25-09-2009, 14.52.02 | #1 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Goffredo di Monmouth e la Storiografia Romanzata
Goffredo di Monmouth (inglese: Geoffrey of Monmouth; Monmouth, 1100 circa – Llandaff, 1155 circa) è stato uno storico e scrittore britannico medievale.
Le sue opere sono tutte scritte in latino. Pur intese da Monmouth come opere storiche, sono oggi considerate opere di fantasia con sporadici elementi storici. Biografia: Goffredo nacque a Monmouth, in una signoria indipendente nel Galles meridionale, intorno ai primi anni del XII secolo, probabilmente da una famiglia bretone. Fu educato in un monastero benedettino (secondo alcuni storici, divenne lui stesso un monaco; ma la questione è controversa). Raggiunta la maturità, si trasferì a Oxford, dove fu canonico nella chiesa di Saint George. All'Università di Oxford si laureò e probabilmente fu anche insegnante (magister). Vi conobbe l'arcidiacono Gualtiero, ai cui suggerimenti si deve certamente la stesura dell'opera più celebre di Goffredo, la Historia Regum Britanniae. La carriera ecclesiastica lo portò a diventare prima arcidiacono di Monmouth (o di Saint Teilo a Llandaff) e poi, nel 1152, vescovo di Saint Asaph, nel Galles nordorientale. Saint Asaph era situata in una regione afflitta dagli scontri fra i normanni e i ribelli gallesi; pare che Goffredo, forse per questo motivo, non si sia mai effettivamente trasferito nella sede episcopale. Opere: La prima opera nota di Goffredo fu Prophetiae Merlini ("Le profezie di Merlino"), databile intorno al 1135. In questo testo raccolse parte della tradizione precedente del bardo profeta Myrddin Emrys. Goffredo sostenne, nella dedica iniziale dell'opera, di aver risposto all'esortazione del vescovo Alessandro di Lincoln, che gli aveva chiesto di de britannico in latino transferre le profezie di Myrddin; ma se sia trattato di una vera e propria traduzione è questione controversa. In ogni caso, fu Goffredo a usare per primo il nome Merlino, latinizzando Myrddin con qualche ritocco per evitare l'assonanza col francese merde; e altrettanto innovativa fu la reinterpretazione di Merlino come profeta cristiano. L'opera si presentava, come il titolo suggerisce, come una raccolta di profezie, paragonabile per certi versi alle successive Profezie di Nostradamus. Le profezie sono scritte in un linguaggio fortemente simbolico, spesso oscuro, e vertono soprattutto sul futuro politico della Britannia; furono infatti poi incluse nel più ampio Historia Regum Britanniae (Storia dei Re di Britannia), come IX volume. Complessivamente, ebbero una diffusione ancora maggiore; oltre a trovarsi nei manoscritti della Historia, infatti, le Prophetiae circolarono anche come opera indipendente (se ne sono trovati circa ottanta manoscritti). L'integrazione delle Prophetiae nella Historia (che unisce quindi definitivamente il personaggio di Myrddin alla storia dei re bretoni, e in particolare alle figure di Vortigern e Uther Pendragon) rappresenta la nascita del personaggio letterario di Merlino, in seguito centrale nel ciclo bretone. L'Historia, completata nel 1138, è l'opera più celebre di Monmouth; con intenti storiografici, ma in effetti attingendo quasi esclusivamente a miti e leggende, racconta le vicende dei regnanti bretoni su un arco di duemila anni. Quest'opera ebbe una enorme visibilità per tutto il Medioevo e fu fonte di ispirazione per moltissimi autori successivi. Il suo resoconto della vita di Re Artù, in particolare, contribuì in maniera decisiva alla nascita del ciclo bretone. Dall'opera traspaiono elementi correlati alla biografia di Goffredo, e in particolare la sua predilezione per i bretoni e una certa ostilità politica verso gallesi e sassoni. Nella Vita Merlini (Vita di Merlino), databile intorno al 1150, il profeta appare estremamente diverso da quello delle opere precedenti, che corrisponde molto più direttamente al gallese Myrddin Wyllt. Fonte: Wikipedia
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26-09-2009, 15.34.50 | #2 |
Cittadino di Camelot
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Le sue opere mi mancano ;_; sapete se c'è un libro italiano che le contiene?
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26-09-2009, 15.39.12 | #3 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guarda il seguente link: Historia Regum Britanniae (Goffredo di Monmouth)
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26-09-2009, 15.40.04 | #4 |
Dama
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Non saprei dirti se vi è una raccolta delle sue opere in italiano.Sicuramente avrai "Storia dei Re di Britannia", l'opera di più facile reperimento.
Io ricordo le belle colline di Monmouth. Quando passai per di lì mentre mi recavo a Cardiff, la mia mente era rivolta certamente a Goffredo Bei ricordi |
02-02-2012, 17.22.19 | #5 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Goffredo di Monmouth e la Storiografia Romanzata
Goffredo di Monmouth è riportato nel vari manuali di letteratura mediolatina come storiografo.
