paolo
Rosa Giorgi – I dizionari dell’arte: Santi – Mondadori Electa Spa
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Buon pomeriggio Camelot.......Santa Elisabetta.....magari avessi solo un po' della sua volontà.....ma le sono veramente legata...a prescindere dal fatto che io porti il suo nome....anzi..devo ringraziare mia nonna.....e' da lei che mi e' stato tramandato.......

Amato Bardo......sono molto felice del dono che mi avete fatto..... avete riportato ancora una volta......la sua splendida vita attraverso...questo giardino .......grazie ancora...
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