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#2091 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Certo che l'ho spezzato quel sortilegio.” Disse Awatari a Gwen. “Ed ora, grazie a me, quel principe vive felice nel suo regno, con una bellissima principessa. Anzi, immagino che ora saranno stati di certo incoronati re e regina.”
“Che assurdità.” Fece Velven. “Sono tutte fandonie.” “Credete?” Fissandolo Awatari. “Eppure molta gente, ogni giorno, vieni a chiedermi aiuto. E nessuno è andato via deluso.” “La magia non esiste.” Sentenziò Velven. “Davvero?” Ridendo il mago. “Eh, siete lontanissimo dalla realtà, amico mio.”
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#2092 |
Cittadino di Camelot
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Velven era scettico nei confronti della magia. In effetti, era questo il nostro compito: far capire agli altri che la magia esisteva e poteva essere usata per scopi buoni, non solo per scopi negativi ed era cio` che avrei fatto con lui. Se accettava me, doveva farlo al cento per cento.
"Grazie per la vostra gentilezza, messere. Ci rivolgeremo sicuramente a voi se avremo bisogno di qualcosa" dissi sorridendo rivolta al mago e io e Velven andammo via. "Non ti sembra di essere stato un po'... drastico, con quell'uomo?" chiesi piano all'uffiiciale.
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"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca" BALTASAR GRACIÁN "Sappi che la Luna è il messaggero degli astri. Essa infatti trasmette le loro virtù da un corpo celeste all'altro" ABU MASAR, "Libri mysteriorum" Ultima modifica di Lady Gwen : 07-04-2015 alle ore 01.34.00. |
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#2093 | |
Cittadino di Camelot
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Rimasi un momento a riflettere..un pò di miei dubbi erano fondati.."Si, nel Palazzo dei Taddei vi è la Porta dei Leoni...ma voi prima avevate detto di parlare con Gvineth per sapere di più su questi biglietti..quindi voi sapete dove trovarlo..e poi non sarebbe sciocco da starsene tranquillo nella sua dimora, anzi se lui è uno dei Taddei, ha il sangue di Guisgard allora deve farsi avanti no e se voleva prendersi il trono..lo avrebbe ucciso Guisgard..spetta a Gvineth il trono come taddeide e..ricordo le parole al Cimitero Longobardo...
Citazione:
Tornai a Corte, ero stanca e provata, non avevo dormito nulla e nemmeno mangiato nulla, aspettai mi chiamassero per la colazione dopo essermi preparata ma ebbi un dubbio..il biglietto scritto da messer Viscionne che mi aveva mandato dove vi era la lettera e poi..diceva noi giovani dovevamo lottare per Capomazda..aveva scritto dove abitava..forse..presi il biglietto e lo aprii..forse nel castello..erano li andati coloro che erano scappati dopo la scomparsa di Guisgard e guardai il biglietto. E mentre lo guardavo mi assali un dubbio..Guisgard mi aveva dato appuntamento a mezzogiorno e chiedeva aiuto a me e alle donne, ma al suo posto a tardi pomeriggio arrivò quel misterioso uomo..e se lui ci avesse mandato quei biglietti. .aveva trovato il modo e qualcuno lo teneva prigioniero e fu scoperto?
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() Ultima modifica di Altea : 06-04-2015 alle ore 00.32.44. |
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#2094 |
Cittadino di Camelot
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Talvolta, è proprio chi rimane in disparte, chi si mantiene nell'ombra, chi lascia che siano gli altri a discorrere e prendere, almeno in apparenza, le decisioni, a determinare l'esito di quanto sta avvenendo, ad incanalare il corso del destino, al fine di fargli prendere la direzione desiderata, anche se, invero, il destino è un destriero difficilmente imbrigliabile.