Infatti, la sua celebre “Storia dei Re di Britannia” è stata letta per secoli come una vera e propria trattazione storiografica. Ma Goffredo è famoso, probabilmente di più, anche come “l’inventore” di re Artù. Nella sua opera sulle origini e sulla storia britannica, Goffredo mette al centro la leggendaria figura del re di Camelot e della sua lotta contro gli invasori Sassoni. Allora chi è veramente Goffredo? Uno storico oppure un narratore? Il suo contributo alla cultura sembra, in realtà, molto più presente nella letteratura d’intrattenimento, che nella storiografia vera e propria. Netta è, infatti, la differenza tra la sua opera di storiografo e quella invece di San Beda il Venerabile che pure si occupò della storia della Britannia, attento però, quest’ultimo, ad una dimensione storiografica molto più rigorosa. Dove sta allora la verità? Cercheremo, allora, di comprendere chi era veramente Goffredo di Monmouth e quali erano i motivi per i quali compilò le sue famose e straordinarie opere. Goffredo di Monmouth da canonico regolare a Saint Gorge di Oxford, è consacrato nel 1152 vescovo di Saint Asaph. Ma molto prima sembra interessarsi di storiografia: nel 1134 scrive Le Profezie di Merlino, un quadro fosco e cruento, espresso in chiave profetica dal parte del misterioso “profeta-eremita” Merlino al re Vortigerno, sul futuro dell’Inghilterra e dell’Europa del Nord. La narrazione appare simbolica, allegorica, con un notevole utilizzo di metafore non sempre di facile interpretazione. Centrale è la figura di re Artù, re britanno che si oppone alla potenza imperiale di Roma. In seguito Artù sarà sconfitto solo grazie ad un tradimento, ma, ferito, viene condotto sull’isola di Avalon, da dove però ritornerà in un tempo indeterminato per far risorgere la Britannia caduta temporaneamente nelle mani degli invasori. Le Profezie di Merlino viene in seguito inserita in un’opera più vasta, La Storia dei Re di Britannia. In teoria quest’ultimo viene presentato come un testo storiografico-cronachistico, ma in pratica è il frutto della fantasia sfrenata dell’autore. Goffredo, infatti, prende spunto da poche fonti scritte e da diverse leggende orali che circolavano da tempo in quelle terre (anche se egli afferma di aver tradotto dal Gallese un antico manoscritto fornitogli dal suo amico Gualtiero da Oxford). La narrazione de La Storia dei Re di Britannia si fonda su una cronologia inverosimile e una geografia del tutto impossibile. L’opera traccia la storia dei re dell’isola partendo dal primo, Bruto, discendente di Enea e contemporaneo del giudice d’Istraele Eli, fino all’ultimo, Cadwaladro, ultimo re britanno e morto nel 689 sotto gli attacchi dei Sassoni, nuovi padroni dell’isola. Nonostante questo arco cronologico sterminato, Goffredo si dimostra padrone della narrazione, che riesce a condurre con compattezza e scioltezza, rendendo avvincente e leggibile il susseguirsi degli eventi. Contraddizioni ed eventi tutto sommato assurdi non rovinano questa leggibilità e scorrevolezza, anzi, probabilmente sono l’ingrediente che dona all’opera quell’atmosfera leggendaria che l’ha resa tanto affascinante per i contemporanei e i posteri. Accanto a Merlino e re Artù, si trova tutta una serie di personaggi che diventeranno celebri nei grandi romanzi cortesi di Chretien de Troyes e Wolfram Von Eschenbach. Da ciò prende forma uno scenario del tutto anacronistico, con quell’atmosfera di cortesia e cavalleria che domina la corte di re Artù, che tanto ha fatto sognare i lettori di tutti i tempi. Da ciò, come definire dunque Goffredo di Monmouh? Storico o narratore? In realtà, la sua opera fu fondamentale per diverse ragioni, non ultima quella di cementare l’ideale della monarchia inglese che, discendente di Guglielmo il Conquistatore, ambiva a liberarsi delle rivendicazioni della corona francese che vedeva i regnanti inglesi suoi vassalli, in quanto duchi di Normandia. Per questo oggi gli studiosi, nonostante la patina leggendaria che ricopre l’opera di Guglielmo, non possono non includere La Storia dei Re di Britannia nel genere storiografico, anche se in quello particolarissimo e tutto medievale della Storiografia Romanzata, dove il soprannaturale e l'ultraterreno si confondono con le vicende umane, generando mondi e scenari in cui la predestinazione e il fatalistico guidano e legittimano il cammino dell’uomo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
02-02-2012, 20.48.32 | #6 |
Cittadino di Camelot
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molto interessante...ricordo lo studiai a scuola in inglese.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
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