Non avrei saputo dire se anche quello era uno di quei momenti, se anche in quel caso, chi taceva era determinante, ma sta di fatto che notai l'attenzione di Samondo, come notai i suoi silenzi, fatti di una sorta di consapevolezza indagatrice; capii che, ai suoi occhi, quanto dicevo doveva venire considerato attentamente, che ogni parola sarebbe stata accuratamente pesata. -Il marinaio che si trova ad affrontare una tempesta, agogna con tutto se stesso la luce di un faro che gli indichi la via- esordii, in risposta all'ambasciatore, -E non posso non confessarvi che la vostra offerta giunge in un momento di profondo smarrimento, nel quale sto riscrivendo per intero la mia esistenza. Un'impresa guidata da nuovi ideali non può che essere considerata positivamente-
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![]() Yamamoto Tsunetomo, Hagakure "Il cavaliere è l'uomo che percorre il tremendo cammino del sacrificio, per un bene superiore." Plinio Correa de Oliviera |
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#2095 |
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Quel ricordo mi strappò un sorriso.
Quanto odiavo essere sottovalutata, da chiunque ma da lui in particolar modo. Il suo sguardo che sapeva leggermi nell'anima, le sue mani su di me, mani che facevamo vibrare e incendiavano la mia pelle, che mi procuravano brividi ed emozioni a cui non sapevo dare un nome. Ricordavo il battito impazzito del mio cuore, il desiderio di chinarmi su di lui e baciarlo. Ma non lo feci. Cosa avrebbe pensato? Mi avrebbe preso in giro come tutti, avrebbe riso di me, e io non sarei riuscita a sopportarlo. Sorrisi, bevendo un sorso di vino mentre il mio sguardo raggiungeva la finestra. "Sciocca ragazzina..." Sussurrai pianissimo, con un sorriso vagamente malinconico. Ma la verità era che quei giorni non mi mancavano affatto. Ora che io ero sua e lui era mio, mi sembrava di gran lunga una situazione migliore. Le note dell'ocarina accompagnavano i miei pensieri, e mi parve terribilmente sciocco starmene lì seduta ad ascoltare il suono dei ricordi, quando potevo andare da lui. Non come avrei voluto, certo, ma era sempre meglio di niente. Così, indossai, pur lasciandola aperta, una lunga vestaglia coordinata con la mia corta camicia da notte, che sembrava perfettamente in tono con i colori della notte, ed uscii sul balcone. "Sua Signoria non riesce a dormire?" Alzando gli occhi al cielo, nel tentativo di scorgerlo sul suo balcone. |
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#2096 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Awatari sorrise ed annuì a quelle parole di Gwen.
“Allora credo ci rivedremo presto.” Disse. “Tutti, prima o poi hanno bisogno dell'aiuto della magia.” Poi i due innamorati andarono via. “Io” disse Velven alla ragazza “non credo in questo genere di storie. Per me maghi, streghe e stregoni non esistono e naturalmente non accetto neanche l'esistenza della magia. Quel sedicente mago è solo un imbroglione secondo me.” Aggiunse sorridendo.
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#2097 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Sissi, dopo aver ascoltato i dubbi di Altea, le parlò dei suoi.
Ma erano comunque solo ipotesi. Guisgard poteva essere ospite oppure prigioniero, ma di certo vi era un qualche motivo che non gli consentisse di presentarsi a corte per chiedere ciò che gli apparteneva. Forse era davvero una prigionia, forse un piano misterioso, oppure magari tutto dipendeva dal sosia. Ammesso che il pastore fosse davvero il sosia e non il legittimo duca. Quanto a Gvineth, delle tre sorelle solo Atenia si era sempre dimostrata favorevole a questo nipote dell'Austero e dunque mostrò ad Altea ed alle sue sorelle la volontà di credere in lui. La dama di Bastian tornò poi a corte e raggiunse la sua comoda e sfarzosa stanza, sempre preda di dubbi, sospetti e paure. Era ancora notte ed un vento freddo ululava sul palazzo e sulla vasta e spettrale brughiera. E ad un tratto, dai corridoi, cominciò ad udire delle voci. “Dai, Simoinin... andiamo nelle cantine, saremo soli...” mormorò uno dei servi. “Con uno come te?” Con disprezzo lei. “Io miro in alto, amico mio. Non mi contento certo di un povero servo come te.” “Ma ho del denaro da parte!” “I soldi non mi interessano.” Ridendo lei. “Mi piacciono gli uomini belli.”
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#2098 |
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A quelle parole di Clio, la musica dell'ocarina cessò.
Era una notte limpida, poiché il vento aveva reso l'aria profumata, chiara e scintillante di stelle. “In verità no...” disse Icarius, restando sul parapetto del balcone, dove fino ad un attimo prima aveva suonato l'ocarina “... e speravo che neanche tu dormissi ancora...” aveva lo sguardo all'insù “... sai, un poeta della Linguadoca scrisse qualche secolo fa che vi è un modo per conoscere il Destino fra due persone... ed è quello di cercare nel firmamento e scoprire se due amanti hanno le medesime stelle ad attraversare il loro Fato...” sorrise “... io ho visto una stella poco fa... è lassù, verso destra... è particolarmente luminosa e se si resta a guardarla si può notare che i suoi bagliori in realtà cambino colore... io riconosco scintille di viola, di rosso e di giallo... chissà, forse è una stella particolarmente grande... oppure, come spiegava un poeta greco dell'antichità, Arato da Soli, alcune stelle sono così lontane che non ci permettono di capire come in realtà siano invece coppie di astri, che si muovo col medesimo corso e sono attratte l'una all'altra dalla stessa forza... io credo che se anche lui parlasse di astronomia pochi altri sono stati capaci di rendere così viva la poesia eterna dell'Amore... non trovi?” Abbassò lo sguardo e riuscì solo ad intravedere la ragazza al suo balcone sottostante. “Perchè non sali su da me? Tanto non abbiamo entrambi sonno, no? Magari potrei attirarti come fanno le stelle.” Ridendo piano. “Attirarti non con la mia forza astrale, ma con un ordine. Sono Sua Signoria, dopotutto, no?” Divertito.
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#2099 |
Cittadino di Camelot
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Lady Sissi pensava come me..solo in parte..lei pensava poteva essere il sosia..ma non io...dovevo rischiare..complice la notte..la Baita dei Cedri era usata per caccia dalla mia famiglia..un corno lo avrei trovato.
Stavo per uscire quando udii Simoinin col servo e uscii ridendo.."In questa Corte si sente tutto..soprattutto di notte..ehh avete ragione la bellezza ha importanza..ma è pure relativa? Uomini belli...non so quali vi siano qui a Corte..il Duca ne eccelle ovviamente, magari sarete fortunata visto aveva tante belle donne" e feci un inchino cortese. Tornai nelle scuderie e presi Cruz...la brughiera era battuto da un forte vento, ma pure io..ormai non avevo nulla da temere..se riuscivano a prendersi in giro di una dama sciocca di corte come me. Arrivata alla Baita presi il corno e mi strinsi forte al mantello, celandomi, ricordavo benissimo la strada e Cruz galoppava veloce e sicuro, non avevo paura della brughiera di notte. Il piccolo ruscello e poi il bosco e davanti a me poco dopo il castello e prendendo coraggio suonai il corno.
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#2100 |
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Era notte fonda ed un vento freddo correva sulla brughiera.
Altea suonò il corno e poco dopo sulla torre apparvero degli uomini armati, che non riconoscendo naturalmente il suono del corno, né attendendo nessuno (infatti poco prima, al suo arrivo, Ezio era evidentemente atteso) si misero in allerta. “Laggiù...” disse gridando uno di quelli “... chi siete? Avanzate tenendo bene in mostra le mani ed annunciatevi.”
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